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Indice - Federalismo delle 100 Città  Francesco Paolo Forti   Sabato, 21 Novembre 1998 ore 20:35
Per il Federalismo delle 100 Città
Nota: questo indice crescerà gradualmente. Questa è la versione del 22 novembre 1998.
Consultatelo spesso e troverete sempre nuovi link ad approfondimenti sui singoli punti.
  • Il federalismo è sostanzialmente equilibrio:

  • equilibro economico, culturale e politico tra territori e dentro i territori medesimi.
  • Base di questo equilibrio è il Comune, come mattone fondamentale della vita democratica di ogni paese.
  • I poteri che i Comuni hanno nei paesi federali (USA, Germania e Svizzera) sono tre o quattro volte superiori a quelli dei Comuni italiani e lo stesso dicasi per l'autonomia finanziaria. Questo significa che il cittadino trova soddisfazione nella soluzione dei problemi rivolgendosi al Comune, non ad enti distanti. Scuole ed Ospedali, ad esempio, dipendono dai Comuni e così dicasi per l'assistenza agli indigenti, per la polizia, la protezione civile, per buona parte delle competenze in fatto di ambiente, per tutti i servizi alla persona e buona parte di quelli al territorio.
  • In questi paesi il Comune non è un organo amministrativo ma è un organo politico.
  • I compiti che, per complessità, non possono essere assunti dai Comuni, possono essere gestiti in maniera cooperativa (Consorzi) realizzando quella che è definibile come "cooperazione orizzontale".
  • I compiti che non possono essere assunti dai Comuni e dai Consorzi, possono essere gestiti da un organo superiore che abbia anch'esso una sovranità politica. Questo solitamente è lo Stato federato (Cantone/Stato/Land)
  • La dimensione del Cantone/Stato/Land dipende da fattori storici, economici, politici e geografici.
  • In tutti i paesi federali sono presenti realtà molto piccole e molto grandi (relativamente alle dimensione di ognuno) ma è un dato di fatto che più piccolo è un territorio, meglio è amministrabile e gestibile.
  • La distribuzione dei compiti tra i Cantoni/Stati/Länder ed i Comuni non è fissa (come con il decentramento) ma varia di luogo in luogo a seconda della realtà organizzativa, della storia, della cultura e della economia locale.
  • Questi due organi (Comune e Stato Federato) realizzano una "cooperazione verticale".
  • Assieme, questi due organi politici, assolvono tra il 50% ed il 70% dei compiti complessivi dello Stato e tutti quelli di gestione.
  • Allo stato federale, snello e leggero, competono attività di indirizzamento, sostegno, controllo e coordinamento.
  • Molti dei compiti federali vengono poi affidati alle sovranità locali, come se fosse un paese decentrato. In questo caso solitamente la federazione rimunera il servizio reso localmente.
  • A parte questa rimunerazione, ogni sovranità provvede con finanze proprie ai suoi compiti, salvo meccanismi perequativi di basso rilievo.
  • Tra Cantoni/Stati/Länder si attua la cooperazione orizzontale in tutti i settori in cui essa è proficua ed esiste competizione in economia e nella individuazione di soluzioni originali ed innovative.
  • Tra Federazione e Cantoni/Stati/Länder esistono forme di cooperazione verticale, diverse in ogni paese ma solitamente legate alla struttura del Senato a rappresentanza territoriale o ad esso correlate.
Il risultato in termini politici ed economici per un paese federale è una grande stabilità e governabilità. Ciò è dovuto alla sommatoria delle stabilità e governabilità locali, a loro volta dovute dagli equilibri locali in fatto di economia, cultura e politica.

Un aspetto non trascurabile degli equilibri federali è l'assenza di disparità economiche al loro interno. Sia USA che Germania e Svizzera hanno infatti bassissime differenze economiche tra i loro membri (assolutamente non paragonabili a quelle italiane e francesi)
Le basse differenze interne giustificano anche l'assenza o lo scarso rilievo dei meccanismi perequativi tra Cantoni/Stati/Länder (perequazione finanziaria orizzontale e/o verticale).

E' chiaro che la Germania post riunificazione ha ora divari altissimi al suo interno ma il fatto che in sei anni il divario est-ovest sia dimezzato (cosa mai accaduta in 100 anni di storia italiana) è un punto a favore del modello federale come risolutore dei problemi geo-economici.

Se questo è il modello che pensiamo di voler ottenere (pensando soprattutto al secolare problema del Sud) il federalismo va inteso non come alchimia istituzionale (o come inseguimento dell'elettorato leghista) ma proprio obiettivo strategico per l'Italia.
Per raggiungere tale obiettivo strategico occorre usare, come metodo di soluzione dei problemi, i principi chiave del federalismo:

sussidiarietà, cooperazione, competizione e solidarietà.

Per ottenere ciò il metodo finora usato, quello di pensare ad un graduale spostamento di funzioni e compiti dallo Stato alle Regioni, è deleterio e nulla ha a che vedere con il federalismo.
Occorre invece agire su più fronti:

  1. Delegificare (La Germania ha circa 4'000 leggi. La Svizzera meno di 1'000)
  2. Eliminare enti inutili e fuori dal controllo democratico dei cittadini (ANAS/ASL…) assegnando quei compiti agli organi più vicini ai cittadini. In pratica eliminare il 99% dei  119'000 "soggetti decisori" che il CENSIS ha segnalato in uno suo studio e che agiscono come un freno a mano gigantesco allo sviluppo economico e democratico del paese.
  3. Assegnare compiti partendo dal basso e non dall'alto, dando una occhiata alla esperienza dei paesi federali ed in particolare modo a quella del Ct. Ticino, dove il federalismo è realtà di tutti i giorni dall'inizio del secolo scorso ed è portato avanti e sostenuto positivamente da una popolazione di lingua e cultura italiana.
Una particolare evidenza va data al terzo punto. Se costruissimo uno stato decentrato partendo dall'alto, assegnando poteri prima alle Regioni, poi alle Province, poi ai Comuni, otterremmo un risultato molto diverso che se invece procedessimo nell'ordine opposto, che poi è quello sussidiario/federale. I due risultati finali non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro ed hanno gradi di efficienza/efficacia molto diversi.

Partendo dal basso ed usando correttamente sussidiarietà e cooperazione, le regioni sarebbero perfettamente inutili e potremmo risparmiare un bel po' di soldi ed avere uno Stato più snello.
Infatti Comuni e Province (ed il caso delle Province Autonome di Trento e Bolzano sta a dimostrarlo) possono tranquillamente gestire tutti i compiti che oggi sono assegnati alle Regioni.
I piccoli Cantoni svizzeri hanno compiti di molto superiori agli attuali compiti regionali e superiori perfino a quelli che la Bicamerale aveva previsto per le Regioni anche nelle versioni più spinte e "federaliste". Addirittura molti compiti che in Italia sono regionali, sono in Svizzera assegnati ai Comuni, i quali vi assolvono perfettamente ed assai meglio.

Il problema non è la dimensione (maggiore la dimensione, maggiori i compiti) ma esattamente il contrario:

  • minori le dimensioni e minori saranno i problemi a gestire una determinata materia.
  • minori saranno anche i costi.
  • maggiore sarà la rapidità della soluzione del problema e la soddisfazione del cittadino.
Per chi è abituato a sentir parlare di "economie di scala" l'affermazione suona strana, ma una occhiata ai compiti dei comuni e del cantoni svizzeri (anche fermandoci alla parte italiana della svizzera) ed ai bilanci consuntivi, dimostra proprio che nelle realtà più piccole ci sono i costi minori ed i servizi migliori. Inoltre sommando i costi dei tre livelli (comunale, statale e federale) otteniamo un totale proporzionalmente inferiore a quello italiano.

Se tra Comuni e Province ci fossero problemi c'è appunto il principio di cooperazione (ad esempio tra Province di uno stesso bacino) che mette in grado anche piccoli territori di operare con successo in un numero incredibile di campi. Ecco che le Regioni potrebbero allora essere pensate come un elemento federativo di Province, anche su scala più grande dell'attuale. Queste regioni, o Macro Regioni, sarebbero a loro volta elemento del federalismo europeo, non certo di quello italiano. C'è sempre stata in Italia questa confusione di ruoli. La regione deve diventare, opportunamente dimensionata, il mattone dell'Europa.
Il federalismo italiano è invece basato, per essere solido e per rendere solido quello europeo, sui Comuni e sulle Province.

Su questi concetti si basa lo slogan "Il federalismo delle 100 Città", che poi deriva dallo slogan di Romano Prodi nel '96 (l'Italia delle 100 Città per il suo giro in pullman).

Se questo è un obiettivo auspicabile, per renderlo credibile ed attuabile serve poi un progetto esecutivo, che trasformi il "cosa vogliamo" in "come lo facciamo" ma questo è un tema tecnico-politico che possiamo affrontare solo dopo che si sia definito bene cosa fare.
 
Francesco Forti
http://come.to/federalismo