[RIFORMANDO:542] Re: La questione settentrionale
Francesco Paolo Forti  Lunedi`, 12 Giugno 2000

At 01:07 12.06.00 , Salvatore CAMAIONI wrote:

Premesso che condivido abbastanza le preoccupazioni espresse 
da Bersani ed altri, mi concentro sul punto sottostante. 

>[...] L'obbiettivo
>finale dei federalisti nostrani è con tutta evidenza il c.d.federalismo
>fiscale, cioè la regionalizzazione delle risorse, con la conseguenza che le
>regioni più ricche e produttive potranno contare interamente sulle proprie
>risorse, che rimangono là dove vengono create, mentre le regioni più povere
>potranno contare interamente sulla propria indigenza, che non divideranno
>con nessun'altro. 

Ecco un modo di vedere le cose, direi vittimistico, che non ha 
riscontro con la realta' e che ne dimentica abbondanti e rileventi fette.

Per prima cosa le regioni piu' povere non sono ad "introiti zero"
ma potrebbero comunque gia' oggi avere risorse fiscali sufficienti per 
rendere operative competenze a livello svizzero (molte, intendo). 
Il calcolo (una simulazione di regionalizzazione) e' stato fatto dalla 
Ragioneria Generale dello Stato un paio di anni fa. 
Le risorse ci sono, in ogni regione, sia che si assegnino alle
regioni le imposte dirette che quelle indirette. Anzi, per le imposte
indirette le regioni del sud hanno, proporzionalmente piu' risorse
di quelle del Nord. Per chi vuole vedere i dati li ho messi da tempo sul
mio sito alla pagina http://rost.trevano.ch/~forti/itafisc.html
Da qualche parte sul mio disco dovrei avere ancora l'originale in formato 
word prelevato dal sito della RGS. 

In secondo luogo ogni federalismo prevede meccanismi compensatori 
sussidiari tra regioni ricche e regioni povere. Intendo meccanismi
scritti nella costituzione e quindi sottratti alle opportunita' del momento
che passano per la maggioranza parlamentare al governo o per i
rapporti di forza tra regioni.
Questo intendo per federalismo costituzionale.

Se non si vuole un federalismo costituzionale allora ci si muove
nel classico ambito del centralismo, in cui il piu' forte detta legge. 
Il federalismo costituzionale e' la difesa contro simili situazioni.
Se il sud non vuole il federalismo costituzionale si da' la zappa sui piedi. 

In terzo luogo molte risorse fiscali al sud ci sono ma sono "sommerse".
Inutile nascondercelo. Il lavoro nero al sud e' una realta' nota a livello
mondiale. Il 90% della agricoltura al sud e' in nero. Il 50% della edilizia
(a Gela il 90% delle case e' abusivo e costruito in nero). Il dato 
Italiano (28% circa) e' la media del dato del nord (18%) e di quello
del sud (30-35% e passa). L'evasione al sud e' dovuta _anche_ al 
fatto che essendo la pressione fiscale unica su tutto il territorio
nazionale, essa risulta troppo forte per economie deboli come 
quelle del sud ed un generoso regalo a quelle forti del nord. 
Pensiamo per esempio alle imposte proporzionali ad aliquota
fissa come l'IVA (20%) e le trattenute previdenziali. Sono tali
da essere il freno del sud ed il volano del nord. Il federalismo 
fiscale rovescerebbe questa situazione permettendo una  
pressione fiscale piu' bassa al sud (proporzionata alla economia
debole) e costringerebbe il nord ad alzare le sue imposte locali,
prorzionando le spese (ed il gettito) ad una econiomia forte. 

In quarto luogo e' chiaro che se si pagano i dipendenti pubblici
del sud piu' di quelli della ricca lombardia (vedere gli stipendi 
dei dipendenti della regione sicilia) le risorse per il sud saranno
sempre scarse. Come fare strade, scuole e ospedali se le
risorse vanno in stipendi troppo elevati? Oggli sgli stipendi pubblci
al sud sono piu' alti in termini proporzionali al PIL (realtivi) ed in 
certi  casi (Sicilia) anche in termini assoluti

Gli stipendi privati oggi al sud sono gia' adeguati al basso costo della vita 
(vedere lo studio di Campiglio, che mostra il dato di fatto in termini inequivocabili)
ma non lo sono gli stipendi pubblici. Cosi' un insegnante con due
milioni al mese a Varese fa la fame e ad Enna vive molto ma molto
meglio. Se il federalismo non tenesse conto di questo, le regioni
del sud dovrebbero dissanguarsi per pagare quegli stipendi mentre
le regioni del nord ringrazierebbero per lo sconto. Avere invece gli
stipendi pubblici contrattati su base provinciale (e comunale) obbligherebbe
il nord ad alzare gli stipendi (e quindi le tasse per coprire la 
maggiore spesa) e darebbe l'opportunita' al Sud di fare, gradualmente,
il contrario (lasciar lievitare gli stipendi verso il basso o tenerli 
fermi per anni o licenziare la grande mole di scaldasedie in eccesso) 
ed abbassare il carico fiscale). Questo differenziale fiscale sarebbe
un incentivo per le imprese a trasferirsi al sud, sempre sia chiaro
che si risolva il problema della sicurezza e che i territori sappiano
offrire manodopera qualificata (e non solo ragazzi che e' tanto se 
hanno finito la scuola dell'obbligo). 

Il sud ha molte risorse e solo il federalismo piu' farle emergere. 
Il federalismo fiscale a finanze separate costringe ogni territorio
ad essere virtuoso nella sua amministrazione. Invece il sistema
a pozzo centrale diventa solo una corsa a chi lo svuota prima.
Quindi c'e' federalismo fiscale e federalismo fiscale. 

Saluti a tutti,
Francesco Forti




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