[RIFORMANDO:543] Re: La questione settentrionale
Giovanni Baruzzi  Lunedi`, 12 Giugno 2000

Cari amici,
ho pensato tre volte prima di decidermi a rispondere a questo
contributo.
La mia prima reazione è stata emotiva.
Infatto il linguaggio con cui è redatta sembra un linguaggio obbiettivo
e distaccato, ma
trasmette un contenuto di livore e di accusa.
Tale linguaggio ha raggiunto perfettamente il suo scopo: infatti, come
persona nata a nord d
egli appennini mi sono sentito colpito da un'accusa di "egoismo" e
dall'accusa di 
essere di destra.

Orbene, con un tale linguaggio non si va molto in la'. Certo non si va 
in una direzione evolutiva.

Il mio secondo pensiero è stato quello di ignorare, di far finta e
passare (non ti
curar di lor, ma guarda e passa).

Il terzo pensiero è stato quello di meditare sugli scopi e i possibili
risultati 
di una mailing list, di un forum: persa la presunzione che mai i
politici
si vorranno interessare di ciò che discutiamo (quale fu la delusione
delle "antenne sensibili"
di Prodi, non seguite da nessuna azione, per chi ancora se ne ricorda) è
rimasta
l'idea che le idee per il solo fatto di essere discusse tra persone
senzienti, si rinforzano
si modificano, si integrano con i contributi di varie persone, si
arricchiscono; insomma
diventano l'espressione del gruppo di persone che le ha generate.
Per questo motivo, ultimo, da politica primigenia, da città greca, cerco
di esprimere 
il mio parere sul contributo di Salvatore.


Salvatore CAMAIONI wrote:
> 
>     La vicenda genovese della redistribuzione dei fondi strutturali deciso
> dal coordinamento delle regioni del nord a direzione polista, al di là del
> suo carattere da alcuni definito eversivo, mostra chiaramente che il
> neofederalismo italiano (quello vero e non quello dei bei discorsi): a) è un
> 'affare' economico che interessa soltanto una parte del Paese; b) ha un
> colore politico ben definito, di destra; c) tende ad imporsi a spallate, in
> violazione dell'assetto normativo esistente. 


a) Berlusconi ed amici vari cavalcano il federalismo perchè sanno che è
un tema
molto sentito al nord.
Io mi sento federalista. Ma non per questo voto Berlusconi o Bossi.
Questa frase mi ha fatto molto male. Penso che sia ingiusta e che voglia
colpire sotto la cintura.
Io spero che si arrivi a un federalismo vero e non fatto 
da bei discorsi, ma non vedo cosa ci sia di male in questo.

b) Se poi fosse un affare economico che interessa una parte sola del
paese, perchè questa parte non 
dovrebbe cogliere l'opportunità non lo capisco proprio.

c) Intende imporsi a spallate. mmmmhhhh.... Un paio di anni fa ogni
politico parlava di
federalismo. Oggi è passata la moda, ma non la necessità. Non credo che
Roma voglia cedere un solo grammo 
di potere "motu proprio". Forzature al quadro legislativo esistente sono
inevitabili, nei prossimi anni.
IL MIO GROSSO CRUCCIO È CHE LE SINISTRE HANNO IGNORATO DEL TUTTO QUESTA
ESIGENZA DEL NORD, LASCIANDO QUESTA DESTRA
AFFARISTA ED INTERESSATA, MA MOLTO INTELLIGENTEMENTE ATTENTA AGLI UMORI
DELLA GENTE, APPROPRIARSI DI QUESTA TEMATICA.
LA FRITTATA È FATTA, VOTERÒ A SINISTRA, MA LA DÒ 1 a 10. (se vince, il
banco paga 10 volte la posta).





Mentre va sempre più
> precisandosi e realizzandosi il patto Bossi-Berlusconi, il ministro Bersani
> sospetta che i passi successivi saranno: lo scioglimento della conferenza
> dei presidenti regionali, lo scioglimento della conferenza Stato-regioni e
> la riunione delle regioni nelle sedi di partito. Sull'esempio della Lega
> anche l'Asinello -che delusione...-tende a darsi una fisionomia territoriale
> ed incarica il filosofo con barba del mitico nord-est di aggregare i
> riformisti (?) del nord in una federazione su base regionale. L'obbiettivo
> finale dei federalisti nostrani è con tutta evidenza il c.d.federalismo
> fiscale, cioè la regionalizzazione delle risorse, 


condivido appineo quello che il filosofo con la barba ha in mente di
fare. Lo condivido
a tal punto che anch'io ho la barba... :-) :-)


con la conseguenza che le
> regioni più ricche e produttive potranno contare interamente sulle proprie
> risorse, che rimangono là dove vengono create, 


La conseguenza è che le risorse rimangano là dove sono create. Sia nelle
regioni ricche 
che in quelle povere.
Io trovo scontato che le regioni ricche DEBBANO contribuire allo
sviluppo di quelle povere.
Mi risulta che per cento lire di tasse pagate dei milanesi a Roma ne
ritornino solo 20.
Personalmente lo trovo poco, infatti la città avrebbe un gran bisogno di
opere infrastrutturali.

Troverei però un GRAN PASSO AVANTI il fatto che le 20 lire di cui sopra,
invece di andare a Roma e tornare,
rimanessero sempre a MIlano. È chiedere troppo?







mentre le regioni più povere
> potranno contare interamente sulla propria indigenza, che non divideranno
> con nessun'altro. 

L'indigenza non la vorremmo sviluppare. La vorremmo eliminare. Anche
nelle regioni povere.


E' stato facile strumentalizzare il generale malessere per
> l'inefficienza dello Stato centrale al fine di far penetrare, anche a
> sinistra, un'idea federalista 


Esattamente. Si è visto che lo stato centrale NON FUNZIONA. vogliamo
continuare così ed aspettare che
la EU ci metta in amministrazione controllata oppure vogliamo tentare
qualche cosa da soli?


che con il pretesto del decentramento di
> poteri mira in realtà alla creazione di un blocco regionale chiuso e
> contrapposto al governo centrale ed al resto del Paese; 
>blocco regionale,
> peraltro, che si riconosce nell'ideologia liberista.

Se condivido la prima parte della frase, non posso capire questa
conclusione.



> Oltre al problematico
> coordinamento delle economie regionali con i vincoli di stabilità europea,
> ci sarebbe pure il ritorno delle c.d.gabbie salariali, conseguenti alla
> diversa produttività del lavoro e l'arresto della politica di investimenti
> al meridione, condizione imprescindibile per il suo auspicato decollo,


mmmhhh.... Ci sono realtà nel mezzogiorno che attirano investimenti:
le imprese venete investono in Puglia per esempio.
Oppure un'impresa di cui ho letto che produce locomotori diagnostici
venduti in tutta Europa
Oppure Tiscali, per avere un esempio di tecnologia avanzata.


 che a
> parole sarebbe un punto qualificante dei programmi federalisti diffusi a
> destra e a manca: non si è detto che il federalismo è la ricetta miracolosa
> per la risoluzione dei problemi di tutti?


Questa frase è una freccia avvelenata. Chi vuoi colpire?

==================================================

Ho notato spesso in questa lista che gli interventi a favore del
federalismo provengono
da persone del nord e gli interventi a difesa del centralismo vengono da
persone che credo di poter
identificare ".. provenienti dal mezzogiorno..." Non è una certezza,
solo una impressione, che però mi ha fatto sorgere un dubbio:
credo di interpretare il desiderio di federalismo da parte del nord come
un desiderio di poter essere artefici del proprio destino dopo
anni di strangolamento dovuto alle politiche di Roma centralista. Un
desiderio di colmare il gap che separa il proprio paese dalle altre
nazioni europee, il cui confronto è molto più vicino e pressante di
quanto non lo sia per gli abitanti di altre regioni di Italia.
Nel tempo stesso si riconoscono alcuni tratti della propria cultura
imparentati con quelli dei vicini come per esempio gli abitanti di
Piemonte e Lombardia, legati da parentele di razza, di lingua e di
cultura con gli abitanti della Francia meridionale. (Fosse lo stato
italiano efficente come quello ipercentralista francese!)


Contemporaneamente credo di leggere in molti dei contributi "dal Sud" il
timore di essere lasciati "..a secco", da soli e in un mare di 
problemi, con un sacco di debiti.


Ricordo che anni fa un intervento, credo che fosse di Fini, che
ricordava il debito pubblico dello stato italiano alle regioni del nord,
ansionse di secessione...

Le regioni del nord havvo avuto la dominazione spagnola, sostituita da
quella austriaca e con notevole fatica se no sono liberate. Poi hanno
voluto l'unità d'Italia (e i Piemontesi sono stati a lungo accusati
delle peggiori cose). Sembra ironico dover constatare che ancora una
volta le regioni del nord sono in moto ora per distruggere quello che
esse stesse avevano costruito.
Non so la vostra opinione, ma credo che in un modo o nell'altro si
arriverà a una maggiore indipendenza da Roma del nord. Dio voglia non
con Berlusconi.


Buon lavoro
Giovanni


[Date Prev] [ ">Back ] [Date Next]