[RIFORMANDO:540] R: I: R: I: Re: Tu quoque, Gramsci, foederalis?
Piero DM  Sabato, 10 Giugno 2000


----- Original Message -----
From: Salvatore CAMAIONI

..su Gramsci non ho letto nessun
> commento "ufficiale", nessun commento politico, nessun commento morale,
> nessun commento manipolatore, nessun commento dietrologico, nessun
commento
> interessato...ho soltanto consultato la mia enciclopedia ed un manuale di
> filosofia ad uso dei licei per verificare una cosa che istintivamente,
cioè
> in base alla mia 'cultura generale', mi sembrava strana, e cioè che
Gramsci
> fosse federalista. Ho così potuto accertare che in nessuno dei testi da me
> consultati si parla del supposto federalismo gramsciano.

Il mio disaccordo con te era limitato alla pura e semplice dizione espressa
in quel paragrafo, in senso per così dire "oggettivo", letterale.
Non mi è mai passato per la testa di attribuirti altro al di là di questo:
tutto il mio discorso riguardava coloro (e non sono pochi) che invece
strutturalmente ritengono insostituibile il ruolo dei mediatori, etc, e
tutta la cultura dell'imprimatur e dell'autorità "competente".
Capisci bene, quindi, che tutto questo c'entra poco con il sacrosanto
ricorso ad un supplemento d'informazione, come quello che descrivi.

> >eredità innanzi tutto dell'antico e implacabile dominio ecclesiastico
> >cattolico romano.
>
>     E lo vieni a dire proprio a me?

 Ma no, come dicevo, tutto il mio discorso non era rivolto a te. Del resto,
basterebbe leggere due o tre righe di quello che scrivi, per capire che non
è certo questo il livello su cui impiantare eventualmente una discussione
con te :-)
Certe cose, a sinistra, tendo a darle per scontate, a prescindere da tutte
le sfumature del pensiero di ciascuno di noi, e quindi ogni accenno in
proposito è dovuto alla semplice esigenza di completezza di un ragionamento.

>     La nostra capacità di capire e giudicare non è innata ma si forma
> leggendo, studiando ed imparando il pensiero di chi si è già impegnato
nella
> ricerca.

I famosi nani sulle spalle dei giganti, certamente, o almeno sulle spalle di
buoni insegnanti e non è detto che siano per forza i maestri di scuola.
Tuttavia - se questo è vero, com'è vero - sarebbe necessario insegnare ai
ragazzi, da subito, a non dimenticarsi del contatto diretto con le cose, a
cominciare dai fenomeni naturali, e poi la reatà umana che sta intorno e la
propria stessa interiorità, e ad abituarli ad avere fiducia nelle idee
originali, autonome, per così dire "artigianali". In fondo, anche lo studio
e l'assorbimento del pensiero altrui (giganti compresi) richiede un lavoro
intellettuale autonomo e la capacità di formarsi idee proprie, a meno di non
accontentarsi della famigerata "erudizione" affidata esclusivamente alla
memoria - che sarà pure meglio di niente, ma che non è certo "cultura".

Ciao  = Piero =




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