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Raccolgo un intervento da un'altra lista e provo a rispondere. >Perché si è voluto disarcionare il ministro della Sanità Rosi Bindi ed il >ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Berlinguer? Casini, oggi alla >Camera, disse che la riforma della sanità è contro i medici, e quella della >scuola contro i professori, come motivo di massimo demerito. La cosa >veramente grave sarebbe se la riforma della sanità fosse contro i malati, i >malati meno facoltosi, se la riforma della scuola fosse contro gli alunni ed >i genitori. Quando scuola e sanità non funzionano, ci sarà pure una >corresponsabilità degli operatori che in essa operano. A sentire i commenti internazionali, sulla TV via cavo, la risposta alla domanda "Perché si è voluto disarcionare il ministro della Sanità Rosi Bindi ed il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Berlinguer" e' una sola. <<Perche' sono stati considerati i principali responsabili della caduta di prestigio del CentroSinistra>>. Cose che in Italia non si dicono (soprattutto prima delle elezioni, per evitare profezie che si autoavverano) ma che all'estero i commentatori dicono liberamente. Ora e' chiaro che quando si cambia in comparti che non vanno, si sollevano ovvie resistenze. Tuttavia in un paese diviso a meta' come il nostro ed in cui ci sono per forza di cose componenti positive ed innovative miste a frange di corporativismo, di tutto ci si puo' aspettare tranne che il fatto di due riforme che vedano contro praticamente _tutti_ i medici e _tutti_ i docenti. Ci si puo' aspettare che alcuni medici e docenti siano pro ed altri contro, in varie percentuali. Mai come in questi ultimi 20 anni invece si e' vista questa unanimita' di vedute nell'essere contro le decisioni ministeriali. Cio' tra l'altro viene considerato da alcuni un fatto positivo, come se fosse un indicatore che quei ministri hanno colto nel segno. A me questo ragionamento pare solo una riedizione del mussoliniano "molti nemici, molto onore". Nel campo della scuola Berlinguer ha fatto un errore colossale nel praticare la concertazione solo con alcuni sindacati e non con altri. Inoltre il Ministero, sotto la sua responsabilita', ha partorito quel micidiale meccanismo dell'aumento per concorso ad un 20% di insegnanti, come pessima risposta ad una ottima esegenza, quella della valutazione qualitativa dei docenti. Onore a Berlinguer che poi ha sospeso e ritirato il provvedimento, spiazzando gli stessi sindacati confederali che lo avevano appoggiato a spada tratta (dopo aver preparato anche i "kit per il concorso", ovviamente non gratuiti). Qui pero' e' evidente che pur in presenza di una impostazione condivisibile (autonomia, valutazione del corpo docente) a livello concettuale, il CS ha fallito nella messa in pratica, nel "come". Ha agito in modo centralistico ed ha sbagliato. Poteva agire dando piu' liberta' locale e poteva raccogliere 80 successi e 20 insuccessi, ma sarebbe stato meglio cosi' in quanto gli 80 successi avrebbero fatto da faro per trasformare i 20 insuccessi in altrettanti successi al secondo tentativo. Invece abbiamo in mano un solo grande flop e chi fa resistenza si vanta di aver vinto. Non so se avremo un secondo tentativo. Nel campo sanitario la riforma Bindi e' stato un forzato stop al federalismo, per fermare l'autonomia di regioni come la Lombardia, che essendo autonome dal punto di vista del finanziamento avrebbero potuto impostare una riforma come voleva il suo governo locale. Formigoni si e' fatto vanto della sua riforma sanitaria ed ha vinto in Lombardia. I medici lombardi di centrosinistra erano in netta difficolta' in quanto tutte le armi in mano a Formigoni erano state gentilmente offerte dalla Bindi. In pratica dove le cose vanno bene Formigoni puo' dire che e' merito suo e dove vanno male puo' scaricare la colpa su Roma. Difficile per noi cercare di affermare il contrario visto che principalmente si tratta di una competenza locale. Nelle riunioni che ho seguito per il settore sanitario, sia nelle commissioni dei Democratici a Milano che presso Nuove Regole per l'Europa, era palese l'aspetto decisamente critico di tutti verso la riforma sanitaria in atto. La classica riforma che sembra cambiare tutto e non cambia nulla, come se ne vedono ogni anno. La critica piu' diffusa era quella relativa al carattere nettamente antifederalista della riforma. Poi ci si meraviglia di perdere al Nord? Da tempo vado dicendo che l'unica soluzione e' arrivare ad un assetto della sanita' come quello tedesco e francese (assicurativo obbligatorio) ma la Bindi, gia' nel 97 quando la sentii a Milano, diceva che prima occorreva passare sul suo corpo. Quindi per non fare la riforma vera, si inventano quelle finte, fino a quando si scontentano tutti, ammalati e medici, si perdono le elezioni e si fanno fare le riforme agli avversari. In conclusione le riforme impostate nei due ministeri hanno avuto una netta connotazione centralistica e quindi al nord non avevamo alcuna possibilita', nemmeno schierando personalita' come Cacciari. Ci vuole altro che "par condicio" per arginare il Polo. Abbiamo fatto delle riforme del kaiser ed e' ovvio quindi perdere consensi. Nella impossibilita' di schierare due politici nei due ministeri "bruciati" (e chi mai ci sarebbe voluto andare?) sono stati trovati due tecnici. Saluti, Francesco F. ![]() |