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In questi giorni televisione e giornali danno ampio risalto alla forte pressione sul Governo per la cancellazione del debito dei Paesi poveri. Ci dicono che stanno arrivando a Palazzo Chigi decine di migliaia di messaggi, tanto che si è dovuto disconnettere il server della posta elettronica. Scrivere un messaggio non costa nulla, anche ragionare un po' su quello che si scrive non costa nulla, ed allora cercherò di motivare il mio rifiuto a partecipare a questa campagna che sembra sacrosanta. Il mio convincimento è andato maturando su un caso concreto: quello dell'Etiopia che è una delle nazioni più indebitate con l'Italia e fra le candidate ad avere il debito cancellato. 1) L'Etiopia nel maggio del 1998 ha dichiarato guerra all'Eritrea. Non entro nei dettagli delle vicende diplomatico.-militari (gli interessati possono consultare: http://www.dehai.org/uoa/UOA.html la traduzione italiana di quel documento si trova in http://it.egroups.com/files/italo-eritrea ). Questa guerra di aggressione ha sono ad ora causato alcune centinaia di migliaia di morti (le stime vanno da un minimo di 150.000 ad un massimo di 400.000) decine di migliaia di deportati (oltre 70.000 quelli etiopici verso l'Eritrea) ed oltre un milione di sfollati eritrei su una popolazione di poco più di tre milioni; 2) Tutto questo è stato possibile grazie ad un vasto programma di acquisto di armamenti (e consulenti militari) dalla Russia e dai Paesi dell'ex URSS, grazie anche agli aiuti "umanitari" e prestiti di molti Paesi occidentali. Nel solo ‘96 500 milioni di dollari di aiuti americani sarebbero stati dirottati in acquisti di armi. Secondo l'associazione americana "Crack the CIA Coalition" tale dirottamento di fondi sarebbe stato effettuato con l'avallo se non il diretto aiuto della stessa CIA. 3) L'azione militare etiopica è sempre avvenuta all'interno del territorio eritreo e ben al di là delle aree di confine in contestazione. GLI ATTACCHI HANNO DISTRUTTO OPERE CHE ERANO STATE COSTRUITE CON AIUTI ITALIANI. Il lavoro di anni effettuato con il contributo di molte ONG italiane in aree di confine è andato completamente distrutto. Un caso davvero esemplare è quello della centrale elettrica vicino Massaua, che non aveva alcun valore strategico militare, che avrebbe dovuto entrare in funzione prossimamente, andata distrutta per puro vandalismo militare. Quella centrale era stata costruita anche con il contributo tecnico e finanziario dell'Italia. 4) Attualmente l'Etiopia, forte del disinteresse della comunità internazionale, sta rallentando con pretesti vari l'attuazione degli accordi di Algeri del mese scorso, che prevedono il dispiegamento di una forza internazionale di pace e la soluzione delle controversie di confine grazie ad un team di esperti ONU. E' molto probabile che si cerchi di far passare la stagione delle piogge, sfavorevole ad un'azione di attacco da parte dell'Etiopia, per poi riprendere con un pretesto qualsiasi la strategia di aggressione. Così stando le cose c'è qualcuno di questa lista che può spiegarmi per quale motivo avrei dovuto sollecitare il Governo italiano a cancellare il rilevante debito dell'Etiopia verso l'Italia? Cordiali saluti. paolo scattoni ![]() |