[RIFORMANDO:463] Re: R: Riforme finte o riforme fallite (scuola e sanita')
Francesco Paolo Forti  Lunedi`, 01 Maggio 2000

At 23,16 30.04.00 , Corrado Truffi wrote:

>Sulla sanità non dico molto perchè non ho abbastanza elementi di conoscenza,
>anche se le tabelline che ho visto circa il costo per giornata di degenza
>riconosciuto dalla Regione agli ospedali privatio e a quelli pubblici in
>Lombardia (rapporto 2 a1) mi mettono qualche sospetto sulla virtuosità della
>soluzione Formigoni. E nahce se l'idea dell'assicurazione continua a non
>convincermi. Soprattutto, continua a non convincermi la balla ideologica
>della liberta di seclta nelal cura, secondo cui la sanità si compra e si
>vende al mercato, quando è evidente che se io sto male non compro la cura ma
>chiedo al medico (che è il venditore) la cura giusta: ossia io acquirente
>non sono in situazione di parità informativa con il venditore, quindi il
>mercato è falsato in partenza: è per quyesto che la sanità, a differenza
>delle autostrade o dei telefoni, non può che essere un BENE  PUBBLICO.

E' chiaro che Formigoni ha operato accreditando strutture private a costo
molto alto. Tanto la Lombardia puo' permetterselo. Il problema rimane
sempre quello della qualita' (della cura) e dei suoi costi. Se lo stato 
risparmia ed offre una bassa qualita' (oppure una qualita' non omogenea)
e' chiaro che il ricorso al privato diventa un discorso di "liberta' di scelta"
ma solo per chi puo' permetterselo. Questo capita perche' la sanita' pubblica 
(e privata convenzionata) e' finanziata con le tasse e lo Stato fa la cura 
dimagrante sulle spalle dei cittadini che non possono permettersi "alternative
di mercato". Tu dici che la <<sanita' deve essere un bene pubblico>>.
Frase d'effetto ed anche giusta ma che deve essere calata nella
realta' e trasformarsi in azioni reali. In Italia il 30% della scarsa spesa sanitaria
e' sulle spalle dei cittadini, che la pagano di tasca loro. Nei sistemi assicurativi
misti europei solo il 20% della spesa (di una spesa che in proporzione al PIL e' 
maggiore) e' a carico diretto dei cittadini mentre il 50% e' a carico della 
assicurazioni ed il 30% a carico dello stato. Ritengo che la sanita' sia
piu' "bene pubblico" in Germania e Francia che in Italia, dove e' quasi 
assente nel sud. Cose' il bene pubblco? Gli ospedali con i topi e quelli
costruiti 30 anni fa e mai finiti? 

Capisco che, per le normali resistenze ideologiche, il concetto assicurativo
faccia venire il mal di pancia alla sinistra italiana (ma non a quella tedesca
e francese che l'hanno adottato da decenni) ma vale a questo proposito il
tuo invito. <<continuamo a farci male!>> Il che si traduce in un bel <<per
via delle nostre resistenze ideologiche, lasciamo che i cittadini ed ammalati
italiani siano confrontato con il SSN piu' scassato d'europa>>. 

>Sul tiro al piccione a Berlinguer, assodato che il meccanismo della
>valutazione per concorsone non era nè perfetto nè furbo (ne abbiamo già
>parlato a suo tempo e ho avuto modo di dire la mia), mi sembra però che
>veramente si esageri. E soprattutto mi sembra sballata la critica del
>centralismo in quanto le riforme Berlinguer sono state:
>
>1) autonomia scolastica
>2) riforma dei cicli
>3) valutazione insegnanti
>4) parità scolastica

Appunto, abbastanza calato dall'alto, in modo francamente verticistico. 
Ottimi propositi, pessima metodologia. Molto meglio partire con

meno rulli di tamburo e con progetti pilota locali. Si potevano trovare
100 soluzioni, magari 80 buone e venti pessime (oppure l'inverso) ma
sarebbero state le basi di partenza per comparare progetti e migliorarsi. 
Invece di 100 realta' abbiamo in mano un (1)  pugno di mosche. 
Una vera riforma della scuola sarebbe quella, piu' che di autonomia (da
chi non si sa, visto che e' sempre Roma che decide e paga), di arrivare
al federalismo, come proposto da Martinazzoli. Una scuola legata e
finanziata dall'ente locale, il comune, la provincia, non dagli sponsor. 

Saluti,
Francesco Forti





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