![]() |
Salvatore CAMAIONI wrote: > P.S. Se l'argomento del federalismo, per i miei ripetuti interventi, fosse > venuto a noia, prego cortesemente tutti gli iscritti di dirmelo o farmelo > capire, in modo da evitare il tormentone. Per un paio di giorni non ho seguito la e-corrispondenza, e mi domandavo se ci fosse stato qualche sviluppo nella definizione di "federalismo". A me non sembrava, ne' mi pare che ci sia stato, nel frattempo, grande concorso. Il tema mi appare di interesse spiccato (per inciso: Salvatore Camaioni: nessuna intenzione di "rimprovero" nella mia prima nota; era un'autogiustificazione all'intervento) , anche in termini di concretezza e attualita', non lo considero un tormentone e mi interesserebbe capire quale sia l'orientamento prevalente (se esiste) degli iscritti. Non ho ancora consultato i siti web in proposito, ma il federalismo che traspare dagli interventi di Francesco P. Forti mi sembra connotato da livelli di maturita' civile e politica molto alti, sostenuti da prassi consolidate (imparate e praticate) quali, secondo me, solo un lento sssviluppo aggregativo puo' creare. Le mie osservazioni su USA, Germania, Svizzera erano proprio indirizzate in quel senso, e anche io sono molto scettico (understatement) sul fatto che la forma federale avrebbe portato (o porterebbe) ad un maggiore equilibrio nord-sud in Italia. Le radici dei problemi mi sembrano fondamentalmente altre. Ma, ripeto, mi manca la definizione accettata e comune di federalismo (quali competenze, quali poteri, quali vincoli reciproci, quali livelli di aggregazione: regioni/province/distretti/..). In definitiva, riprendendo un tema di discussione degli scorsi giorni, si potrebbe assumere la forma federale (definita) come obiettivo ideale, verso cui muoversi, e tracciare delle linee coerenti di sviluppo verso quell'obiettivo (intendo principalmente "cose": decentramenti, competenze; secondariamente "tempi"). Debbo pero' confessare che ritengo piu' importante, piu' appassionante, forse piu' urgente, pensare e lavorare per federare l'Europa. E sulla crescita numerica (espansione ad est) forse sarebbe bene riflettere. Cordialmente Carlo Romani ![]() |