[RIFORMANDO:457] Eurolandia vista da Londra
Carlo Romani  Venerdi`, 28 Aprile 2000

Due annotazioni banali a proposito dell'interessante testo "girato" da
Flavio Mobiglia (grazie) e dei suoi commenti altrettanto interessanti.
* Una differenza sostanziale tra lo U.K. di Wilson nel 1967 e il gruppo
Euro di oggi penso si possa trovare in un (probabile) molto minore
rapporto tra scambi esterni e scambi interni alle aree di riferimento.
Se cosi' e' davvero, penso che siamo molto meno sensibili (ma non
insensibili) al deprezzamento dell'euro, rispetto all'UK d'antan.
* In euroland non si possono mozzare teste, perche' non ci sono teste da
mozzare.
Se la debolezza dell'euro dipende veramente dall'acefalita' politica
europea (sperando non diano colpe di incapacita' a Prodi, ma che sia -
quale appare - un problema di struttura istituzionale), ancora una volta
le teste pensanti e deliberanti - questa volta a livello continentale -
hanno dato prova di incapacita' o almeno di leggerezza. Le gelosie o
impossibilta' a livello nazionale ripropongono, in qualche modo, in
chiave macro le difficolta' dell'Ulivo/centro(-)sinistra.

E' interessante comunque osservare che le singole monete (persino la
lira, per non parlare specificamente di marco e fiorino) si erano
mostrate enormemente piu' stabili dell'orribile combinato. Non ho pero'
ancora ben capito se la causa prevalente sia la mancanza di governo
europeo o il differenziale di dinamicita' nelle due (tre, col Giappone)
economie.
Da piu' parti si ricorda anche che deficit commerciale e debito pubblico
USA condannano il dollaro ad essere super-strong. Fino al crac.
Cordialmente
Carlo Romani




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