[GARGONZA:9233] I: Re: Lega Nord: insulti e mancata censura - Comin.
Salvatore CAMAIONI  Lunedi`, 24 Luglio 2000


-----Messaggio originale-----
Da: Giovanni Cominelli <giovanni.cominelli@tin.it>

>Piero DM wrote:
>
>i.
>>
>> Concordo nell'insieme, ma con qualche differenza non secondaria.
>> Mi trova molto meno entusiasta, per esempio, il ruolo della Lega sul
fronte
>> istituzionale.
>


>>  Io ci vedo, irresistibilmente, l'emergere e lo scatenarsi degli umori
più
>> populistici, a lungo trattenuti, mascherati nel calderone di sciroppo
>> democristiano, e in parte anche sublimati nel carisma delle bandiere
rosse.
>
>    Risponde Giovanni Cominelli:

>Condivido in tutto e per tutto la tua analisi.
>Io mi limito a prendere atto che la Lega ha svolto un ruolo
>straordinario sul fronte istituzionale. Poteva svolgerlo la sinistra.
>Non l'ha fatto. Nessuna meraviglia che sia stato svolto da una forza
>populista, illiberale, che ha attinto al fiume carsico del populismo
>illiberale e delle paure , che la Prima repubblica aveva imprigionato
>sotto una crosta sempre più fragile.

    La giusta critica contro i governi -soprattutto quelli centristi, con
pregiudiziale chiusura a sinistra, a guida democristiana- che non hanno
saputo cogliere i fermenti della società italiana, non deve però arrivare al
punto da sublimare il populismo barbaro della Lega, che non merita i
riconoscimenti che generosamente le tributa Cominelli. Infatti, "il fiume
carsico...delle paure" di una parte della società settentrionale è stato
fomentato e capillarizzato dalla Lega, con una ostinazione distruttiva del
tessuto culturale  di lande e genti un tempo civilissime, fino alla
desolazione etico-sociale oggi largamente riscontrabile da quelle parti.

>- c'è il rischio, mentre si condanna giustamente il leghismo, di
>costruirsi alibi per non muoversi sul fronte del federalismo, quasi che
>federalismo e leghismo fossero la stessa cosa.

    Qui bisogna dare a Cesare quel ch'è di Cesare: il 'federalismo' è
entrato prepotentemente nel dibattito e nella prassi politica ed
istituzionale italiana per Bossi. E' anche vero  che ogni federalista ha in
testa una propria idea di federalismo -tanto che è difficilissimo trovare
due federalisti che la pensino allo stesso modo- ed il federalismo di Bossi
è in realtà secessione del norditalia dal resto del Paese; ma quanti sono
coloro che per pudore non si professano leghisti ma condividono tuttavia
l'idea fondamentale della frapposizione di steccati ('paletti') tra regioni
e regioni? Peraltro l'accusa di immobilismo "sul fronte del federalismo" è
ingiusta, poiché senza strepiti e senza demagogia il processo di
svecchiamento, di alleggerimento dell'apparato centrale statuale in favore
del trasferimento di poteri e funzioni alle autonomie locali è già avviato
da tempo ed ha conseguito risultati non trascurabili con le leggi Bassanini.
L'elezione diretta dei presidenti delle regioni darà nuovo slancio alla
devoluzione di poteri dal centro verso la periferia, come già si sta vedendo
in questi giorni, sicché il continuo piagnisteo sul federalismo -quello
buono e possibile- è privo di giustificazioni (come le rituali lamentazioni
sulla pressione fiscale, che assumono a modello recentissime iniziative
tedesche, che giungono...tre anni dopo le realizzazioni italiane).  Chi
continua a rimenare il torrone sul federalismo vuol ben altro rispetto
all'alleggerimento dello Stato in favore dei soggetti di autonomia locale
nel rispetto dell'irrinunciabile unità statale: ma sarà difficile, dopo 140
anni di unità, ricreare anacronistici confini tra le regioni italiane.
.
>C'è da mordersi le mani a guardare quanto sta accadendo nei consigli
>regionali. Io mi occupo direttamente di quello regionale lombardo, in
>qualità di coordinatore del gruppo Radicale in Lombardia. La Lega sta
>marciando verso la devolution. Poi si va a vedere le mozioni e si scopre
>che non chiedono nulla di più che l'attuazione dell'art. 117 della
>Costituzione. Non lo poteva farlo l'Ulivo in questi anni?

    Ci sono disposizioni costituzionali che attendono attuazione da
cinquant'anni, mentre l'ordinamento regionale è entrato in funzione nel
nostro Paese soltanto nel 1970. Se si tiene conto della tradizionale
vischiosità del sistema-Italia, del tempo recente delle rivendicazioni
autonomistiche e della complessità dell'operazione, non direi proprio che si
vada avanti con i piedi di piombo.

>Ora è troppo tardi.

    Ma perché? siamo appena all'inizio...

E non ce la caveremo denunciando il populismo, il
>razzismo, l'inciviltà...

    E' vero, alla denuncia occorre far seguire l'azione, che non è però
quella di dare a Bossi ed ai leghisti (conclamati e pudibondi) la secessione
in via di fatto.

    Saluti
Salvatore Camaioni





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