[GARGONZA:9246] Tanto per abbaiare
Rolando Alberto Borzetti  Martedi`, 25 Luglio 2000

da Riccardo Orioles

Giornalisti 1. Pino Finocchiaro fa il cronista da vent'anni. Cinque
anni fa, a Catania, e' stato licenziato in tronco dal giornale dove
lavorava perche' aveva dato un'intervista ai Siciliani. Dopo cinque
anni, e' ancora disoccupato. Il proprietario del giornale in questione
e' l'attuale presidente della Federazione editori, Mario Ciancio. Nel
periodo in cui Finocchiaro era disoccupato, diversi giornalisti
catanesi (dei giornali di Ciancio) hanno percepito a vario titolo
dall'amministrazione comunale "di sinistra" un centinaio di milioni
l'anno.
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Giornalisti 2. Luciano Mirone, che professionalmente si e' formato nel
"settore giovani" dei Siciliani, fa inchieste di mafia da una dozzina
d'anni; quattro anni fa e' stato licenziato (per intervento di un
notabile di destra del luogo) dalla direzione di una piccola
televisione di provincia; e' autore di tre libri sulla mafia, l'ultimo
dei quali (Gli insabbbiati, Rubettino editore) e' stato presentato, fra
gli entusiastici elogi di mezza intellettualita' "di sinistra", in
almeno una trentina di citta' da Palermo a Milano. Il libro e' la
storia degli otto giornalisti siciliani uccisi dalla mafia; e Mirone,
naturalmente, e' disoccupato.
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Giornalisti 3. Antonello Mangano, che adesso dovrebbe avere piu' o meno
una trentina d'anni, quattro anni fa denuncio' documentatamente, dopo
uno studio durato oltre un anno, le collusioni fra organizzazioni
criminali, strutture massoniche e parte del baronato universitario a
Messina. E' stata forse la piu' grande inchiesta mai realizzata in
quella citta' (il cui quotidiano locale, del tutto vergine di simili
argomenti, appartiene anch'esso a Mario Ciancio); ha provocato diversi
mesi di attenzione della stampa nazionale sul "caso Messina", nonche'
diversi e fruttuosi interventi della magistratura; l'abbozzo
dell'inchiesta, mi pare di ricordare, prese forma sul tavolo di cucina
di Fabio a Catania, poiche' anche Antonello apparteneva piu' o meno
all'area dei Siciliani. Non essendo mai riuscito a diventare
giornalista professionista, Antonello oggi non e' nemmeno formalmente
disoccupato e vive, a quanto mi dicono, riparando occasionalmente
computer. La sua inchiesta, originariamente, era nata come tesi di
laurea; il relatore tuttavia, professor Mario Centorrino, alle prime
avvisaglie di "scandalo" si rifiuto' di dare ulteriormente copertura al
ragazzo e ritiro' senz'altro la firma da una tesi cosi' extravagante.
Il professor Centorrino ha appena finito di partecipare a un pensoso
convegno su come risolvere i mali della Sicilia, regolamentarmente
indetto dalla sinistra isolana.
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Giornalisti 4. Scelba e i fascisti non c'erano riusciti, a far fuori
l'Unita'. Il tizio che e' stato incaricato adesso di metterla in
liquidazione (Velardi: uno delle teste d'uovo del fu D'Alema) e che
prendera' un trecento milioni per i sei mesi che gli durera'
quest'incombenza, ha espresso la seguente proposta per rilanciare il
giornale: invece di limitarsi a mettere una fascia blu sotto la testata
(come venne solennemente deciso dai manager un paio d'anni fa) colorare
in blu anche la testata stessa. Non oso pensare che due righe avrebbe
scritto Fortebraccio su un velardo come questa.
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Filiberti. Grande inchiesta di Donna moderna. Su duecento giovani
intervistati, centoquarantotto sono favorevoli al ritorno del
filiberto.
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Grano. Ce n'e' una varieta' (brevettata) geneticamente sterile: non
puo' essere usata come semente. Ogni anno, per seminare bisogna
rivolgersi alla stessa ditta per comprare la semente nuova. E' allo
studio anche una varieta' di erba per i giardini in vari colori tipo
plastica ed anche fosforescente come un neon.
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Capperi. A Pantelleria nessuno raccoglie piu' i capperi. "Tutti
signori, sono adesso! Ma io gli africani dall'Africa chiamo, glieli
faccio raccogliere a loro, i nostri capperi" ha proclamato il sindaco.
Proteste dei sindacati.
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America. L'Edipo re al Colosseo. Unici spettatori ammessi, quattro o
cinquecento vip: il conte Testa, la marchesa Melandri, Gianni Letta,
Gad Lerner, Soru e qualche altro metro quadrato di establishment. Che
fare del Colosseo? Io personalmente, penso che in casi come questi vada
rispettata la destinazione originaria d'uso e cioe': i cristiani ai
leoni (e' vero che oggi non e' facile trovare cristiani a Roma: ma
insomma, cercando un po' si trovavano). Quello che invece proprio non
si poteva fare, perche' filologicamente scorretto, era lo spettacolo
per soli Vip. I romani e i greci, che non conoscevano il buonismo e il
centro sinistra, avevano tuttavia un'idea molto popolare dell'arte,
compreso il teatro e perfino gli spettacoli kitsch che (allora!)
venivano dati al Colosseo. L'arte e' arte, pensavano loro, se possono
goderla e apprezzarla tutti. La massima concessione che facevano alle
classi dirigenti era di riservar loro qualche fila di posti (i romani;
i greci, nemmeno questo). Anche al teatro greco di Siracusa, un paio di
mesi fa, hanno dato l'Edipo re (che la' e' in cartellone da un paio di
migliaia d'anni); ma nessuno s'e' sognato di limitare gli accessi, e
soprattutto di limitarli a principi e baroni. Perche' Sofocle, se non
e' di tutti, non e' nessuno.
Non m'illudo che idee del genere, che fra noi greci sono ovvie e
normali, possano sfiorare il cervello di qualsiasi degli oligarchi
attuali, di "sinistra" o di destra. Ma sono idee lunghe, che pesano
prima o poi: sui poeti e sull'arte porta molto male esser grevi.
L'Edipo di Siracusa, per la cronaca, e' stato uno dei piu' densi e
belli degli ultimi decenni: e' stata una compagnia di allobrogi - lo
Stabile di Torino - a portarla in scena con delicatezza e coraggio,
dimostrando cosi' di non essere, per quanto allobrogi, ne' barbari ne'
forestieri; e di aver anzi qualche cosa di bello da donare ai
magno-greci che li guardavano con competenza e partecipazione,
esattamente come al tempo dei primi poeti e delle dee.
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America, in un carcere dell'Arizona, una telecamera che riprende
ventiquattr'ore su ventiquattro i carcerati, e li trasmette in tempo
reale sul sito internet dello sceriffo. Il progresso.
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Facili profezie. San Libero del 5: <Riforme. Qualcosa mi dice che una
delle prossime sara' quella delle carceri: privatizzazione (parziale)
della giustizia, carceri private. In America...>. Adesso, si sta
effettivamente cominciando a parlare di privatizzazione nelle carceri,
per ora (idea del ministro Fassino: e naturalmente l'ha tirata fuori a
mezz'estate) per i servizi non essenziali. Ce n'est qu'un debut, come
si diceva una volta. Ma era troppo facile da prevedere.
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Dolori. Di sfuggita, a un telegiornale, una manifestazione, non
particolarmente importante, d'un gruppo d'integralisti religiosi in
Israele. I manifestanti sono per lo piu' giovani e simpatici, oppure
adulti e molto dignitosi, con barba; il fatto che stiano gridando
slogan non involgarisce eccessivamente i i loro lineamenti; ci sono
degli striscioni in inglese e in ebraico e dei cartelli. Su uno dei
cartelli, inquadrato per una manciata di secondi, c'e' una caricatura
di Arafat: nel disegno i particolari piu' sottolineati sono il naso ad
uncino, le labbra molto grosse, gli occhietti maligni e pungenti; tutti
tratti che in realta' si riscontrano in parte sul viso di Arafat, e che
basta un tratto di carboncino per rendere "anormali". E' insomma la
caricatura, fatta da un antisemita, di un semita. Riguardo, nella
memoria, i visi dei manifeastanti; non sono affatto ne' feroci ne'
disumani; sono normali visi di ragazzi un po' vivaci e di comuni
manifestanti di una qualunque citta' del mondo. Solo il cartello,
innocentemente, richiama altre cose. Per un amico degli ebrei, come me,
e' una vista orrenda.
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Bookmark. I siti dell'antimafia:

http://girodivite.freeweb.org
http://www.antimafiaduemila.com
http://www.centroimpastato.it
http://www.fondazionefalcone.it
http://www.gruppoabele.it
http://www.italiademocratica.it
http://www.libera.it
http://www.mafianews.net
http://www.peacelink.it
http://www.svileg.censis.it
http://www.zzz.it/library/index_allonsanfan.html
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L'ultima volta che ho visto Borsellino dev'essere stato a Roma, a una
conferenza in un liceo. Borsellino e' quello che appena ti vede ti
saluta, senza accorgersene, con un accento palermitano strettissimo;
perche' siamo fuori dalla Sicilia, e siamo siciliani. C'e' una scritta
in fondo all'aula, coi nomi di due ragazzi che "per sempre insieme":
uno dei due nomi - guarda un po' - e' Riccardo e l'altro, per una
meravigliosa coincidenza, e' quello della mia compagna di allora. Tu
gl'indichi con un cenno ironico i due nomi e lui, senza capire bene,
istintivamente sorride. Gli uomini - i militanti - della scorta, un
paio di giornalisti autorevoli, e i liceali; e lui che comincia a
parlare, serenamente. E il fresco attento dell'aula e, fuori nella
piazza romana, una giornata di sole.
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Dialoghi di profughi (B.B.):
Ziffel: "Quello che mi preoccupa di piu' e' un'altra cosa. Nessuno si
meraviglia se un uomo comune ha l'intenzione di offrire ai
contemporanei un rapporto sulle sue esperienze, le sue opinioni, i suoi
scopi. Io ho questa intenzione, ma non sono un uomo importante."
Kalle: "Proprio cosi'. Che lei sia un uomo comune, il lettore lo scopre
solo quand'e' troppo tardi. Nel frattempo gli ha gia' ammannito una
buona meta' delle sue opinioni. Lui le ha bevute avidamente, senza
sospettare di nulla, e quando poi comincia a capire che e' tutta una
sciocchezza, lei gli ha gia' reso familiari le sue idee, e anche se
dopo diventa critico, qualcosa gli resta sempre appiccicato".
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Mardiponente

Nel sorriso del sole esse nuotavano
E il mare carezzandole diceva loro qualcosa
"Liberate l'amore - e' cosi' lieve vivere!"
Il mare, amico giovane, respirava con loro
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"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" 
(Giuseppe Fava)

Rolando A.Borzetti



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