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Ricordo in merito un libello di Popper, che non riesco piu' a trovare. In soldoni diceva che nessuno dei due e' superiore all'altro. Ci sono sistemi che funzionano in modo egregio con il proporzionale, puro come in Svizzera, corretto con sbarramenti come in Germania. In molti casi pero' il proporzionale ha dimostrato di essere deleterio per il ricambio della classe politica e del governo. Prima di tutto individuamo il caso specifico: Democrazia Parlamentare. Il parlamento elegge (nomina) il governo. Questo e' il punto "dolens". Perche' "dolens"? Perche' il meccanismo che elegge il Parlamento (potere legislativo) diventa determinante anche per la elezione del Governo (potere esecutivo) tramite l'istituto della fiducia. Nella democrazia parlamentare non si attua una perfetta autonomia dei tre poteri. Il potere esecutivo infatti e' fortemente condizionato dal Parlamento. Gli equilibri parlamentari (maggioranza) che sono mutevoli, si riflettono negli equilibri di governo. Il fatto che alcuni parlamentari cambino casacca, ad esempio, puo' tradursi in una crisi di governo. Ci sono sistemi in cui cio' non avviene (non puo' avvenire). In questi sistemi parlamento e governo sono eletti entrambi dal popolo (nello stesso giorno su schede diverse oppure anche in momenti diversi) e quindi cio' che accade nel Parlamento (che deve solo fare le leggi) non influenza il Governo (che deve governare e rendere esecutive le leggi stesse). E' il popolo a dare la fiducia, non il Parlamento ed i due poteri sono quindi veramente autonomi. Hanno compiti diversi, procedono su strade diverse, che si uniscono solo quando il governo propone una certa legge per risolvere un certo problema esecutivo. A dire il vero qui un'altra soluzione sarebbe quella del referendum popolare, in quanto ritengo che il popolo, se abituato a votare, possa fare meglio del Parlamento. Dove il governo e' eletto dal popolo (il Primo Ministro ed in alcuni casi anche tutti i ministri) cio' viene fatto ovviamente con un sistema di tipo maggioritario, mentre il Parlamento rimane espressione di un sistema proporzionale puro. In Italia non e' cosi' ed in attesa di una riforma in tal senso, se la si vorra', occorre dare stabilita' al governo dando stabilita' al Parlamento. Una operazione difficilissima e per me impossibile. Ma se ci si vuole tentare non vedo strada diversa dal maggioritario. Di fatto 50 anni di proporzionale ci hanno dimostrato che esso ha generato i governi DC, poi bipartiti, poi tri, quadri e penta. Ogni volta che l'elettorato puniva il governo, facendogli perdere un 2%, esso reagiva imbarcando partitini del 2% e bloccando il ricambio. L'idea della necessita' di una alternanza di governo destra-sinistra e' quindi diventata maggioritaria e questa idea si puo' esprimenre solo con la nascita di due schieramenti bipolari. Anche questo sistema ha i suoi difetti (ogni sistema ne ha) ma a quanto pare tutto cio' e' meglio della continua ed infinita serie dei governi di centro che il proporzioanale ci puo' regalare. Il fatto che cio' possa segnare la fine del peso politico di movimenti estremi come quelli di Rauti e Bertinotti, rimasti ai margini della storia e votati solo da schiere di nostalgici di opposte fazioni non mi fa certo incupire (come Leopardi al pensiero di Silvia). Una nazione moderna non puo' essere in mano a costoro ma deve essere guidata da una maggioranza di moderati. Di schieramenti opposti ma moderati. Se avessimo un sistema a poteri separati (governo eletto dal popolo) potremmo tranquillamente avere un parlamento eletto su base proporzionale e con il diritto di tribuna a tutti. Saluti, Francesco Forti http://come.to/federalismo ![]() |