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Il messaggio di Flavio mi ha colpito molto. Fortunatamente si e' perso nel racconto della sua esperienza che e' la cosa veramente interessante. La sua utilizzazione ai fini del dibattito invece mi sembra piuttosto debole. Prima di tutto l'interpretazione di un pezzo musicale deve operare il passaggio dalla musica alla parola. Poi il pezzo in questione appartiene ad un paradigma culturale indubbiamente diverso dal nostro anche se nel nostro si possono scorgere elementi di derivazione. infine traendo le estreme conseguenze dal suo ragionamento Flavio finisce per teorizzare l'inutilita' assoluta di qualunque scambio verbale: dal momento che tutti tirano acqua al proprio mulino, si deve supporre che tutti abbiano un interesse atomisticamente innato, incmunicabile e irriducibile a quello di qualunque altro e lo scambio verbale si ridurrebbe ad essere mera maschera o tentativo di plagio (unica funzione pratica riconoscibile e effettuale nell'uso della parola). Penso che possiamo supporre un mulino in comunita'. Che quindi si possa parlare e si possa tendere ad una interpretazione comune di cio' che appare dividerci. Se si decide di formare una comunita' questa decisione fara' precipitare gli individualismi interpretativi tendendo all'effettualita' delle proprie idee. Il passaggio dall'individualita' alla comunita' puo' forse ridurre l'approfondimento di alcune questioni, ma acuisce le sensibilita' pragmatiche, e' un inizio di societa'. Un solo cenno al problema di Gramsci e del federalismo. Era Gramsci un federalista? Francamente non sono preparato per dirlo. Pero' ne ha parlato. Il passo riportato e' in se' chiaro. Cio' non vuol dire che Gramsci abbia poi fatto una scelta in diretta dipendenza da quel pensiero. Tutti noi abbiamo pensieri, anche acuti, che capita anche di dimenticare. Non si tratta di legare Gramsci a questa scheggia se non ne troviamo altre tali da farne un sistema, o se non troviamo nella sua biografia azioni conseguenti. Pero' la chiarezza del passaggio mosra che il pensiero di Gramsci, almeno in un momento ha usato la propria logica (la logica di Gramsci) per affrontare un problema e per scorgere una soluzione che e' proprio quella che Francesco ha individuato. Che poi Gramsci abbia lascitao passare quella illuminazione, che sia stato rascinato da altre priorita', che la forza dei problemi abbiano sepotlo questo aspetto e' cosa che non toglie oggi che questo aspetto e' venuto in primo piano di recuperarlo nella sua logica. un saluto claudio ![]() |