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At 09:44 01.07.00 , Luca Longo wrote: >ADN0372 7 30/06/2000 17:33 >Visto che Francesco Forti e' andato in vacanza, supplisco io solo per >segnalare a chi non l'ha ancora saputo che.... > >ll Grazie Luca, e visto che ora sono tornato, mando un rapido e per nulla entusiasta commento. >FEDERALISMO: LEADER ULIVO, RIFORME ENTRO LA LEGISLATURA >DOCUMENTO DEI SEGRETARI DI DS-PPI-DEM-PDCI-PRI-VERDI-RI- >UDEUR-PPI >Roma 30 giu. - (Adnkronos) - Attribuire le funzioni amministrative >direttamente agli Enti locali; stabilire il nucleo delle competenze >esclusive dello Stato centrale, consentendo l'attribuzione alle Regioni >delle altre materie; stabilire i principi del federalismo fiscale; abolire i >controlli sugli atti di Comuni e Province; fissare forme e condizioni >particolari di autonomia determinando un certo numero di anni entro il >quale tutte le Regioni possono raggiungere il traguardo di attribuzioni >stabilito. Queste le riforme necessarie per attuare il federalismo e >realizzabili prima della fine della legislatura, indicate in un documento >sottoscritto da tutti i leader della coalizione dell'Ulivo-Insieme per l'Italia. >La proposta e' stata presentata nel vertice di martedi', messa a punto in >questi giorni ed e' firmata da Veltroni, Castagnetti, Parisi, Boselli, >Mastella, Francescato, Diliberto, Dini, La Malfa. > >(Sam/Pn/Adnkronos) Pare proprio che il centro-sinistra sia tutto per il federalismo. Lo si potrebbe intuire leggendo questa notizia di agenzia. Invece ho forti dubbi. Gia' la terminologia tradisce. <<attribuire le funzioni amministrative agli enti locali>> non vuole dire nulla, in chiave federalistica. Non esistono "enti locali" in un paese federale. Cosi' come non esistono "funzioni amministrative" da attribuire. Ci sono invece soggetti politici (comuni, contee, distretti, cantoni ecc) e compiti (competenze) la cui attribuzione e' regolata dalla costituzione federale e dalle costituzioni locali. 1) Non funzioni amministrative ma _competenze_. 2) Non enti ma _soggetti politici_. Soggetti dotati di responsabilita' e di autorita' (sovranita') non disgiunti (come invece ora accade). Questo e' il quadro federalistico. Non sono differenze formali. All'infuori di questo abbiamo solo la riproposizione di un centro politico che decide (magari non piu' solo lo stato nazionale ma anche in parte le regioni) e di una periferia che amministra le funzioni che gli sono state attribuite, con soldi che vengono assegnati dall'alto in base a chiavi di riparto decise in base alle convenienze politiche del momento (la maggioranza centrale puo' quindi dare meno alla periferia governata dalla opposizione), con i cittadini che non sanno piu' a che santo rivolgersi per vedere la pratica soluzione dei problemi di tutti i giorni e salgono sul carro del vincitore anche localmente (voting with the feet). Quel comunicato in pratica ripropone il "federalismo amministrativo" ma nulla sul modello di federalismo vero da scegliere per il futuro, cosa che se dovesse essere discussa ripresenterebbe lo stallo che si verifico', dentro l'Ulivo stesso, alla Bicamerale. Dice "dobbiamo stabilire i principi" ma si allude ad un federalismo a "Costituzione invriata" (non c'e' tempo, prima della fine della legislatura per riformare la Costituzione) e quindi si allude a qualcosa che federalismo non e' (non nella forma e tanto meno nella sostanza) continuando pero' a dire che "si attua il federalismo prima della fine della legislatura". Io quel comunicato lo definirei "pubblicita' ingannevole". Qui c'e' problema comune tra laici e cattolici. Quello di avere una cultura politica che dica pane al pane e vino al vino. Non si puo' spacciare per federalismo cio' che non e' federalismo. Lo si chiami giustamente in altro modo, magari. Alla fine, comunque vada, i sistemi sono due: o abbiamo uno stato centralizzato, piu' o meno decentrato, oppure abbiamo una unione di tipo federativo (con legami piu' o meno forti) basata sulla sussidiarieta' e sulla cooperazione. Modelli intermedi non esistono e sono pericolosi. Meglio una macchina o una moto. Un triciclo a motore non e' competitivo e si ribalta in curva. Poi una volta usciti di strada qualcuno dira' <<lo avevo detto che il federalismo non funziona>>. Invece e' l'ibrido che i politici vogliono fare ad essere pericoloso. Il regionalismo che si propone in questi anni non e' federalismo ma una versione "spinta" del decentramento che vuole essere una via di mezzo, un salvare capra e cavoli, un mescolare vino con acqua santa. Il regionalismo in 30 anni e' stato un colossale fallimento (anche economico) ma proprio perche' e' difficile riconoscere gli errori del passato ben difficilmente si arrivera' all'unica soluzione razionale: abolire le attuali regioni e dare tutte le sue competenze (e molto di piu') a comuni e provincie; caso mai rifondare in seguito una decina di macro-regioni come federazione di provincie (nel classico rapporto tipo 1:10) ed in chiave del tutto europea (europa delle regioni). E non e' solo un problema di non riconoscere gli errori del passato. Oggi le regioni sono elementi di potere, in alcuni casi veri elefanti burocratici, luoghi in cui parcheggiare amici degli amici, come dice Darendhorf. Luoghi che vogliono "gestire", per brama di potere, compiti che nei paesi federali sono gestiti a livello comunale e distrettuale (ed in modo nettamente migliore ed economico). Luoghi il cui strapotere e' un buon indizio della pericolosita' di un federalismo su base regionale e di come potrebbe essere peggiore dell'attuale stato centralizzato. Saluti, Francesco Forti http://come.to/federalismo ![]() |