![]() |
At 15:06 21.07.00 , SPEA - Arch.Alexis Kilismanis wrote: >Francesco Forti diligentemente riporta il parere progressista e >fondativo dei valori del polo delle liberta'. Pardon, lapsus: della >"moderna sinistra", anzi siamo piu' precisi: del "centro-sinistra". >Insomma, diciamo pure del "pensiero dominante" cosi' non facciamo >confusioni ... :-) Ma certo :-)) ormai qusi tutti, dal centro-destra al centro-sinistra si stanno convincendo della cosa (atto che e' gia' avvenuto in Europa nei decenni scirsi) e solo i vetero rimangono alcurate alle idee di sempre. >Da ben noto "vetero", riporto ancora un brano ripreso da una delle >scartoffie "fondative" dei paesi socialisti recentemente crollati. Uno >di quelli in cui si ammetteva anche il principio della proprieta' >privata. > >"La Repubblica Popolare garantisce la proprieta' privata di beni e di >mezzi produttivi, tutela l'iniziativa economica privata, MA determina >anche quella che viene detta "funzione sociale della proprieta'". >Essa consiste nella subordinazione dell'interesse del singolo al >godimento e allo sfruttamento dei propri beni ai fini di utilita' >sociale. Quando l'interesse pubblico e quello privato vengano in >contrasto, e' sempre il primo a prevalere." Mai visto un testo costituzionale con il "ma". >Nella situazione nostra il "circolo vizioso" e' palese: >Mentre lo stato (cioe' la collettivita') si impegna a garantire il >diritto al lavoro e la piena occupazione, affida tutte le fonti di >lavoro, tutto il sistema economico, beni e mezzi produttivi, in mano >alla proprieta' privata. >Secondo quale logica si puo' pretendere poi che sia il capitale privato >a garantire questa "funzione sociale" e non agisca invece secondo i >propri interessi ?? Ed infatti l'impresa non e' uassociazione senza fini di lucro e non deve garantire la funzione sociale. Quella la fornisce lo stato, che altrimenti potremmo anche chiudere, se fa tutto l'azienda. >Questo sistema economico si sa', DEVE seguire e "autoregolarsi" secondo >le leggi della domanda e dell'offerta ed e' logico che qualsiasi >intervento dello "stato" specie in tempi di globalizzazione, piu' che >inutile in considerazione della concorrenza internazionale spietata, >puo' addirittura risultare dannoso. >L'interesse del massimo profitto (o della semplice sopravvivenza in un >sistema di spietata concorrenza) e quello della piena occupazione sono >due obiettivi contrastanti e inconciliabili. Oltre che "vetero" sei anche male informato. Dove c'e' la massima produttivita' c'e' il massimo profitto e c'e' anche la massima occupazione. Prendi il nord-est e prendi la svizzera, per fare almeno due esempi. Dove abbiamo una bassa produttivita' ed una bassa cultura e formazione professionale abbiamo anche disoccupazione, lavoro nero, bassi profitti. Se ci pensi i paesi con la piena occupazione sono anche i piu' ricchi e sono quelli con l'economia piu' "free" ed "open", un sistema scolatico serio ed uno stato che funziona. Li' trovi i profitti piu' alti. Proprio il contrario di cio' che affermi. Saluti, Francesco Forti ![]() |