[GARGONZA:9172] Re: Documento congiunto Ulivo: riforma federale entro legislatura.
Francesco Paolo Forti  Domenica, 16 Luglio 2000

At 09:44 01.07.00 , Luca Longo wrote:

>ADN0372 7 30/06/2000 17:33
>Visto che Francesco Forti e' andato in vacanza, supplisco io solo per 
>segnalare a chi non l'ha ancora saputo che....
>
>ll

Grazie Luca,
e visto che ora sono tornato, mando un rapido e per nulla
entusiasta commento.

>FEDERALISMO: LEADER ULIVO, RIFORME ENTRO LA LEGISLATURA 
>DOCUMENTO DEI SEGRETARI DI DS-PPI-DEM-PDCI-PRI-VERDI-RI-
>UDEUR-PPI
>Roma 30 giu. - (Adnkronos) - Attribuire le funzioni amministrative 
>direttamente agli Enti locali; stabilire il nucleo delle competenze 
>esclusive dello Stato centrale, consentendo l'attribuzione alle Regioni 
>delle altre materie; stabilire i principi del federalismo fiscale; abolire i 
>controlli sugli atti di Comuni e Province; fissare forme e condizioni 
>particolari di autonomia determinando un certo numero di anni entro il 
>quale tutte le Regioni possono raggiungere il traguardo di attribuzioni 
>stabilito. Queste le riforme necessarie per attuare il federalismo e 
>realizzabili prima della fine della legislatura, indicate in un documento 
>sottoscritto da tutti i leader della coalizione dell'Ulivo-Insieme per l'Italia. 
>La proposta e' stata presentata nel vertice di martedi', messa a punto in 
>questi giorni ed e' firmata da Veltroni, Castagnetti, Parisi, Boselli, 
>Mastella, Francescato, Diliberto, Dini, La Malfa. 
>
>(Sam/Pn/Adnkronos)

Pare proprio che il centro-sinistra sia tutto per il federalismo. 
Lo si potrebbe intuire leggendo questa notizia di agenzia. 

Invece ho forti dubbi. Gia' la terminologia tradisce. <<attribuire le
funzioni amministrative agli enti locali>> non vuole dire nulla, in 
chiave federalistica. Non esistono "enti locali" in un paese federale.
Cosi' come non esistono "funzioni amministrative" da attribuire. 
Ci sono invece soggetti politici (comuni, contee, distretti, cantoni ecc)
e compiti (competenze) la cui attribuzione e' regolata dalla 
costituzione federale e dalle costituzioni locali. 

1) Non funzioni amministrative ma _competenze_. 
2) Non enti ma _soggetti politici_. 

Soggetti dotati di responsabilita' e di autorita' (sovranita') non
disgiunti (come invece ora accade).

Questo e' il quadro federalistico. Non sono differenze formali. 


All'infuori di questo abbiamo solo la riproposizione di un centro politico 
che decide (magari non piu' solo lo stato nazionale ma anche in 
parte le regioni) e di una periferia che amministra le funzioni che
gli sono state attribuite, con soldi che vengono assegnati dall'alto
in base a chiavi di riparto decise in base alle convenienze politiche del 
momento (la maggioranza centrale puo' quindi dare meno alla periferia
governata dalla opposizione), con i cittadini che non sanno piu' a che santo 
rivolgersi per vedere la pratica soluzione dei problemi di tutti i giorni e
salgono sul carro del vincitore anche localmente (voting with the feet). 

Quel comunicato in pratica ripropone il "federalismo amministrativo"
ma nulla sul modello di federalismo vero da scegliere per il futuro, cosa
che se dovesse essere discussa ripresenterebbe lo stallo che si
verifico', dentro l'Ulivo stesso, alla Bicamerale. Dice "dobbiamo 
stabilire i principi" ma si allude ad un federalismo a "Costituzione
invriata" (non c'e' tempo, prima della fine della legislatura per 
riformare la Costituzione) e quindi si allude a qualcosa che
federalismo non e' (non nella forma e tanto meno nella sostanza)
continuando pero' a dire che "si attua il federalismo prima della
fine della legislatura". 

Io quel comunicato lo definirei "pubblicita' ingannevole". 

Qui c'e' problema comune tra laici e cattolici. Quello di avere una cultura 
politica che dica pane al pane e vino al vino. Non si puo' spacciare
per federalismo cio' che non e' federalismo. Lo si chiami giustamente
in altro modo, magari. Alla fine, comunque vada, i sistemi sono due:
o abbiamo uno stato centralizzato, piu' o meno decentrato, oppure
abbiamo una unione di tipo federativo (con legami piu' o meno forti)
basata sulla sussidiarieta' e sulla cooperazione. Modelli intermedi
non esistono e sono pericolosi. Meglio una macchina o una moto.
Un triciclo a motore non e' competitivo e si ribalta in curva. Poi una
volta usciti di strada qualcuno dira' <<lo avevo detto che il federalismo
non funziona>>. Invece e' l'ibrido che i politici vogliono fare ad 
essere pericoloso. 

Il regionalismo che si propone in questi anni non e' federalismo ma una 
versione "spinta" del decentramento che vuole essere una via di mezzo, 
un salvare capra e cavoli, un mescolare vino con acqua santa. 
Il regionalismo in 30 anni e' stato un colossale fallimento (anche 
economico) ma proprio perche' e' difficile riconoscere gli errori del passato 
ben difficilmente si arrivera' all'unica soluzione razionale: abolire le
attuali regioni e dare tutte le sue competenze (e molto di piu') a comuni 
e provincie; caso mai rifondare in seguito una decina di macro-regioni 
come federazione di provincie (nel classico rapporto tipo 1:10) ed in 
chiave del tutto europea (europa delle regioni). 

E non e' solo un problema di non riconoscere gli errori del 
passato. Oggi le regioni sono elementi di potere, in alcuni casi
veri elefanti burocratici, luoghi in cui parcheggiare amici degli
amici, come dice Darendhorf. Luoghi che vogliono "gestire", per
brama di potere, compiti che nei paesi federali sono gestiti a
livello comunale e distrettuale (ed in modo nettamente migliore
ed economico). Luoghi il cui strapotere e' un buon indizio
della pericolosita' di un federalismo su base regionale e di come
potrebbe essere peggiore dell'attuale stato centralizzato. 

Saluti,
Francesco Forti

http://come.to/federalismo






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