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Cari amici, ho pensato tre volte prima di decidermi a rispondere a questo contributo. La mia prima reazione è stata emotiva. Infatto il linguaggio con cui è redatta sembra un linguaggio obbiettivo e distaccato, ma trasmette un contenuto di livore e di accusa. Tale linguaggio ha raggiunto perfettamente il suo scopo: infatti, come persona nata a nord d egli appennini mi sono sentito colpito da un'accusa di "egoismo" e dall'accusa di essere di destra. Orbene, con un tale linguaggio non si va molto in la'. Certo non si va in una direzione evolutiva. Il mio secondo pensiero è stato quello di ignorare, di far finta e passare (non ti curar di lor, ma guarda e passa). Il terzo pensiero è stato quello di meditare sugli scopi e i possibili risultati di una mailing list, di un forum: persa la presunzione che mai i politici si vorranno interessare di ciò che discutiamo (quale fu la delusione delle "antenne sensibili" di Prodi, non seguite da nessuna azione, per chi ancora se ne ricorda) è rimasta l'idea che le idee per il solo fatto di essere discusse tra persone senzienti, si rinforzano si modificano, si integrano con i contributi di varie persone, si arricchiscono; insomma diventano l'espressione del gruppo di persone che le ha generate. Per questo motivo, ultimo, da politica primigenia, da città greca, cerco di esprimere il mio parere sul contributo di Salvatore. Salvatore CAMAIONI wrote: > > La vicenda genovese della redistribuzione dei fondi strutturali deciso > dal coordinamento delle regioni del nord a direzione polista, al di là del > suo carattere da alcuni definito eversivo, mostra chiaramente che il > neofederalismo italiano (quello vero e non quello dei bei discorsi): a) è un > 'affare' economico che interessa soltanto una parte del Paese; b) ha un > colore politico ben definito, di destra; c) tende ad imporsi a spallate, in > violazione dell'assetto normativo esistente. a) Berlusconi ed amici vari cavalcano il federalismo perchè sanno che è un tema molto sentito al nord. Io mi sento federalista. Ma non per questo voto Berlusconi o Bossi. Questa frase mi ha fatto molto male. Penso che sia ingiusta e che voglia colpire sotto la cintura. Io spero che si arrivi a un federalismo vero e non fatto da bei discorsi, ma non vedo cosa ci sia di male in questo. b) Se poi fosse un affare economico che interessa una parte sola del paese, perchè questa parte non dovrebbe cogliere l'opportunità non lo capisco proprio. c) Intende imporsi a spallate. mmmmhhhh.... Un paio di anni fa ogni politico parlava di federalismo. Oggi è passata la moda, ma non la necessità. Non credo che Roma voglia cedere un solo grammo di potere "motu proprio". Forzature al quadro legislativo esistente sono inevitabili, nei prossimi anni. IL MIO GROSSO CRUCCIO È CHE LE SINISTRE HANNO IGNORATO DEL TUTTO QUESTA ESIGENZA DEL NORD, LASCIANDO QUESTA DESTRA AFFARISTA ED INTERESSATA, MA MOLTO INTELLIGENTEMENTE ATTENTA AGLI UMORI DELLA GENTE, APPROPRIARSI DI QUESTA TEMATICA. LA FRITTATA È FATTA, VOTERÒ A SINISTRA, MA LA DÒ 1 a 10. (se vince, il banco paga 10 volte la posta). Mentre va sempre più > precisandosi e realizzandosi il patto Bossi-Berlusconi, il ministro Bersani > sospetta che i passi successivi saranno: lo scioglimento della conferenza > dei presidenti regionali, lo scioglimento della conferenza Stato-regioni e > la riunione delle regioni nelle sedi di partito. Sull'esempio della Lega > anche l'Asinello -che delusione...-tende a darsi una fisionomia territoriale > ed incarica il filosofo con barba del mitico nord-est di aggregare i > riformisti (?) del nord in una federazione su base regionale. L'obbiettivo > finale dei federalisti nostrani è con tutta evidenza il c.d.federalismo > fiscale, cioè la regionalizzazione delle risorse, condivido appineo quello che il filosofo con la barba ha in mente di fare. Lo condivido a tal punto che anch'io ho la barba... :-) :-) con la conseguenza che le > regioni più ricche e produttive potranno contare interamente sulle proprie > risorse, che rimangono là dove vengono create, La conseguenza è che le risorse rimangano là dove sono create. Sia nelle regioni ricche che in quelle povere. Io trovo scontato che le regioni ricche DEBBANO contribuire allo sviluppo di quelle povere. Mi risulta che per cento lire di tasse pagate dei milanesi a Roma ne ritornino solo 20. Personalmente lo trovo poco, infatti la città avrebbe un gran bisogno di opere infrastrutturali. Troverei però un GRAN PASSO AVANTI il fatto che le 20 lire di cui sopra, invece di andare a Roma e tornare, rimanessero sempre a MIlano. È chiedere troppo? mentre le regioni più povere > potranno contare interamente sulla propria indigenza, che non divideranno > con nessun'altro. L'indigenza non la vorremmo sviluppare. La vorremmo eliminare. Anche nelle regioni povere. E' stato facile strumentalizzare il generale malessere per > l'inefficienza dello Stato centrale al fine di far penetrare, anche a > sinistra, un'idea federalista Esattamente. Si è visto che lo stato centrale NON FUNZIONA. vogliamo continuare così ed aspettare che la EU ci metta in amministrazione controllata oppure vogliamo tentare qualche cosa da soli? che con il pretesto del decentramento di > poteri mira in realtà alla creazione di un blocco regionale chiuso e > contrapposto al governo centrale ed al resto del Paese; >blocco regionale, > peraltro, che si riconosce nell'ideologia liberista. Se condivido la prima parte della frase, non posso capire questa conclusione. > Oltre al problematico > coordinamento delle economie regionali con i vincoli di stabilità europea, > ci sarebbe pure il ritorno delle c.d.gabbie salariali, conseguenti alla > diversa produttività del lavoro e l'arresto della politica di investimenti > al meridione, condizione imprescindibile per il suo auspicato decollo, mmmhhh.... Ci sono realtà nel mezzogiorno che attirano investimenti: le imprese venete investono in Puglia per esempio. Oppure un'impresa di cui ho letto che produce locomotori diagnostici venduti in tutta Europa Oppure Tiscali, per avere un esempio di tecnologia avanzata. che a > parole sarebbe un punto qualificante dei programmi federalisti diffusi a > destra e a manca: non si è detto che il federalismo è la ricetta miracolosa > per la risoluzione dei problemi di tutti? Questa frase è una freccia avvelenata. Chi vuoi colpire? ================================================== Ho notato spesso in questa lista che gli interventi a favore del federalismo provengono da persone del nord e gli interventi a difesa del centralismo vengono da persone che credo di poter identificare ".. provenienti dal mezzogiorno..." Non è una certezza, solo una impressione, che però mi ha fatto sorgere un dubbio: credo di interpretare il desiderio di federalismo da parte del nord come un desiderio di poter essere artefici del proprio destino dopo anni di strangolamento dovuto alle politiche di Roma centralista. Un desiderio di colmare il gap che separa il proprio paese dalle altre nazioni europee, il cui confronto è molto più vicino e pressante di quanto non lo sia per gli abitanti di altre regioni di Italia. Nel tempo stesso si riconoscono alcuni tratti della propria cultura imparentati con quelli dei vicini come per esempio gli abitanti di Piemonte e Lombardia, legati da parentele di razza, di lingua e di cultura con gli abitanti della Francia meridionale. (Fosse lo stato italiano efficente come quello ipercentralista francese!) Contemporaneamente credo di leggere in molti dei contributi "dal Sud" il timore di essere lasciati "..a secco", da soli e in un mare di problemi, con un sacco di debiti. Ricordo che anni fa un intervento, credo che fosse di Fini, che ricordava il debito pubblico dello stato italiano alle regioni del nord, ansionse di secessione... Le regioni del nord havvo avuto la dominazione spagnola, sostituita da quella austriaca e con notevole fatica se no sono liberate. Poi hanno voluto l'unità d'Italia (e i Piemontesi sono stati a lungo accusati delle peggiori cose). Sembra ironico dover constatare che ancora una volta le regioni del nord sono in moto ora per distruggere quello che esse stesse avevano costruito. Non so la vostra opinione, ma credo che in un modo o nell'altro si arriverà a una maggiore indipendenza da Roma del nord. Dio voglia non con Berlusconi. Buon lavoro Giovanni ![]() |