[GARGONZA:9245] Io amo la Svizzera
Piero S. Graglia  Martedi`, 25 Luglio 2000

Dopo il messaggio di Francesco Paolo Forti, mi sento di spezzare un lancia -
l'ha già fatto lui - a favore del piccolo paese alpino.
E' vero, vi sono stati nel passato molti luoghi comuni sul comportamento
della Svizzera nel secondo dopoguerra, riguardo a molte questioni. Gli
stessi svizzeri, durante la guerra, prendevano quasi in ridere la loro
condizione di cerniera tra l'asse italo tedesca e i paesi in guerra. Ma tale
condizione durò poco, perché la Francia cadde così rapidamente da non
rendere necessaria l'invasione del paese da parte di Hitler. Non è detto
d'altronde che Hitler avrebbe avuto vita facile in un conflitto con il
piccolo paese. I piani prevedevano il ritiro immediato delle forze armate
svizzere nel ridotto nazionale del Gottardo, dopo avere minato strade,
ponti, strutture utili al nemico; e quindi avviare una lunga guerriglia di
logoramento. Non c'è ne è stato bisogno, ma durante il periodo '42-'45 gli
svizzeri dicevano di loro stessi che lavorano sei giorni alla settimana per
Hitler e la domenica pregavano perché vincessero gli anglo-americani.
Ma durante la guerra la Svizzeraè stata rifugio per dentinaia di migliaia di
profughi (e gli ebrei, caro Forti, furono purtroppo una parte non
preponderante). In Svizzera trovarono rifugio Einaudi, Spinelli, Rossi,
Giuseppe Emanuele Modigliani, Fanfani, e basta una lettura del libro di
Renata Broggini, "Terra d"asilo", per avere la dimensione dell'emigrazione
italiana.
Veniamo a oggi. Amo la Svizzera non solo perché patria d'adozione di mia
sorella (Basilea), ma anche perché in sette anni l'ho girata in lungo e in
largo, rendendomi conto di come la convivenza di culture sia possibile e non
traumatica, quando supportata da istituzioni che non siano assolutizzanti e
invadenti come quelle dei vecchi stati centralizzati di marca napoleonica.
Non dico che la Svizzera debba diventare il modello della futura Unione
politica europea: quella cresce e si struttura in maniera per molti versi
irriconducibile sia al modello federale classico che al modello di
confederazione. Ma sicuramente la Svizzera è un modello di federalismo
itenro valido e funzionante, qualcosa su cui riflettere, invece di
scimmiottare il modello statunitense del bipartitismo imposto per legge, del
cancelierato tedesco, del local government britannico. Tutti modelli che
fanno a cazzotti con le caratteristiche italiane e con la sua storia. 
Il modello svizzero secondo me è molto più compatibile con la storia
italiana, con le sue caratteristiche peculiari.
Molti forse pensano che la Svizzera oggi sia uno "stato esiguo"
insignificante, al pari del Lussemburgo, di San Marino, di Andorra; Io penso
invece che si tratti di un modello civile e istituzionale funzionante, dove
non tutto è rose e fiori, ma dove il cittadino ha il suo peso e i suoi modi
di difendere la sua individualità e i suoi diritti di fronte ad una
amministrazione che, a quanto ho visto, si muove con un rispetto ed
un'efficienza unici.

Restano dei punti bui, e questi Francesco li conosce certamente. Tra essi
metto sicuramente le pari opportunità, non sempre garantite tra uomo e
donna, ma si tratta di un processo in corso, e non inficia, almeno a mio
parere, la bontà di una ricetta federale sulla quale dovremmo meditare noi
subalpini.

Saluti

Piero

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>From: Francesco Paolo Forti <francesco.forti@ticino.com>
>To: Multiple recipients of list GARGONZA <gargonza@perlulivo.it>
>Subject: [GARGONZA:9239] Scheletri nell'armadio (avvelenata)
>Date: Lun, 24 lug 2000 22:37
>

>Scusate il doppio intervento ma qui tutti mi tirano per la giacchetta :-))
>Saro' breve. Ed un poco avvelenato, ma quando ce vo', ce vo'!
>
>At 21:00 24.07.00 , Salvatore CAMAIONI wrote:
>
>>    La collaborazione della magistratura svizzera -attenzione, non del
>>sistema bancario svizzero- nell'indagine sul tesoro di Craxi è una meritoria
>>novità del tempo presente, che dovrebbe essere incentivata e sviluppata. 
>
>La collaborazione e' ormai decennale. Il sistema bancario svizzero 
>ubbidisce agli ordini della magistratura elevetica. Come in ogni 
>buon stato di diritto. Basta una rogatoria che sia fondata ed il 
>segreto bancario cade. Infatti da 10 anni a questa parte il segreto 
>bancario elvetico non e' piu' un mito, sostituito ora da San Marino,
>Montecarlo, Andorra, Isola di Mann ed altri paradisi <<dentro la UE>>
>e quindi molto piu' comodi ed impenetrabili. 
>
>>Nel
>>passato -e non mi riferisco ai denari e preziosi degli ebrei rapinati dai
>>nazisti e custoditi nelle accoglienti banche svizzere- la Svizzera non ha
>>avuto tanta legalitaria solerzia, acquistandosi la meritatissima fama di
>>cassaforte mondiale del denaro sporco.
>
>Tutti hanno scheltri nell'armadio. 
>Nel passato, a proposito di ebrei, pensa che alcuni italiani davano una
>mano ai tedeschi a portarli nei campi di concentramento e gli ebrei,
>guardacaso, fuggivano dall'Italia per scappare in Svizzera, unico paese
>non conquistato dall'Asse "Roma-Berlino". 300'000 profughi trovarono
>rifugio in Svizzera dal 43 al 45 (sembrano pochi? pensa che casino successe 
>in Italia quando 12'000 sbarcarono in puglia anni fa). Certo, alcuni svizzeri 
>ne approfittarono ed oggi comunque viene fuori anche buona parte della
>verita'. Molti ebrei italiani che avevano conti in svizzera avevano dato 
>la procura ad amici italiani di fiducia. Perse le tracce nel dopoguerra,
>i procuratori svuotarono i conti. Di questi movimenti ci sono le
>tracce. Ma vedi, io parlo di "alcuni italiani" e di "alcuni svizzeri".
>Le generalizzazioni invece sono un metodo squallido per denigrare
>gli altri quando non si hanno argomenti per sostenere le proprie idee. 
>
>Sarebbe buona cosa non rinfacciare gli errori del passato, perche'
>a ben fare i conti non credo che l'Italia (di cui mi onoro di avere
>il passaporto) abbia molto da vantare, a cominciare dal fascismo. 
>Una cosa e' promulgare le leggi razziali, altro e' ospitare i profughi che 
>quelle leggi hanno generato. Una cosa e' avere in casa banchieri senza 
>scrupoli, che svuotano i conti dei morti, altro e' avere in casa mafiosi e 
>camorristi che sciolgono i bambini nell'acido e fanno saltare in aria i 
>magistrati minando l'autostrada. Se queste sono le differenze, e dato 
>che la  perfezione non esiste, preferisco mille volte il federalismo. Tra 
>l'altro le banche elvetiche hanno risarcito la comunita' ebraica ma non 
>mi sembra che la mafia sia sulla stessa strada con le vittima di mafia.
>Eppure i rapporti con la politica sono noti. Che siano unidirezionali?
>
>Quanto alla efficenza giudiziaria, chi in 30 anni non e' riuscito
>a condannare i colpevoli delle stragi di stato, Piazza Fontana e 
>Stazione di Bologna in primis, per non parlare di Ustica e di 
>Tantentopoli, finita nel nulla, della cupola mafiosa, mai toccata,
>piu' che apprezzare i progressi altrui dovrebbe chiedersi il perche' 
>malgrado ben quattro forze di polizia e i tanti servizi segreti (o forse 
>proprio per loro e per la loro gestione centralizzata) noi siamo ancora 
>al palo, anzi stiamo assolvendo tutti, da Andreotti a Berlusconi a 
>Carnevale. Misteri del centralismo?
>
>Non usiamo quindi il passato come arma. E' a doppio taglio.
>Usiamolo solo per capire il presente e modificare il futuro. 
>
>Saluti a tutti,
>Francesco Forti
>
>


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