[RIFORMANDO:461] R: Riforme finte o riforme fallite (scuola e sanita')
Corrado Truffi  Domenica, 30 Aprile 2000

Sulla sanità non dico molto perchè non ho abbastanza elementi di conoscenza,
anche se le tabelline che ho visto circa il costo per giornata di degenza
riconosciuto dalla Regione agli ospedali privatio e a quelli pubblici in
Lombardia (rapporto 2 a1) mi mettono qualche sospetto sulla virtuosità della
soluzione Formigoni. E nahce se l'idea dell'assicurazione continua a non
convincermi. Soprattutto, continua a non convincermi la balla ideologica
della liberta di seclta nelal cura, secondo cui la sanità si compra e si
vende al mercato, quando è evidente che se io sto male non compro la cura ma
chiedo al medico (che è il venditore) la cura giusta: ossia io acquirente
non sono in situazione di parità informativa con il venditore, quindi il
mercato è falsato in partenza: è per quyesto che la sanità, a differenza
delle autostrade o dei telefoni, non può che essere un BENE  PUBBLICO.

Sul tiro al piccione a Berlinguer, assodato che il meccanismo della
valutazione per concorsone non era nè perfetto nè furbo (ne abbiamo già
parlato a suo tempo e ho avuto modo di dire la mia), mi sembra però che
veramente si esageri. E soprattutto mi sembra sballata la critica del
centralismo in quanto le riforme Berlinguer sono state:

1) autonomia scolastica
2) riforma dei cicli
3) valutazione insegnanti
4) parità scolastica

dove il punto 1 è quello essenziale per l'organizzazione, e il 2 quello
essenziale per il risultato e per gli utenti. Però, l'autonomia richeide più
attività locale, meno eterodirezione, più responsabilità, ergo più lavoro.
E' facile e anche giusto dire, come fai, che parlare male degli insegnanti è
operazione semplificatoria, però:

1) io li ho sentiti quelli del Cobas e dellòa Gilda dire che erano meglio i
ministri democristiani perchè "almeno non facevano nulla"
2) quando si richiede maggior impegno, è vero che ci si fa i nemeici,
soprattutto in un comparto dove purtroppo una parte consistente del
personale viveva quel lavoro coem un "secondo" lavoro (dopo la casa se
donna, o dopo il lavoro nero se uomo).

Comunque, non c'è problema, ci penseranno i buoni scuola del berlusca a
soddisfare la voglia di egualitarismo al ribasso degli insegnanti più
lavativi...
auguri a tutti...

Un'ultima annotazione. Le mie perplessità per il governo Amato sono
accresciute dal cambio di Bindi e Berlinguer anche per la facilità con cui
la destra può usrae l'argomento: "visto, hanno cambiato proprio i ministri
che hanno fatto le riforme: visto che non sanno governare?". Continuiamo
così, facciamoci del male...

----- Original Message -----
From: Francesco Paolo Forti <francesco.forti@easyclub.ch>
To: Multiple recipients of list RIFORMANDO <riformando@perlulivo.it>
Sent: Saturday, April 29, 2000 3:05 PM
Subject: [RIFORMANDO:458] Riforme finte o riforme fallite (scuola e sanita')


> Raccolgo un intervento da un'altra lista e provo a rispondere.
>
> >Perché si è voluto disarcionare il ministro della Sanità Rosi Bindi ed il
> >ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Berlinguer? Casini, oggi alla
> >Camera, disse che la riforma della sanità è contro i medici, e quella
della
> >scuola contro i professori, come motivo di massimo demerito. La cosa
> >veramente grave sarebbe se la riforma della sanità fosse contro i malati,
i
> >malati meno facoltosi, se la riforma della scuola fosse contro gli alunni
ed
> >i genitori. Quando scuola e sanità non funzionano, ci sarà pure una
> >corresponsabilità degli operatori che in essa operano.
>
> A sentire i commenti internazionali, sulla TV via cavo, la risposta
> alla domanda "Perché si è voluto disarcionare il ministro della Sanità
> Rosi Bindi ed il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Berlinguer"
> e' una sola. <<Perche' sono stati considerati i principali responsabili
> della caduta di prestigio del CentroSinistra>>. Cose che in Italia non
> si dicono (soprattutto prima delle elezioni, per evitare profezie che
> si autoavverano) ma che all'estero i commentatori dicono liberamente.
>
> Ora e' chiaro che quando si cambia in comparti che non vanno, si
> sollevano ovvie resistenze. Tuttavia in un paese diviso a meta' come
> il nostro ed in cui ci sono per forza di cose componenti positive ed
> innovative miste a frange di corporativismo, di tutto ci si puo' aspettare
> tranne che il fatto di due riforme che vedano contro praticamente
> _tutti_ i medici e _tutti_ i docenti. Ci si puo' aspettare che alcuni
> medici e docenti siano pro ed altri contro, in varie percentuali.
> Mai come in questi ultimi 20 anni invece si e' vista questa unanimita'
> di vedute nell'essere contro le decisioni ministeriali. Cio' tra l'altro
> viene considerato da alcuni un fatto positivo, come se fosse un
> indicatore che quei ministri hanno colto nel segno. A me questo
> ragionamento pare solo una riedizione del mussoliniano "molti nemici,
> molto onore".
>
> Nel campo della scuola Berlinguer ha fatto un errore colossale
> nel praticare la concertazione solo con alcuni sindacati e non
> con altri. Inoltre il Ministero, sotto la sua responsabilita', ha
partorito
> quel micidiale meccanismo dell'aumento per concorso ad un 20%
> di insegnanti, come pessima risposta ad una ottima esegenza, quella
> della valutazione qualitativa dei docenti. Onore a Berlinguer che poi
> ha sospeso e ritirato il provvedimento, spiazzando gli stessi sindacati
> confederali che lo avevano appoggiato a spada tratta (dopo aver
> preparato anche i "kit per il concorso", ovviamente non gratuiti).
> Qui pero' e' evidente che pur in presenza di una impostazione
condivisibile
> (autonomia, valutazione del corpo docente) a livello concettuale, il CS ha
> fallito nella messa in pratica, nel "come". Ha agito in modo centralistico
> ed ha sbagliato. Poteva agire dando piu' liberta' locale e poteva
> raccogliere 80 successi e 20 insuccessi, ma sarebbe stato meglio
> cosi' in quanto gli 80 successi avrebbero fatto da faro per trasformare
> i 20 insuccessi in altrettanti successi al secondo tentativo. Invece
> abbiamo in mano un solo grande flop e chi fa resistenza si vanta
>
> di aver vinto. Non so se avremo un secondo tentativo.
>
> Nel campo sanitario la riforma Bindi e' stato un forzato stop al
> federalismo, per fermare l'autonomia di regioni come la Lombardia,
> che essendo autonome dal punto di vista del finanziamento avrebbero
> potuto impostare una riforma come voleva il suo governo locale.
> Formigoni si e' fatto vanto della sua riforma sanitaria ed ha vinto in
> Lombardia. I medici lombardi di centrosinistra erano in netta difficolta'
> in quanto tutte le armi in mano a Formigoni erano state gentilmente
> offerte dalla Bindi. In pratica dove le cose vanno bene Formigoni
> puo' dire che e' merito suo e dove vanno male puo' scaricare
> la colpa su Roma. Difficile per noi cercare di affermare il contrario
> visto che principalmente si tratta di una competenza locale.
> Nelle riunioni che ho seguito per il settore sanitario, sia nelle
> commissioni dei Democratici a Milano che presso Nuove Regole
> per l'Europa, era palese l'aspetto decisamente critico di tutti verso
> la riforma sanitaria in atto. La classica riforma che sembra
> cambiare tutto e non cambia nulla, come se ne vedono ogni anno.
> La critica piu' diffusa era quella relativa al carattere nettamente
> antifederalista della riforma. Poi ci si meraviglia di perdere al Nord?
>
> Da tempo vado dicendo che l'unica soluzione e' arrivare ad un
> assetto della sanita' come quello tedesco e francese (assicurativo
> obbligatorio) ma la Bindi, gia' nel 97 quando la sentii a Milano, diceva
> che prima occorreva passare sul suo corpo. Quindi per non fare la
> riforma vera, si inventano quelle finte, fino a quando si scontentano
> tutti, ammalati e medici, si perdono le elezioni e si fanno fare le
> riforme agli avversari.
>
> In conclusione le riforme impostate nei due ministeri hanno avuto una
> netta connotazione centralistica e quindi al nord non avevamo alcuna
> possibilita', nemmeno schierando personalita' come Cacciari. Ci vuole
> altro che "par condicio" per arginare il Polo. Abbiamo fatto delle riforme
> del kaiser ed e' ovvio quindi perdere consensi.
>
> Nella impossibilita' di schierare due politici nei due ministeri
"bruciati"
> (e chi mai ci sarebbe voluto andare?) sono stati trovati due tecnici.
>
> Saluti,
> Francesco F.
>
>




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