[RIFORMANDO:614] R: Re: Liberta' di licenziare sul lavoro
Alexis Kilismanis  Domenica, 23 Luglio 2000


-----Messaggio originale-----
Da: Francesco Paolo Forti <francesco.forti@ticino.com>


>At 15:06 21.07.00 , SPEA - Arch.Alexis Kilismanis wrote:

>>Da ben noto "vetero", riporto ancora un brano ripreso da una delle
>>scartoffie "fondative" dei paesi socialisti recentemente crollati. Uno
>>di quelli in cui si ammetteva anche il principio della proprieta'
>>privata.
>>
>>"La Repubblica Popolare garantisce la proprieta' privata di beni e di
>>mezzi produttivi, tutela l'iniziativa economica privata, MA determina
>>anche quella che viene detta "funzione sociale della proprieta'".
>>Essa consiste nella subordinazione dell'interesse del singolo al
>>godimento e allo sfruttamento dei propri beni ai fini di utilita'
>>sociale. Quando l'interesse pubblico e quello privato vengano in
>>contrasto, e' sempre il primo a prevalere."
>
>Mai visto un testo costituzionale con il "ma".

Andiamo, non sta bene eludere la "sostanza" :-)
Il MA era mio e non si tratta di una traduzione letterale precisa ma solo di
un riassunto che ricalca fedelmente il contenuto del testo originale.

>>Nella situazione nostra il "circolo vizioso" e' palese:
>>Mentre lo stato (cioe' la collettivita') si impegna a garantire il
>>diritto al lavoro e la piena occupazione, affida tutte le fonti di
>>lavoro, tutto il sistema economico, beni e mezzi produttivi, in mano
>>alla proprieta' privata.
>>Secondo quale logica si puo' pretendere poi che sia il capitale privato
>>a garantire questa "funzione sociale" e non agisca invece secondo i
>>propri interessi ??
>
>Ed infatti l'impresa non e' un'associazione senza fini di lucro e non
>deve garantire la funzione sociale. Quella la fornisce lo stato,
>che altrimenti potremmo anche chiudere, se fa tutto l'azienda.

Appunto !! Continuiamo a "glissare"?
Il concetto e' proprio questo: in un economia dove "la fonte del lavoro,
cioe' tutto il sistema economico, (beni e mezzi produttivi), e' in mano alla
proprieta' privata", (che notoriamente e giustamente "non e' un'associazione

senza fini di lucro e non deve garantire la funzione sociale"), come fa - lo
stato cioe' la collettivita' - a garantire la piena occupazione??? Non ha
certamente alcuna possibilita', le fonti di lavoro sono private e l'economia
privata giustamente se ne infischia perche' non  e' suo il compito.
Vedi la risposta di Casciello:

>Nel senso che sono una di quelle  " vecchie ciabatte "   che
vengono accantonate perché il famoso imprenditore , ha fatto i conti e
secondo i suoi numeri non facevo parte più dei suoi piani strategici ( si
dice così perché è più nobile del dire  " sbattuto fuori " ).<

Il circolo vizioso sta proprio qui': lo stato con una mano promette di
garantire il lavoro, e con l'altra le fonti del lavoro le passa al privato.
L'unico criterio da parte del privato nel utilizzare la forza
lavoro e' la produttività e il profitto, mica quello di garantire
l'occupazione .... ci mancherebbe!!

>Oltre che "vetero" sei anche male informato. Dove c'e' la massima
>produttivita' c'e' il massimo profitto e c'e' anche la massima occupazione.

>Se ci pensi i paesi con la piena occupazione sono anche i piu' ricchi
>e sono quelli con l'economia piu' "free" ed "open", un sistema scolastico
>serio ed uno stato che funziona. Li' trovi i profitti piu' alti.
>Proprio il contrario di cio' che affermi.

Della favoletta dei paesi ricchi e della loro massima occupazione ne abbiamo
gia' parlato a piu' riprese, vogliamo ritornarci?...
Io ho smesso di credere da quando avevo 18 anni, e ho avuto ripetute
conferme da quando ho incominciato a visitare di persona le "periferie"
degli imperi la' dove avviene la rapina delle risorse che permette appunto
ai paesi ricchi di vantare progresso e massima occupazione. La' dove risiede
l'enorme massa dei "loro" disoccupati, e morti di fame. Vorrei vedere dove
finirebbe la loro "free and open" economy se si dovesse interrompere questo
flusso secolare, anzi millenario ormai.
Oppure vogliamo ancora credere che i confini entro cui ha operato per creare
ricchezza il capitale USA, britannico ecc.ecc. coincidono (non solo ora, ma
da sempre) con quelli geografici dei rispettivi paesi ??
Nonostante tutto cio', - pensa un po' - non sono riusciti a debellare la
disoccupazione e la poverta' neanche all'interno delle stesse metropoli
dell'impero ......

Facciamo una cosa: siccome queste tue annunciazioni sul neo - liberismo
francamente non riesco a distinguerle bene da quelle analoghe provenienti da
Arcore, mi sorge il dubbio atroce che uno di noi due abbia sbagliato porta
nell' aderire ai "valori dell'Ulivo". Forse sono stato io ad interpretare
male
quei concetti di "giustizia sociale" e "pari opportunita'" scritti a lettere
cubitali sulla porta d'ingresso.
Se siamo convinti che la giustizia sociale e le pari opportunita' per tutti,
si ottengono in questo modo, perche' non aderiamo in massa nel polo delle
"liberta'"? Fra queste liberta' berlosconiane stai sicuro che c'e' anche
quella del licenziamento: te lo garantisco!! Oltretutto loro sono anche
molto piu' convinti sostenitori del federalismo !!! :-)) Cosa vogliamo di
piu' ?? Una pacchia :-)

Dicevo, facciamo una cosa: toglimi questo dubbio, fallo come un favore
personale, rispondimi si' o no ad una domanda molto semplice _senza
"glissare"_.
Ti ripropongo i due brani qui' di seguito e ti domando: rispondono ai valori
dell'Ulivo, si' o no.

1) "E' compito della Repubblica Popolare rimuovere gli ostacoli di ordine
ECONOMICO e sociale che limitano DI FATTO la liberta' e l'uguaglianza
dei cittadini, impedendo il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del paese."

La traduzione e' fedele. Le maiuscole sono mie. :-)

2) "La Repubblica Popolare garantisce la proprieta' privata di beni e di
mezzi produttivi, tutela l'iniziativa economica privata, MA determina
anche quella che viene detta "funzione sociale della proprieta'".
Essa consiste nella subordinazione dell'interesse del singolo al
godimento e allo sfruttamento dei propri beni ai fini di utilita'
sociale. Quando l'interesse pubblico e quello privato vengano in
contrasto, e' sempre il primo a prevalere."

(Precisazione: attenzione, non delega affatto alla proprieta' privata il
compito di assicurare la piena occupazione, quindi nessuna contraddizione.)
Non e' la traduzione esatta. Riassume un testo molto piu' lungo. Il MA e'
mio.
Non ti influenzare dalla fonte. Si tratta di un paese ormai innocuo, in
quanto non esiste piu'.
Tu stesso hai detto:

> ritengo che ogni testo debba essere accettato o criticato
> per le cose che dice e non per chi le scrive.


Uno dei requisiti da me piu' apprezzati nei miei interlocutori e' quello
della chiarezza.
E' la ragione per la quale in materia di valori mi sento particolarmente
intransigente.

Aspetto con trepidazione e ti saluto.
Alexis




[Date Prev] [ ">Back ] [Date Next]