[GARGONZA:9192] I: Moratoria Transgenici e UE
Salvatore CAMAIONI  Mercoledi`, 19 Luglio 2000


-----Messaggio originale-----
Da: stefano gatto <advi1bra@mymail.com.br>


>La polemica sulla prossima fine della moratoria sui transgenici mi
>stimola ad alcune riflessioni che vanno al di la del caso specifico:
>
>La Commissione annuncia che la moratoria sui transgenici in Europa
>finira' in autunno. Alcuni ministri italiani gridano allo scandalo ed
>accusano la Commissione poco meno che di prevaricazione rispetto ai
>governi nazionali

    >In realta', l'UE e' stata fino ad ora prudentissima in materia di
>transgenici, ed ha difeso quest' atteggiamento anche in sede
>internazionale. Di fatto, il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza
>dell'anno scorso, che fissa le norme in materia a livello
>internazionale, ha adottato come primo criterio la difesa della salute
>dei consumatori, e questo grazie all'intenso lavoro diplomatico dell'UE
>che riusci' a coagulare attorno a questa posizione il consenso della
>maggior parte dei paesi in via di sviluppo. La linea americana, molto
>piu' liberale, usci' finalmente sconfitta.

    Qui non si tratta di liberalismo, ma di cinica irresponsabilità.

>Si tratta di uno sviluppo inevitabile cui sarebbe illusorio pensare di
>poter semplicemente chiudere la porta in faccia: come con la
>globalizzazione, e' del tutto utopico pensare di poterla eliminare.
>L''unico atteggiamento sensato che un soggetto come l'UE puo' adottare
>e' quello di stabilire regole chiare e transparenti, che tutelino in
>primo luogo i consumatori ma tengano anche conto dei potenziali benefici
>dei prodotti transgenici.
>Questa e' stata la politica seguita dalla Commissione: comitati
>scientifici ad hoc (formati da esperti dei Quindici) sono incaricati di
>minuziosi studi su ognuno dei prodotti contenenti componenti transgenici
>per cui si richiede il permesso di commercializzazione nel mercato
>comunitario.
>Il procedimento e' lungo e complesso (prende all'incirca due anni), non
>per inerzie burocratiche ma proprio per la difficolta dell' operazione.
>Credo che, una volta esauriti tutti i controlli, siano stati concessi
>sino ad oggi 18 permessi.

    Io credo che il problema non siano i tempi della burocrazia europea ma
esclusivamente quello della salute delle persone.

>Tra l'altro il peso della prova e' stato invertito rispetto, ad esempio,
>al caso del contenzioso con gli Usa sulla carne con ormoni. Se in quel
>caso la dottrina prevalente in materia, sulla base della quale l'UE e'
>stata condannata dall' OMC a risarcire gli Usa, consisteva nell'
>obbligare a dimostrare la nocivita' di un prodotto per poterlo bandire,
>ora spetta al produttore dimostrare la sanita' del prodotto per poterlo
>commercializzare: ammetterete che c'e´ una bella differenza a favore
>della salute pubblica!

    Meno male.

>La moratoria s'inseriva in questo quadro di cautela, ma non puo' essere
>mantenuta "ad infinitum" perche' incompatibile con gli obblighi
>internazionali che derivano dalla nostra appartenenza all' OMC
>(giustappunto, diranno i reduci da Seattle e Bologna!) ma soprattutto
>con gli interessi generali del nostro sviluppo economico.

    C'è qualcuno che sia seriamente disposto a prendere in considerazione
l'interesse alla qualità dell'alimentazione? O si tratta di uno sfinimento
che la macroeconomia non prevede?

>Chiudersi aprioristicamente allo sviluppo scientifico e produttivo puo'
>sembrare una prospettiva meraviglioso a Bove' e compagnia, ma e'
>semplicemente irrealizzabile: la ricaduta sarebbe dolorosissima (non
>dimentichiamo che l'UE e' il primo commerciante mondiale, superando sia
>in esportazioni che in importazioni sia gli Usa che il Giappone) per le
>nostre posizioni mondiali e, di conseguenza, per la nostra prosperita'
>economica.
>Ma non si tratta solo di interessi commerciali, ma anche di opportunita'
>perdute per noi europei.

    Mi devo ripetere: alla perdita dell'opportunità epocale di vivere
qualitativamente bene ci pensa qualcuno? E' possibile che l'uomo occidentale
sia tanto ottuso da non capire che quando la ricerca del sempre maggior
profitto non è più in grado di migliorare la qualità della vita ma anzi
costringe l'individuo ad un'esistenza tutt'altro che sana e soddisfacente si
dovrebbe fermare e riflettere un istante?

>La risposta di tipo luddista (distruggiamo le macchine!) puo' sembrare
>romantica ed affascinante, ma se fosse stata applicata, come alcuni
>proposero, negli anni settanta, ci avrebbe escluso dalla rivoluzione
>informatica e delle telecomunicazioni.

    Che però non danneggiava la salute.

>Le stesse considerazioni valgono per qualsiasi tipo di sviluppo
>scientifico: negarlo a priori e' sbagliato, liberalizzarlo senza regole
>e' ancora peggio. La virtu' sta nel mezzo: liberalizzarlo gradualmente
>ed a ragion veduta, a beneficio della societa'..

    Sono d'accordo.

>In materia di transgenici esistono ancora molti dubbi,

    Ma cosa vuoi che siano questi "molti dubbi" a cospetto della nostra
"prosperità economica ", delle nostre "posizioni mondiali" e delle
"opportunità" che sfumano?


ma la metodologia
>seguita sino ad oggi dalla Commissione e' stata rigorosa e non ha
>permesso sbavature.

    Davvero? A me risulta invece che ci sono prodotti alimentari
geneticamente modificati e commercializzati in Europa senza i requisiti
previsti dal regolamento comunitario.

La moratoria significava che il transgenico era
>l'eccezione, abbandonare questa misura non significa rinunciare ai
>controlli ma stabilire un quadro di regole precise che tutelino la
>salute e gli interessi dei consumatori.

    Il punto è che per stabilire questo quadro di regole che tutelino la
salute bisognerebbe intanto sospendere la produzione e la
commercializzazione degli ogm, fintantocché non si abbiano certezze sulla
loro innocuità.
Mi sai spiegare perché se si vuole mettere in commercio uno sciroppo per la
tosse è necessaria la preventiva sperimentazione del prodotto, mentre per
gli ogm la sperimentazione si dovrebbe fare usando le persone come cavie? E
come si può spiegare la meritoria attenzione ed il pertinace impegno che il
ministro Veronesi pone nella lotta contro il fumo con la sorprendente
sponsorizzazione per gli ogm, sulla cui pericolosità una relazione del
Consiglio Superiore della Sanità (che non può essergli sfuggita) esprime
fortissime preoccupazioni? Che differenza c'è tra la  morte per cancro da
fumo e la morte per cancro da cibi transgenici?

>Bordon e Pecoraro Scanio si scandalizzano, ma non possono ignorare tutte
>le premesse del problema, facendo credere che la Commissione legifera
>all'impazzata senza avere affrontato il problema sinora con cautela e
>metodicita'.

    Il loro scandalo è largamente condiviso da tutti coloro, come me, che
giornalmente toccano con mano e con un avvilente senso di frustrazione la
disinvoltura e la facilità con cui il business calpesta anche le più
elementari esigenze di sicurezza. Le "regole precise che tutelino la salute
e gli interessi dei consumatori" semplicemente non esistono, se è vero che
in Europa, per ottenere le autorizzazioni è sufficiente che il prodotto non
contenga modifiche del dna, sulla base di un semplice nullaosta di un
laboratorio accreditato e senza allegare alcuna documentazione scientifica.
Dov'è la "cautela e la metodocità" della Commissione? Il presidente Prodi,
che da raffinatissimo politico conosce tutte le sfumature del linguaggio per
trarsi elegantemente d'impaccio nei casi più delicati, avrebbe fatto bene a
scegliere una migliore occasione per concedere il suo totale ed
incondizionato avallo alla incauta politica della signora Wallstroem, che
come commissario europeo all'ambiente [ sic; se non ci fosse da piangere mi
verrebbe da ridere] è un tipo almeno singolare.

>I nostri ministri si facciano valere in sede di Consiglio Europeo, la'
>dove si prendono le decisioni che poi la Commissione applica. La facile
>tattica di sparare sul manovratore (Prodi in questo caso, attaccato da
>tutti su tutto quasi fosse l'espresione stessa del demoniaco) e' usata
>spesso dalle autorita' poltiche dei paesi membri per far credere
>all'opinione pubblica di essere nelle mani di un'istituzione cieca ed
>onnipotente.

    Ho grande stima di Prodi, ma sono laico e non ho il senso del sacro né
dell'ineffabile: in questa occasione il Presidente mi ha profondamente
deluso.

>Le istituzioni europee, e la Commissione in particolare, non sono ne'
>l'uno ne' l'altro: spetta ai Ministri nazionali riuniti in Consiglio
>decidere sulla base di proposte che la Commissione presenta e che
>passano al vaglio previo di numerosi comitati tecnici composti da
>esperti dei quindici. Le autorita' nazionali godono di tutte le
>prerogative necessarie per produrre una legislazione europea equilibrata
>ed efficace: se regolamenti e direttive che risultano da questo processo
>sono spesso complesse questo non e' dovuto, come spesso si vuole far
>credere, al gusto satanico - masochistico dei funzionari europei ma
>all'esigenza di elaborare compromessi tra esigenze contrapposte dei
>paesi spesso inconciliabili.

    Se si tratta di scegliere tra gli interessi delle multinazionali e
quelli della salute alimentare io non ho il minimo dubbio da che parte stare

>Nel caso dei transgenici mi sembra posibile ipotizzare una possibilita'
>d'introduzione di controlli ulteriori a livello nazionale: uno stato
>membro puo' decidere di essere piu' rigoroso della norma europea in
>determinate materie se cosi' crede, ma attenzione: tale maggior rigore
>deve essere applicato senza discriminazioni nazionali, non deve
>nascondere pratiche protezionistiche nascoste, come piu' volte affermato
>dalla giurisprundenza della Corte Europea.

    Anche se si tratta di proteggere la nostra tradizione di cibi tipici,
naturali e di qualità?
>
>Non e' impossibile prevedere controlli ulteriori, ma bisogna che essi
>siano trasparenti, obiettivi e neutri: la Francia l'ha fatto nei
>confronti della carne inglese dopo l'abrogazione dei controlli
>comunitari, ma e' stata denunciata alla Corte: vedremo gli sviluppi.

    Speriamo che vinca la Francia. Che affidamento può dare una nazione come
l'Inghilterra, che le sue porcherie alimentari le ha date in pasto anche ai
suoi ragazzini?

>Se i paesi membri decideranno di innalzare il livello dei controlli, ben
>venga: l'idea di lasciare ogni paese libero di stabilire il livello di
>controlli che preferisce risultera' pero' probabilmente ingestibile nel
>contesto del mercato unico.

    Vedrai che anche questa volta trionferà il dio-denaro.
>
>Torniamo alle origini: in realta' si fa tanto rumore per nulla, dato che
>la proposta di direttiva della Commissione, in linea con il protocollo
>di Cartagena, prevede misure chiare sulla "tracciabilita' dei componenti
>transgenici nei prodotti e sull' etichettatura, che deve essere
>rigorosa. Saranno poi in grado le nostre amministrazioni nazionali di
>fare molto meglio da sole? Io non ci credo.

    E figurati io...

    Saluti
 Salvatore Camaioni



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