[RIFORMANDO:481] Re: Federalismo gentile e solidale?
Carlo Romani  Domenica, 07 Maggio 2000



Salvatore CAMAIONI wrote:

>   P.S.  Se l'argomento del federalismo, per i miei ripetuti interventi, fosse
> venuto a noia, prego cortesemente tutti gli iscritti di dirmelo o farmelo
> capire, in modo da evitare il tormentone.

Per un paio di giorni non ho seguito la e-corrispondenza, e mi domandavo se ci
fosse stato qualche sviluppo nella definizione di "federalismo". A me non
sembrava, ne' mi pare che ci sia stato, nel frattempo, grande concorso. Il tema
mi appare di interesse spiccato (per inciso: Salvatore Camaioni: nessuna
intenzione di "rimprovero" nella mia prima nota; era un'autogiustificazione
all'intervento) , anche in termini di concretezza e attualita', non lo considero
un tormentone e mi interesserebbe capire quale sia l'orientamento prevalente (se
esiste) degli iscritti.
Non ho ancora consultato i siti web in proposito, ma il federalismo che traspare
dagli interventi di Francesco P. Forti mi sembra connotato da livelli di
maturita' civile e politica molto alti, sostenuti da prassi consolidate
(imparate e praticate) quali, secondo me, solo un lento sssviluppo aggregativo
puo' creare.
Le mie osservazioni su USA, Germania, Svizzera erano proprio indirizzate in quel
senso, e anche io sono molto scettico (understatement) sul fatto che la forma
federale avrebbe portato (o porterebbe) ad un maggiore equilibrio nord-sud in
Italia. Le radici dei problemi mi sembrano fondamentalmente altre.
Ma, ripeto, mi manca la definizione accettata e comune di federalismo (quali
competenze, quali poteri, quali vincoli reciproci, quali livelli di
aggregazione: regioni/province/distretti/..).
In definitiva, riprendendo un tema di discussione degli scorsi giorni, si
potrebbe assumere la forma federale (definita) come obiettivo ideale, verso cui
muoversi, e tracciare delle linee coerenti di sviluppo verso quell'obiettivo
(intendo principalmente "cose": decentramenti, competenze; secondariamente
"tempi").

Debbo pero' confessare che ritengo piu' importante, piu' appassionante, forse
piu' urgente, pensare e lavorare per federare l'Europa. E sulla crescita
numerica (espansione ad est) forse sarebbe bene riflettere.

Cordialmente
Carlo Romani




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