[RIFORMANDO:536] I: R: I: Re: Tu quoque, Gramsci, foederalis?
Salvatore CAMAIONI  Giovedi`, 08 Giugno 2000

    Piero DM dice:

>Un discorso analogo vale per Gramsci e per tutti quegli autori "geniali e
>popolari", dove per popolari si intende che hanno scritto "per tutti e per
>nessuno", e sicuramente non tenendo d'occhio i circoli accademici.
>Fin qui il discorso tecnico.
>Ma c'è un lato ulteriore da considerare, che spinge ad una cautela più
>sospettosa verso i mediatori e gli esegeti, specialmente quando c'è di
mezzo
>la politica o la morale: i mediatori hanno spesso un eccessivo interesse a
>far emergere significati che tornano utili alla "loro" causa, al loro modo
>di vedere, agli interessi di chiesa o di partito. Sto parlando di una
voluta
>e consapevole manipolazione, e non del generico "punto di vista soggettivo"
>a cui facevo riferimento prima.
>Naturalmente non è affatto escluso che anche questo genere di commenti
>manipolatori possano comunque tornare utili (leggendo leggendo, tutto fa
>brodo), ma forse più per capire il mondo e le intenzioni dei dintorni che
>l'autore in sé e per sé.

    Condivido i tuoi rilievi, ma per porre fine alla babele che si è creata
in lista su un punto assai meno complicato di quello che ha preso sviluppo
devo chiarire, spero in modo risolutivo, che su Gramsci non ho letto nessun
commento "ufficiale", nessun commento politico, nessun commento morale,
nessun commento manipolatore, nessun commento dietrologico, nessun commento
interessato...ho soltanto consultato la mia enciclopedia ed un manuale di
filosofia ad uso dei licei per verificare una cosa che istintivamente, cioè
in base alla mia 'cultura generale', mi sembrava strana, e cioè che Gramsci
fosse federalista. Ho così potuto accertare che in nessuno dei testi da me
consultati si parla del supposto federalismo gramsciano. Invocare
l'autorevolezza di un'enciclopedia e di una manuale scolastico di filosofia
ti pare scandaloso? Tu pensa che a qualcuno in lista gli è pure venuta la
pelle d'oca...

>A tutto questo aggiungerei anche un'altra considerazione.
>La cultura italiana (nel suo senso più lato e popolare, esattamente secondo
>Gramsci) soffre intrinsecamente e fondamentalmente di un eccessivo,
>istintivo rispetto reverenziale verso "l'autorità", soprattutto quella dei
>mediatori, dei demiurghi, dei sensali di idee, dei prefetti della morale:
>eredità innanzi tutto dell'antico e implacabile dominio ecclesiastico
>cattolico romano.

    E lo vieni a dire proprio a me?

>L'accenno alla "libertà luterana" di Francesco è dunque quanto mai
>giustificato come metafora, benché poi sia Calvino sia Lutero siano stati i
>fondatori di una libertà tutt'altro che libertaria e liberatoria, ma anzi
di
>una società ancora più moralistica, repressiva e ipocrita di quella
>cattolica.

    Ed è almeno singolare che a contrastare il mio punto di vista 'laico' si
sia disinvoltamente invocata l'autorità di un uomo di fede come Lutero, che
era più bigotto di mia zia terziaria francescana.

>Quindi, ispirarsi a Lutero per liberarsi della necessità dell'imprimatur va
>benissimo, ma stando bene attenti a realizzare un'effettiva libertà
>individuale di interpretazione e lettura dei testi, delle filosofie e della
>stessa realtà: una libertà laica, che da un lato presume la nostra capacità
>di capire e giudicare, dall'altro impone a questo scopo un impegno
adeguato,
>talvolta una fatica, una ricerca, una viglianza critica.

    La nostra capacità di capire e giudicare non è innata ma si forma
leggendo, studiando ed imparando il pensiero di chi si è già impegnato nella
ricerca.

>In definitiva, si ripropone di nuovo (non per caso) il problema
fondamentale
>della democrazia, che è affermazione dell'individuo ma non dell'anarchia,
ed
>è soprattutto la negazione sia dell'autoritarismo, sia del populismo -
>specialmente di quel populismo oggi di gran voga, che prevede non la lotta
>contro l'ignoranza, ma il trionfo dell'ignoranza facilona, e del puro
>opinionismo.

    Il mio intervento 'correttore' su un ipotetico Gramsci federalista aveva
una genuina ispirazione 'scientifica' e non politica: si trattava soltanto
di rimettere le cose al loro posto. En passant ti dirò che però condivido il
tuo sconcerto per il trionfo dell'ignoranza facilona.

    Ti saluto
Salvatore Camaioni




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