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Sono d'accordo con Francesco. Vorrei poi sottolineare che la costituzione rimane modificabile, fatta salva l'impostazione repubblicana. Il fatto che l'Italia sia una e indivisibile non significa che non possa essere strutturata federalmente. Suppongo che la rigidita' della costituzione nella sua forma repubblicana avesse per scopo impedire un ritorno alla monarchia, non opporsi ad un domani federalista. Per quanto riguarda il progetto lega-polo "smascherato" da Scalfari, non mi spaventa affatto per diversi motivi. Il primo e' che il polo e' troppo disomogeneo per realizzare una "secessione" edulcorata. Non lo permetterebbero i cattolici e la destra estrema (Rauti, Fini) che e' rimasta ancorata all'idea mussoliniana di madrepatria... e Berlusconi, da Ponzio Pilato qual e', se ne laverebbe le mani... Il secondo e' che una devoluzione di poteri a sole quattro regioni provocherebbe una reazione forte da parte delle altre regioni, che rimarrebbero penalizzate e discriminate. Quindi, se veramente la si realizzasse, avrebbe solo un effetto domino e alla fine tutte le regioni dovrebbero ottenere una devoluzione pari, pena il suicidio politico dell'Unto di Arcore. Il terzo e' che in soli 9 mesi (la mia stima di vita per il Berlusconi-Bossi-Fini II) di governo, e' molto difficile realizzare una riforma così ambiziosa... .. Maggioritario: intervista de il Messaggero a Marco Pannella 11 APRILE 2000 L'INTERVISTA Pannella: «Per il maggioritario scenderemo in piazza con la sinistra» «Da D'Alema un'offerta concreta, da Berlusconi doppio gioco» di VIRMAN CUSENZA ROMA - «Importantissima, autorevole, un percorso serio». L'apertura di Massimo D'Alema è musica per le orecchie del duo radicale. Ancora di più perché arriva su una delle materie referendarie che hanno più a cuore: la legge elettorale. Proprio quella su cui s'erano infranti i giochi con il Cavaliere. Conclusione sorprendente quanto imprevista per lo stesso Marco Pannella che, a questo punto, mette in conto «inevitabili manifestazioni di piazza con la sinistra» per il sì. E adesso che cosa direte: contrordine radicali, adesso guardiamo a sinistra visto che con il Polo ci abbiamo provato ma è andata male? «Per fortuna sono gli altri a provarci o quantomeno a far finta di tentarci, come ha dimostrato Berlusconi finché ha potuto durante la trattativa con noi. Prima ha pervicacemente operato contro la candidatura della Bonino al Quirinale, poi per la sua cacciata da commiassaria a Bruxelles e infine l'ha definita la mia protesi dopo il bel risultato alle europee. Salvo poi cambiare idea quando abbiamo raccolto 16 milioni di firme per i referendum sulle spiagge italiane. Infine, a trattativa aperta, prendeva tempo per firmare ad insaputa della stessa Forza Italia accordi con Bossi per guidare lo schieramento neo proporzionalista». E infatti è andata male. «Ma era lui che fingeva, noi abbiamo tentato il dialogo sino alla fine, sino all'ultima nostra proposta. Che poi era l'adozione per le Regioni che eleggeremo il 16 aprile del disegno di legge costituzionale, a firma Urbani e Speroni, che lui stesso come premier aveva presentato nel '94 per il maggioritario all'americana nelle regioni. Mentre lui fingeva di evitare, i vari Casini, Buttiglione facevano il dovuto per affondare l'intesa». Invece, stavolta di D'Alema vi fidate? «Non è questione di fidarsi. Siamo in presenza di un fatto. D'Alema ha detto che per la politica italiana è centrale il passaggio al sistema maggioritario. Dal momento che parla da premier e in qualche modo da leader del centrosinistra, siamo in presenza di un fatto politico decisivo». D'Alema non è prigioniero della sua maggioranza, come lo dicevate del Cavaliere? «La differenza è che Berlusconi aveva assoldato i suoi carcerieri, i Bossi, i Casini e i Buttiglione li ha scelti come classe dirigente. D'Alema invece conosceva bene le possibile reazioni dei suoi alleati, le aveva messe nel conto. La sua non è una posizione gratuita o indolore: ha preso un'iniziativa libera». Alla fine non cederà ai diktat degli alleati come Castagnetti, Boselli, Parisi... «Castagnetti scandisce da diligente pappagallo le parole d'ordine di Buttiglione e Casini. Vorrà dire che alla fine anche lui sarà pronto per la "casa delle libertà" berlusconiana». E i radicali alloggerano nella casa del centrosinistra? «D'Alema ha preso un impegno per questa campagna referendaria. Noi intendiamo camminare insieme con quelli con cui condividiamo un obiettivo comune». Nessuna prospettiva di alleanza alle politiche? «E' serio coltivare le cose che urgono. La proposta di D'Alema è importantissima, visto che da 50 anni attendiamo un loro dialogo con la sinistra liberale. Speriamo che sia la volta buona». Sentiremo parlare di un ticket D'Alema-Bonino per Palazzo Chigi? «Allora ipotizziamo anche un ticket Bonino-Prodi, Clinton-Bonino. Sono previsioni astratte. L'avevamo proposto a Berlusconi per farlo uscire allo scoperto,verificando se era ancora quello del '94 e lui annuiva!». A quando l'incontro con il premier? «Ancora non c'è niente di stabilito. Ma ragionandoci su, mi viene logico prevederlo: se facciamo insieme la campagna per il maggioritario...ci saranno grandi manifestazioni comuni». Lei e la Bonino sul palco dei Ds? «Noi, i Ds, quelli dell'Asinello, Segni e forse, se glielo permetteranno anche Fini. Eppoi, guardi che già ai tempi del referendum sul divorzio, nel '74 noi e il Pci facemmo fronte assieme. Quella volta il Pci pur essendo in linea di massima favorevole al divorzio, era però contro il referendum sul divorzio (solito sistema). Per fortuna, alla fine però si schierò in extremis. Vorrà dire che pure stavolta avremo contro un fronte Fanfani-Almirante, capitanato dal neocentrista Berlusconi che pare pronto a riaprire la stagione del dialogo bicameralesco». Nessuno scambio di cortesie per il voto di domenica: come l'appoggio al candato presidente del centrosinistra? «Facciamo cose alla luce del sole. Non c'è nulla di vero». Comunque, i due blocchi stavolta sono chiari. «No, c'è ancora la realtà della Rai a dimostrare che esistono entazioni pericolose. Siamo stati esclusi da tutti i dibattiti televisivi per volontà del blocco Rai-Mediaset, controllato dal socio di maggioranza Berlusconi. La scusa? Io ed Emma siamo candidati alle Regionali. Ci hanno bloccato pure la partecipazione a Telecamere all'ultimo momento. Questo ostracismo potrebbe costar caro elettoralmente. Ma accumuleromo altre denunce all'Authority e alle Procure per il dossier "regime italiano" all'Onu e nella Ue». Pannella, quanto vale oggi la lista Bonino? «I nostri calcoli dicono che viaggiamo tra il 6 della lista e l'8 per cento dei candidati presidenti. Sarebbe un successo straordinario, da quarto partito. Alle regionali del '95 non prendemmo nemmeno un consigliere». Mentre stavolta? «Dovremmo strapparne qualche decina, il che ci consentirebbe di promuovere referendum sulle materie cruciali. E poi qualche speranzella la coltiviamo con la Bonino in Piemonte, qualcosa mi dice che avrete una sopresa...». .... Saluti f.m. PS D'Alema l'ho convinto io, gli ho telefonato a casa... :-) Per le regionali http://www.giovannicominelli.org Per i diritti umani http://www.amnesty.it Contro la fame nel mondo http://www.thehungersite.com/index.html ![]() |