Ultimo aggiornamento
25 Gennaio '98
CPU@ Appunti  
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1.0 Introduzione

2.0 Definizioni

3.0 Strumenti

4.0 Netizens

5.0 Modelli applicati

6.0 Creare Aree di Partecipazione

7.0 IMHO

8.0 Riferimenti

 

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e-Democracy
Strumenti e Modelli per la creazione di Aree di Partecipazione
5.0 Modelli applicati 5 di 8 P N

Nel seguente paragrafo vengono descritte alcune Metodolgie utilizzate nella implementazione di luoghi di e-Democracy. Metodologie presentate tramite la descrizione di progetti passati e/o attuali, che associazioni (in genere costituite da volontari) hanno implementato. La lista degli esempi è tutt'altro che esaustiva. Ho cercato di scegliere quelle implementazioni che ritenevo più interessanti e che potevano fornire spunti per una "versione italiana" dei progetti.

5.1 e-Democracy Minnesota
Il progetto Minnesota Electronic Democracy [
3] nasce, su iniziativa di S. Clift (Luglio '94), come luogo di pubblico accesso alle informazioni riguardanti i candidati alle elezioni negli stati Americani e le successive elezioni Nazionali che si tennero in USA nel Novembre '94.
Dopo questa prima fase il progetto viene ampliato includendo una mailing list ed altre iniziative per favorire dibattiti pubblici.
Vengono organizzate una serie di discussioni pubbliche a tempo (circa una settimana), denominate e-debat, basate sul seguente schema (proposto da G. Scott Aikens):

  • Un moderatore/animatore
  • Due ML, una ML-pubblica ed una ML-dibattito
  • ML-pubblica: poco moderata, in cui ogni partecipante è libero di esprimere ed esporre le proprie opinioni sull'argomento corrente o introdurne uno nuovo
  • ML-dibattito: ML moderata a cui sono iscritti candidati dei diversi schieramenti politici. In questa ML il Moderatore/Animatore pone tre domande ai candidati. Le tre domande e le seguenti risposte (non più lunghe di 500 parole circa) vengono gestite con la seguente cronologia:
    1. Il sabato vengono sottoposte le tre domande ai candidati.
    2. Il lunedì mattina i candidati debbono rispondere alla prima domanda, il mercoledì mattina alla seconda ed il venerdì mattina alla terza.
    3. Nei corrispondenti pomeriggi i candidati debbono controbattere alle risposte date la mattina dai candidati avversari, cercando eventualmente di confutare le idee e proposte avanzate.
  • Il moderatore/animatore che modera la ML-pubblica ed allo stesso tempo modera ed anima la ML-dibattito, utilizza la prima per trarre spunti dalla discussione e formulare le domande da avanzare nella seconda. Inoltre il dibattito in corso nella ML-dibattito viene, tramite forward, messo a disposizione nella ML-pubblica.
  • I diversi dibattiti hanno una pubblica vetrina sul Web al fine di attrarre la partecipazione e consentire agli esterni di seguire comunque le argomentazioni.

5.2 Decision Maker/Teledemocracy [1]
Il progetto si prefigge lo scopo di fornire e sperimentare uno strumento che consenta di organizzare un "dibattito digitale" a cui segue una fase di delibera. Con l'obiettivo finale di applicare il progetto ai circa 10 milioni di Olandesi, quando ognuno di essi sarà elettronicamente on-line, nel Novembre '96 è stata sperimentata la seguente sequenza di passi: Viene messo a disposizione dei cittadini un documento da discutere (in generale una piattaforma di problematiche avanzate da gruppi politici e/o di interesse o un progetto avanzato da autorità di governo locali) Il documento viene affiancato da documenti di approfondimento che analizzano anche pro e contro del progetto stesso. In generale questi ultimi vengono prodotti in collaborazione con i media locali. A questo punto viene iniziato il dibattito. Dibattito gestito mediante un apposito Sw Internet-based che consente una discussione moderata, referendum periodici e votazioni dei partecipanti.

Il dibattito viene strutturato in più fasi: fase 1. Discussione Generale alla quale tutti si possono iscrivere. fase 2. Durante la discussione generale l'argomento viene approfondito, suddiviso in sottoargomenti. Ognuno può sottoporre un argomento di approfondimento o un argomento nuovo. Affinchè il nuovo tema diventi reale argomento di dibattito, il proponente deve, all'interno del dibatito generale, "conquistare" un certo numero di persone che condividano l'interesse a discutere l'argomento stesso. fase 3. Un team che segue il dibattito riesce così ad identificare un certo numero di argomenti e/o proposte. fase 4. Le proposte isolate alla fine di ogni dibattito vengono votate e le espressioni di voto possono essere utilizzate da parte delle autorità locali o da chi altro le propone, come base di partenza per la valutazione delle volontà della società civile.

5.3 UK COD (progetto Freedom of Information) [4]
L'associazione UK Citizens Online Democracy (COD) in collaborazione con altre entità private, mette a disposizione dei cittadini inglesi un documento del Governo Inglese (White paper on Freedom of Information) presentato l'11 Dicembre '97. Tale documento richiede una azione del Parlamento Inglese al fine di determinare e definire tutte le informazioni che debbono essere messe a disposizione del cittadino da associazioni pubbliche e non. Attraverso questo accesso Web, UK COD cerca di fornire alle diverse associazioni inglesi ed ai singoli cittadini la possibilità di avanzare le proprie opinioni relativamente al documento. Viene poi fornita la possibilità di votare, si o no, ad una domanda che viene posta giornalmente. Infine sono previsti due eventi di incontro pubblico in rete tra il Ministro responsabile della White paper, David Clark, ed i visitatori del sito. Un primo incontro avverrà mediante una chat pubblica di un'ora del ministro. Un secondo incontro invece avverrà con una finestra temporale più ampia, due settimane, durane le quali il ministro scambierà una serie di domande/risposte con cinque cittadini/associazioni selezionati tra coloro che hanno "visitato" il sito Web.

Oltre all'aspetto partecipativo, ricopre un fondamentale ruolo nella realizzazione di un reale processo democratico, l'aspetto di delibera delle decisioni. Se non è sempre possibile coinvolgere la totalità dei cittadini in una decisione locale e/o nazionale, si può coinvolgere un gruppo che li rappresenti utilizzando dei "metodi di delibera" che consentono di salvaguardare l'interesse pubblico. Di seguito analizzo due di questi diversi metodi.

5.4 Citizen Jury Process
Il processo o modello Citizens Jury® è stato sviluppato dal Jefferson Center di Minneapolis e costituisce un alternativa democratica attraverso la quale i cittadini possono salvaguardare i loro diritti e partecipare alla delibera di azioni di governo.
Questo processo cerca di ricreare opinioni pubbliche che siano sia rappresentative che informate. Esso è organizzato in due fasi principali:

  • Selezione di un gruppo di persone che sia rappresentativo della comunità (selezione casuale bilanciata da variabili demografiche quali età, razza, livello di educazione ..) e che costituirà il gruppo di "giurati"
  • Educazione del gruppo selezionato per far si che possano prendere con cognizione di causa decisioni che rispettano i diritti dei loro concittadini.
Scopo di tale progetto è quello di dimostrare come e cosa realmente pensano i cittadini se hanno il tempo e le risorse a disposizione per comprendere le iniziative.

Inoltre i "giurati" così preparati nel momento in cui si trovano ad affronatare gli esperti che espongono le problematiche su cui decidere svolgono un ruolo centrale nel dialogo e impongono spesso un clima in cui gli esperti apprendono l'uno dall'altro.

Questo processo è stato largamente sperimentato in Inghilterra [8] con alcune variazioni sul modello Americano. Ad esempio la scelta delle persone non è puramente random ma si basa sull'utilizzo di volontari oppure si utilizzando strutture accademiche. Inoltre in alcuni esperimenti il gruppo di "giurati" ha degli incontri preliminari in cui stabilisce delle regole al fine di creare un ambiente produttivo in cui vi sia un facile scambio di idee.

5.5 Study Circles
Uno Study Circle costituisce un semplice processo per la delibera di azioni da parte di piccoli gruppi. Esso può essere definito da poche caratteristiche:

  • Un gruppo ristretto di persone che si incontra regolarmente ed analizza problemi di portata pubblica
  • Il gruppo è coordinato da una persona che cerca di moderare e coordinare il dibattito al fine di ottenere sempre incontri produttivi
  • Il gruppo ha l'accesso ai materiali con i quali il moderatore è stato istruito al fine di creare una base di conoscenze comuni
  • Gli incontri si dividono in sessioni in cui si passa dalla analisi delle esperienze personali, alla analisi delle implicazioni su una più vasta platea fino a sessioni di azioni. Sessioni in cui si cerca di definire le azioni per la risoluzione di problematiche.
L'utilizzo di tale processo viene promosso da una associazione che prende il nome di Study Circle Resource Centre [9] che promuove l'approccio proposto con il concetto di Study Circle alle diverse problematiche politiche e sociali.

Oltre a questi esempi di luoghi di partecipazione e di fasi di delibera, vi sono delle iniziative che tendono a ricoprire in modo ampio le finalità della e-Democracy. In questa ottica credo si possano inquadrare le attività delle associazioni che seguono:

5.5 CPN (Civic Practices Network)
Questo progetto [16] (apartitico) può essere visto anche come una meta-associazione. Scopo del progetto è quello di agire da collante e da "gruppo di scolarizzazione" di diverse associazioni al fine di mettere a loro disposizione i vari strumenti e le basi di conoscenza per la risoluzione di problemi pubblici.

Il loro sito mette a disposizione una notevole quantità di documenti, manuali e analisi di esperienze delle varie associazioni che costituiscono una base teorica sia per la soluzione e la gestione di problematiche pubbliche che per la loro pubblicazione in un ambito Web.

CPN ci tiene a precisare che non fornisce alcun servizio effettivo, ma il valore aggiunto che riesce a mettere a disposizione è dato dai "piccoli servizi" che le comunità tra loro connesse riescono a scambiarsi.

Nove sono le diverse aree che CPN copre. Aree di interesse che vanno da elementi e documenti di gestione ed organizzazione delle Comunità, alle problematiche connesse con la Religione, i Giovani, la Salute .. fino a problematiche ambientali.

5.6 Città Invisibile
Esempio tutto italiano di e-democracy in senso ampio è dato dalla Comunità virtuale Città Invisibile [10].

Basandosi esclusivamente sul lavoro volontario dei suoi associati, si caratterizza per i tre obiettivi fondamentali che guidano la loro attività:

1. Partecipare e contribuire su Internet alla realizzazione di un progetto di trasformazione democratica e di modernizzazione della società italiana Obiettivo che l'associazione persegue promuovendo il libero accesso alle informazioni e l'utilizzo democratico della rete e promuovendo la realizzazione di una democrazia partecipativa

2.Organizzare e creare sapere politico, allestendo e gestendo gruppi di discussione aperti e collaborando con altre associazioni

3. Creare un laboratorio avanzato di democrazia telematica L'associazione stessa è riunita telematicamente in una assemblea permanente, all'interno della quale vengono proposte, discusse e votate le delibere dell'associazione.

Infine, dopo questo insieme di esperienze e associazioni è interessante prendere in considerazione un tentativo di "e-Democracy estrema".

5.7 Il voto elettronico
Nell'ottobre del '96, il Parlamento Danese è stato protagonista di una discussione molto interessante. Su proposta del partito di minoranza Fremskridtspartiet (The Progress Party [5]) è iniziata una discussione che riguardava "la possibilità dei cittadini di votare elettronicamente, in relazione a proposte referendarie". La proposta non è stata accettata ma ha lasciato il segno poichè ha aperto la strada a possibili sperimentazioni del voto elettronico e quindi della realizzazione di una democrazia diretta avanzata.

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