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Francesco Forti ha scritto: >Queste sono le rivoluzioni che mi aspetto dalla sinistra. >Non il "concorsone" per stabilire con i quiz a chi dare un >aumento di stipendio. ...... :-(( Sul concorsone ho opinioni un po' diverse. Il concorsone in se era ovviamente una boiata, ossia un modo di compromesso per riuscire ad istituire in qualche modo una carriera di merito in un ambiente a ciò del tutto refrattario. Purtroppo, prevedibilmente, è stato un fallimento con connessa levata di scudi. Però, continuo a non capire perché se io (e ormai il 90% dei lavoratori dipendenti, compreso quelli pubblici) ho lo stipendio in parte legato a valutazioni di risultato (che vanno dalla misura della produttività a quella dell'efficacia, al voto del tutto soggettivo ed opinabile del proprio capo), gli insegnanti non possano avere un meccanismo simile, risaltando privilegiati ed intoccabili. L'obiezione alla meritocrazia nell'insegnamento è duplice: 1) il processo di valutazione del lavoro dell'insegnante è un processo complesso e multidimensionale (come quello della valutazione degli studenti), e quindi di fatto impossibile e comunque opinabile e non delegabile ne a quiz ne a dirigenti - presidi; 2) dividere gli insegnanti in serie A e serie B significa condannare la serie B all'esclusione e alla derisione da parte di studenti e genitori, ottenendo effetti didattici paradossali ed esattamente contrari agli obiettivi di aumentare l'efficienza e l'efficacia del sistema scuola. Quanto all'obiezione 1), osservo prima di tutto che anche il processo di valutazione di qualunque altro lavoro intellettuale è largamente opinabile (e infatti anche nella mia azienda la valutazione genera conflitti, ci mancherebbe! io stesso non sono affatto contento delle valutazione che di me fanno i miei capi). Ma l'alternativa è solo l'egualitarismo falso che permette ai lavativi di conservare la stessa situazione di chi lavora con impegno. Occorre dotare il sistema scolastico di nuclei di valutazione centrali e decentrati, far partecipare nei modi opportuni alla valutazione genitori e studenti, utilizzare in modo proficuo i dati che già ci sono, innescare meccanismi e procedure di autovalutazione fra docenti ecc. E' proprio impossibile, o semplicemente la verità è che gli insegnanti della Gilda e dei Cobas preferiscono davvero (come qualcuno di loro ha detto) l'immobilismo democristiano a qualunque riforma che li rimetta in gioco? L'obiezione 2), poi, è quella che mi sembra davvero più pretestuosa. Tutti i sistemi di valutazione (forse non il concorsone proprio per la sua natura ibrida di compromesso) sono o dovrebbero essere reversibili: non ci sono insegnanti di serie A e B, ma insegnanti che un anno hanno preso A e l'anno dopo B, e viceversa. Se, avuta una valutazione negativa, una persona non potesse fare nulla per cambiarla, i sistemi di valutazione aziendali sarebbero tutti falliti, provocando per definizione la disaffezione dei non premiati: sarebbe come dare l'ergastolo senza possibilità di recupero! ![]() |