[RIFORMANDO:538] I: R: I: Re: Tu quoque, Gramsci, foederalis?
Salvatore CAMAIONI  Venerdi`, 09 Giugno 2000


-----Messaggio originale-----
Da: Salvatore CAMAIONI <csalvo@eden.it>
A: riformando@perlulivo.it <riformando@perlulivo.it>
Data: venerdì 9 giugno 2000 1.12
Oggetto: I: [RIFORMANDO:531] R: I: Re: Tu quoque, Gramsci, foederalis?


>    Piero DM dice:
>
>>Un discorso analogo vale per Gramsci e per tutti quegli autori "geniali e
>>popolari", dove per popolari si intende che hanno scritto "per tutti e per
>>nessuno", e sicuramente non tenendo d'occhio i circoli accademici.
>>Fin qui il discorso tecnico.
>>Ma c'è un lato ulteriore da considerare, che spinge ad una cautela più
>>sospettosa verso i mediatori e gli esegeti, specialmente quando c'è di
>mezzo
>>la politica o la morale: i mediatori hanno spesso un eccessivo interesse a
>>far emergere significati che tornano utili alla "loro" causa, al loro modo
>>di vedere, agli interessi di chiesa o di partito. Sto parlando di una
>voluta
>>e consapevole manipolazione, e non del generico "punto di vista
soggettivo"
>>a cui facevo riferimento prima.
>>Naturalmente non è affatto escluso che anche questo genere di commenti
>>manipolatori possano comunque tornare utili (leggendo leggendo, tutto fa
>>brodo), ma forse più per capire il mondo e le intenzioni dei dintorni che
>>l'autore in sé e per sé.
>
>    Condivido i tuoi rilievi, ma per porre fine alla babele che si è creata
>in lista su un punto assai meno complicato di quello che ha preso sviluppo
>devo chiarire, spero in modo risolutivo, che su Gramsci non ho letto nessun
>commento "ufficiale", nessun commento politico, nessun commento morale,
>nessun commento manipolatore, nessun commento dietrologico, nessun commento
>interessato...ho soltanto consultato la mia enciclopedia ed un manuale di
>filosofia ad uso dei licei per verificare una cosa che istintivamente, cioè
>in base alla mia 'cultura generale', mi sembrava strana, e cioè che Gramsci
>fosse federalista. Ho così potuto accertare che in nessuno dei testi da me
>consultati si parla del supposto federalismo gramsciano. Invocare
>l'autorevolezza di un'enciclopedia e di una manuale scolastico di filosofia
>ti pare scandaloso? Tu pensa che a qualcuno in lista gli è pure venuta la
>pelle d'oca...
>
>>A tutto questo aggiungerei anche un'altra considerazione.
>>La cultura italiana (nel suo senso più lato e popolare, esattamente
secondo
>>Gramsci) soffre intrinsecamente e fondamentalmente di un eccessivo,
>>istintivo rispetto reverenziale verso "l'autorità", soprattutto quella dei
>>mediatori, dei demiurghi, dei sensali di idee, dei prefetti della morale:
>>eredità innanzi tutto dell'antico e implacabile dominio ecclesiastico
>>cattolico romano.
>
>    E lo vieni a dire proprio a me?
>
>>L'accenno alla "libertà luterana" di Francesco è dunque quanto mai
>>giustificato come metafora, benché poi sia Calvino sia Lutero siano stati
i
>>fondatori di una libertà tutt'altro che libertaria e liberatoria, ma anzi
>di
>>una società ancora più moralistica, repressiva e ipocrita di quella
>>cattolica.
>
>    Ed è almeno singolare che a contrastare il mio punto di vista 'laico'
si
>sia disinvoltamente invocata l'autorità di un uomo di fede come Lutero, che
>era più bigotto di mia zia terziaria francescana.
>
>>Quindi, ispirarsi a Lutero per liberarsi della necessità dell'imprimatur
va
>>benissimo, ma stando bene attenti a realizzare un'effettiva libertà
>>individuale di interpretazione e lettura dei testi, delle filosofie e
della
>>stessa realtà: una libertà laica, che da un lato presume la nostra
capacità
>>di capire e giudicare, dall'altro impone a questo scopo un impegno
>adeguato,
>>talvolta una fatica, una ricerca, una viglianza critica.
>
>    La nostra capacità di capire e giudicare non è innata ma si forma
>leggendo, studiando ed imparando il pensiero di chi si è già impegnato
nella
>ricerca.
>
>>In definitiva, si ripropone di nuovo (non per caso) il problema
>fondamentale
>>della democrazia, che è affermazione dell'individuo ma non dell'anarchia,
>ed
>>è soprattutto la negazione sia dell'autoritarismo, sia del populismo -
>>specialmente di quel populismo oggi di gran voga, che prevede non la lotta
>>contro l'ignoranza, ma il trionfo dell'ignoranza facilona, e del puro
>>opinionismo.
>
>    Il mio intervento 'correttore' su un ipotetico Gramsci federalista
aveva
>una genuina ispirazione 'scientifica' e non politica: si trattava soltanto
>di rimettere le cose al loro posto. En passant ti dirò che però condivido
il
>tuo sconcerto per il trionfo dell'ignoranza facilona.
>
>    Ti saluto
>Salvatore Camaioni
>
>



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