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-----Messaggio originale----- Da: Salvatore CAMAIONI <csalvo@eden.it> A: riformando@perlulivo.it <riformando@perlulivo.it> Data: venerdì 9 giugno 2000 1.12 Oggetto: I: [RIFORMANDO:531] R: I: Re: Tu quoque, Gramsci, foederalis? > Piero DM dice: > >>Un discorso analogo vale per Gramsci e per tutti quegli autori "geniali e >>popolari", dove per popolari si intende che hanno scritto "per tutti e per >>nessuno", e sicuramente non tenendo d'occhio i circoli accademici. >>Fin qui il discorso tecnico. >>Ma c'è un lato ulteriore da considerare, che spinge ad una cautela più >>sospettosa verso i mediatori e gli esegeti, specialmente quando c'è di >mezzo >>la politica o la morale: i mediatori hanno spesso un eccessivo interesse a >>far emergere significati che tornano utili alla "loro" causa, al loro modo >>di vedere, agli interessi di chiesa o di partito. Sto parlando di una >voluta >>e consapevole manipolazione, e non del generico "punto di vista soggettivo" >>a cui facevo riferimento prima. >>Naturalmente non è affatto escluso che anche questo genere di commenti >>manipolatori possano comunque tornare utili (leggendo leggendo, tutto fa >>brodo), ma forse più per capire il mondo e le intenzioni dei dintorni che >>l'autore in sé e per sé. > > Condivido i tuoi rilievi, ma per porre fine alla babele che si è creata >in lista su un punto assai meno complicato di quello che ha preso sviluppo >devo chiarire, spero in modo risolutivo, che su Gramsci non ho letto nessun >commento "ufficiale", nessun commento politico, nessun commento morale, >nessun commento manipolatore, nessun commento dietrologico, nessun commento >interessato...ho soltanto consultato la mia enciclopedia ed un manuale di >filosofia ad uso dei licei per verificare una cosa che istintivamente, cioè >in base alla mia 'cultura generale', mi sembrava strana, e cioè che Gramsci >fosse federalista. Ho così potuto accertare che in nessuno dei testi da me >consultati si parla del supposto federalismo gramsciano. Invocare >l'autorevolezza di un'enciclopedia e di una manuale scolastico di filosofia >ti pare scandaloso? Tu pensa che a qualcuno in lista gli è pure venuta la >pelle d'oca... > >>A tutto questo aggiungerei anche un'altra considerazione. >>La cultura italiana (nel suo senso più lato e popolare, esattamente secondo >>Gramsci) soffre intrinsecamente e fondamentalmente di un eccessivo, >>istintivo rispetto reverenziale verso "l'autorità", soprattutto quella dei >>mediatori, dei demiurghi, dei sensali di idee, dei prefetti della morale: >>eredità innanzi tutto dell'antico e implacabile dominio ecclesiastico >>cattolico romano. > > E lo vieni a dire proprio a me? > >>L'accenno alla "libertà luterana" di Francesco è dunque quanto mai >>giustificato come metafora, benché poi sia Calvino sia Lutero siano stati i >>fondatori di una libertà tutt'altro che libertaria e liberatoria, ma anzi >di >>una società ancora più moralistica, repressiva e ipocrita di quella >>cattolica. > > Ed è almeno singolare che a contrastare il mio punto di vista 'laico' si >sia disinvoltamente invocata l'autorità di un uomo di fede come Lutero, che >era più bigotto di mia zia terziaria francescana. > >>Quindi, ispirarsi a Lutero per liberarsi della necessità dell'imprimatur va >>benissimo, ma stando bene attenti a realizzare un'effettiva libertà >>individuale di interpretazione e lettura dei testi, delle filosofie e della >>stessa realtà: una libertà laica, che da un lato presume la nostra capacità >>di capire e giudicare, dall'altro impone a questo scopo un impegno >adeguato, >>talvolta una fatica, una ricerca, una viglianza critica. > > La nostra capacità di capire e giudicare non è innata ma si forma >leggendo, studiando ed imparando il pensiero di chi si è già impegnato nella >ricerca. > >>In definitiva, si ripropone di nuovo (non per caso) il problema >fondamentale >>della democrazia, che è affermazione dell'individuo ma non dell'anarchia, >ed >>è soprattutto la negazione sia dell'autoritarismo, sia del populismo - >>specialmente di quel populismo oggi di gran voga, che prevede non la lotta >>contro l'ignoranza, ma il trionfo dell'ignoranza facilona, e del puro >>opinionismo. > > Il mio intervento 'correttore' su un ipotetico Gramsci federalista aveva >una genuina ispirazione 'scientifica' e non politica: si trattava soltanto >di rimettere le cose al loro posto. En passant ti dirò che però condivido il >tuo sconcerto per il trionfo dell'ignoranza facilona. > > Ti saluto >Salvatore Camaioni > > ![]() |