[GARGONZA:9250] Re: R: Lega Nord: insulti e mancata censura - Gennaro
Piero S. Graglia  Martedi`, 25 Luglio 2000


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>From: "gennaro casciello" <gefraca@uniserv.uniplan.it>
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>Subject: [GARGONZA:9249] R:  Lega Nord: insulti e mancata censura - Gennaro
>Date: Mar, 25 lug 2000 17:50
>

>l ' apparato industriale del regno fu distrutto e i suoi impianti
>   smontati e trapiantati al nord ( impianti metallurgici e siderurgici ,
>   industria della lana e della seta , etc . ) a favore di quegli "
>imprenditori "

Scusa Casciello, probabilmente "je me suis trompé", come dicono i "cugini",
ma mi piacerebbe sapere quale imponente industria metallurgica avesse il
Regno di Napoli nel 1861... Non credo si parli della prima industria pesante
italiana, che come è noto fu la Terni; e neppure di Bagnoli, che viene molto
dopo. 
Non è che stai facendo un lievissimo nazionalismo all'incontrario?
Che vi siano stati processi di omogeneizzazione forzati (del tutto simili a
quelli attuali portati avanti dall'eurocrazia, che vuole appiattire le
diversità per farci tutti uguli) questo è certo, e non si tratta di una
scoperta. Ma che tale processo abbia interrotto altri processi endogeni di
sviluppo che avrebbero avuto altrimenti la possibilità di esplicarsi per vie
migliori e più consone alle particolarità locali, questo mi permetto di
metterlo in dubbio.
Sarà che già il Vico lo ha sottolineato, ma a Napoli non esisteva una
borghesia imprenditoriale, cioè mirante al profitto e alla capitalizzazione,
bensì una borghesia delle idee. E che tali idee fossero sterili senza un
elemento forte di borghesia classica, quella padrona del vapore e non solo
dei terreni, questo è certo.

Forse è meglio cessare di fare il laudator temporis acti e pensare con
distacco ad un'Italia borbonica, molto peggio dell'italietta liberale fatta
dai Savoia. Un'italietta nella quale il federalismo e la percezione delle
diversità non ha mai attecchito pienamente, ma nella quale vi erano comunque
spazi di vivacità intellettuale tipici delle società indutriali
dell'Ottocento. Il Regno di Napoli, con tutto il bene che se ne può dire,
non era industriale, se togliamo quelle due o tre iniziative pagate dalla
casa reale (sul modello delle manifatture reali francesi), bensì era una
monarchia nella quale preponderante era l'elemento agrario assenteista, i
redditieri per nulla interessati a portare avanti e far sviluppare il loro
latifondo, i baroni per intendersi.
La conquista regia come la definì Croce, dei Savoia, ha dato uno scrollone
iniziale a questo stato di cose, e poi lo ha utilizzato per controllare
socialmente il sud; imitata da Mussolini, dalla DCecc. ecc. E questa è la
peggior colpa che faccio all' "epopea sabaudo-garibaldina";

Saluti

Piero


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