[RIFORMANDO:534] R: Idee
Claudio Balducci  Giovedi`, 08 Giugno 2000

Il messaggio di Flavio mi ha colpito molto.
Fortunatamente si e' perso nel racconto della sua esperienza che e' la cosa
veramente interessante.
La sua utilizzazione ai fini del dibattito invece mi sembra piuttosto
debole.

Prima di tutto l'interpretazione di un pezzo musicale deve operare il
passaggio dalla musica alla parola.
Poi il pezzo in questione appartiene ad un paradigma culturale indubbiamente
diverso dal nostro anche se nel nostro si possono scorgere elementi di
derivazione.
infine traendo le estreme conseguenze dal suo ragionamento Flavio finisce
per teorizzare l'inutilita' assoluta di qualunque scambio verbale: dal
momento che tutti tirano acqua al proprio mulino, si deve supporre che tutti
abbiano un interesse atomisticamente innato, incmunicabile e irriducibile a
quello di qualunque altro e lo scambio verbale si ridurrebbe ad essere mera
maschera o tentativo di plagio (unica funzione pratica riconoscibile e
effettuale nell'uso della parola).

Penso che possiamo supporre un mulino in comunita'. Che quindi si possa
parlare e si possa tendere ad una interpretazione comune di cio' che appare
dividerci. Se si decide di formare una comunita' questa decisione fara'
precipitare gli individualismi interpretativi tendendo all'effettualita'
delle proprie idee. Il passaggio dall'individualita' alla comunita' puo'
forse ridurre l'approfondimento di alcune questioni, ma acuisce le
sensibilita' pragmatiche, e' un inizio di societa'.

Un solo cenno al problema di Gramsci e del federalismo.
Era Gramsci un federalista?
Francamente non sono preparato per dirlo.
Pero' ne ha parlato. Il passo riportato e' in se' chiaro.
Cio' non vuol dire che Gramsci abbia poi fatto una scelta in diretta
dipendenza da quel pensiero.
Tutti noi abbiamo pensieri, anche acuti, che capita anche di dimenticare.
Non si tratta di legare Gramsci a questa scheggia se non ne troviamo altre
tali da farne un sistema, o se non troviamo nella sua biografia azioni
conseguenti.
Pero' la chiarezza del passaggio mosra che il pensiero di Gramsci, almeno in
un momento ha usato la propria logica (la logica di Gramsci) per affrontare
un problema e per scorgere una soluzione che e' proprio quella che Francesco
ha individuato. Che poi Gramsci abbia lascitao passare quella illuminazione,
che sia stato rascinato da altre priorita', che la forza dei problemi
abbiano sepotlo questo aspetto e' cosa che non toglie oggi che questo
aspetto e' venuto in primo piano di recuperarlo nella sua logica.

un saluto

claudio



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