[GARGONZA:9183] Re: I: RE: R: Lega Nord: insulti e mancata censura
Giovanni Cominelli  Martedi`, 18 Luglio 2000

Mi inserisco nel dibattito, essendomi occupato di Lega dal 1990,
organizzando, all'epoca, un seminario di studi sul tema. Per alcuni mesi
ho scritto settimanalmente sulla Padania, ospite di una rubrica
intitolata, "!Controparere", nella quale affrontavo temi politici e
programmatici, mettendo in evidenza punti di contatto e punti di
contraddizione.
Inoltre, benchè io viva a Milano, ho radici (genitori, fratelli ecc...)
valligiane.
Conosco la specie leghista in corpore vili.
Queste erano le mie credenziali (sic!).
La mia opinione, al riguardo, è la seguente.
Dal punto vista politico-culturale-programmatico la Lega ha il merito
storico di aver messo in discussione la forma dello stato
centralista-napoleonico. Lo ha fatto, conducendo una battaglia contro le
forze centraliste-stataliste della Prima repubblica. Ha imposto il tema
nell'agenda politica del Paese. Perciò è stata una forza di
modernizzazione del Paese. Nel giro di pochi anni tutte le altre forze
sono state costrette ad assumere il tema, sia pure obtorto collo, sia
pure per stravolgerlo. La Lega ha scavato su un terreno che era stato
arato nei decenni precedenti da filoni sturziani, social-federalisti,
federalisti. La posizione del Pci alla Costituente era fortemente
regionalista. Su quei filoni e su quel dibattito si stese ben presto la
coltre grigia della guerra fredda. La Costituzione fu disattesa, la
continuità amministrativa con il fascismo accentuata, le PP.SS, l'Eni,
l'Enel ecc... fecero il resto. Il 1989 ha fatto crollare i pilastri
internazionali della Prima repubblica e, nel giro di pochi anni, tutti i
partiti.
I materiali culturali con i quali è stata accumulata la massa critica,
che ha consentito alla Lega di imporsi sul piano nazionale, pur essendo
presente solo al Nord, furono e sono ambigui e spurii (etnicismo, punte
di razzismo o di xenofobia, uniti a elementi di antifascismo popolare,
plebiscitarismo, populismo ecc...).
Da punto di vista sociale, la base è stata ereditata dalla DC (nelle mie
valli l'elettorato DC è passato al leghismo massicciamente), da PCI (a
Bergamo il 30% degli iscritti FIOM ha votato Lega!), dal PSI.
La secessione è stata impugnata ad un certo punto come arma di
comunicazione. Nessuno, neppure loro, ci credeva davvero. Fortunatamente
Roma ci ha creduto e quindi si è un pò smossa, salvo ripiegare subito, a
minaccia abbassata. E' la vicenda della Bicamerale, il cui presidente ha
giocato con la Lega in termini solo tattici, con i risultati che si
vedono.
Ora siamo alla "devolution", che, in realtà, è solo una richiesta di
attuazione costituzionale dell'art. 117, non è una richiesta di nuove
competenze.
Sul piano ideologico la Lega ha precisato e, secondo me, accentuato la
sua piattaforma conservatrice e, talora, reazionaria:
antiglobalizzazione, Europa delle patrie nazional-cristiane, piccole
patrie ecc...
Conclusione:
- sul fronte istituzionale, la Lega ha svolto un ruolo
straordinariamente positivo;
- sul fronte politico-culturale è una forza di destra europea
conservatrice illiberale:
- sul fronte della composizione sociale: ha un elettorato popolare,
pensionati, operai, piccoli imprenditori (cioè ex-operai).

Così stanno, secondo me, le cose. Come dice Spinoza "nec ridere, nec
lugere, sed intelligere". 
giocom





Salvatore CAMAIONI wrote:
> 
> -----Messaggio originale-----
> Da: Luca Palombi <lpalombi@libero.it>
> 
> >Per quanto riguarda i giudizi dati dai leghisti: credo che non bisogna
> >demonizzare tutto il pensiero delle Lega ma solo le sue degenerazioni. Per
> >quanto ne so io, la Lega all'inizio era positivamente innovativa:
> >federalismo
> >vero come primo obiettivo e lotta alla corruzione e al modo di fare
> politica
> >della "Prima Repubblica".
> 
>     Io veramente ho un ricordo un po' diverso degli esordi della Lega
> Lombarda: questo movimento si pose fin da subito all'attenzione generale per
> il suo spiccato provincialismo casereccio ed antimeridionale. Voleva
> inserire i dialetti lombardi nei programmi scolastici e voleva modificare la
> toponomastica; tutto ciò, assieme ad altre facezie che non ricordo, in un
> brodo culturale -si fa per dire- in cui l'astioso insulto per tutto ciò che
> fosse meridionale costituiva già da allora il collante principale del
> movimento. Ed anche sotto il profilo della moralità politica avrei da
> ridire: ricordo che la Procura milanese, benemerita sotto ogni profilo,
> pescò tra i tangentisti anche il Bossi, che si accodò immediatamente alla
> canea dei grandi farabutti della c.d.prima repubblica nell'aggressione e
> nelle minacce ai magistrati.
> 
> Inoltre la Lega esprimeva le esigenze di gran
> >parte del Nord che invece non erano sentite dagli altri partiti.
> 
>     Non è esatto: la Lega esprimeva fin d'allora la quintessenza del
> becerume, le 'esigenze' degli evasori fiscali e dei datori di lavoro in
> nero. Il suo 'federalismo' mirava sin dall'inizio alla costituzione di
> un'area regionale simile alla Baviera di Franz J. Strauss, che aveva creato
> uno Stato nello Stato tedesco, e del quale rappresenta soltanto una patetica
> ma disgustosa parodia all'italiana.
> 
> Poi la Lega
> >e' degenerata fino ad arrivare al mito della Padania, all'indipendenza e
> >altre sciocchezze che pero' si sono facilmente combinate con i sentimenti
> >xenofobi e con l'ignoranza della gente.
> 
>     Questa 'degenerazione' si è manifestata immediatamente, sin dai primi
> vagiti.
> 
> Per concludere, al di la' di questa
> >breve (e forse discutibile) storia della Lega, credo bisogna distinguere
> chi
> >si esprime con espressioni troglodite nei forum della Lega e invece tutte
> le
> >altre persone del Nord (tante, fino ad arrivare al 30% in alcuni casi) che
> >hanno votato o votano ancora la Lega per esprimere esigenze e pensieri un
> >po' piu' "nobili": con queste persone (che purtroppo non sono ai vertici
> del
> >partito) si puo' ancora pensare a un dialogo.
> 
>     Dubito fortemente che la Lega riesca a selezionare personale politico
> presentabile. D'altronde chi esprime esigenze e pensieri più nobili oggi ha
> l'imbarazzo della scelta, dal momento che la poitica italiana presenta
> attualmente un'offerta federalistica assai ricca e variegata. Anche nei
> momenti di maggiore difficoltà politica Bossi non ha mai abbandonato per un
> solo istante la sua personale ambizione di diventare il kaiser del
> norditalia separato dallo Stato, e peggio per tutti quelli che in buona fede
> gli danno credito. Con la Lega non si scende a patti, anche perché non li
> rispetta. La Lega si può e si deve soltanto combatterla come un pernicioso
> cancro della politica.
> 
>     Saluti
> Salvatore Camaioni

-- 
Giovanni Cominelli - Milano

e-mail: giovanni.cominelli@tin.it

sito web: www.giovannicominelli.org


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