[RIFORMANDO:585] I: [RIFORMANDO:584] governabilità e democrazia:riflessioni
Salvatore CAMAIONI  Domenica, 09 Luglio 2000

 
    Da Luca Palombi:
Concludo dicendo che non ho nuove proposte da fare: forse la soluzione ideale per garantire governabilità è il sistema maggioritario, forse quello proporzionale con lo sbarramento ma una cosa è certa: ogni soluzione proposta deve essere considerata come un tentativo di rimediare a una SCONFITTA della politica italiana che non riesce a governare il paese. Trovare una nuova legge elettorale per costringere i politici italiani a mettersi d'accordo per il bene del paese è una sconfitta per la politica.
Vengano pure allora tutte le riforme possibili, ma nessuno le spacci come un nuovo Eldorado della politica italiana.
    Mi permetto di osservare:
 
    Ogni discorso sulla riforma elettorale migliore e possibile deve fare i conti con questo inevitabile dualismo: se si ricerca la governabilità si abbassa necessariamente il livello di democraticità del sistema nella misura in cui si impedisce il ricambio dell'esecutivo 'in corso d'opera' , anche se è cambiato il gradimento per il governo e/o se quest'ultimo si rivela per qualche ragione un pessimo investimento; se si persegue invece la piena affermazione del principio di democrazia si corre il rischio di governi instabili, specie se la classe politica che lo sorregge è, anche solo in parte, volubile o poco seria (in Italia ne sappiamo qualche cosa...). Una possibile via di contemperamento delle due esigenze -democrazia e stabilità- sarebbe stato il maggioritario a doppio turno di collegio, che avrebbe conseguito il risultato di una maggiore stabilità attraverso l'eliminazione della 'cianfrusaglia' partitica e clientelare, sempre pronta a ricattare e a voltare gabbana (non mi pare il caso di fare esempi che sono sotto gli ochhi di tutti); ma abbiamo visto come è finito il referendum. Qualunque altro sistema elettorale a base proporzionale (con o senza sbarramento, con o senza premio di maggioranza, con o senza la sfiducia costruttiva ecc.) non incide in modo significativo sul dualismo sopra enunciato e dunque il gran parlare che se ne fa di questi tempi mi sembra francamente immeritevole di tanta attenzione: credo che sia più realistico e saggio rinviare il problema a tempi migliori, perché una riforma elettorale raffazzonata e contraddittoria come quella che attualmente potrebbe essere attuata finirebbe poi con l'impedirne una seria ed equilibrata.
    Cordiali saluti
Salvatore Camaioni
 
 


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