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penso che questo ci aiuti a conoscere, ragionare e comprendere, ve lo mando per documentazione. ciao rosanna da http://www.ilsole24ore.it/sole_html/quotidiana.Thu/NORMALE/2/GIRO_C.htm LA RICCHEZZA UMANA di Amartya Sen Le grandi sfide dei flussi migratori che dovremo affrontare nel XXI secolo possono essere inquadrate da diversi, se non opposti, punti di vista. Le politiche di immigrazione europee e italiane devono tener conto di considerazioni molteplici, dissimili, spesso conflittuali. Ma un'eccessiva concentrazione sui dettagli può distogliere l'attenzione da aspetti importanti della realtà, e l'urgenza delle scelte di breve periodo ostacolare l'attuazione di strategie di più ampio respiro. L'incontro organizzato dall'Agenzia romana per la preparazione del Giubileo costituisce una buona occasione di pausa e riflessione. In effetti, è opportuno considerare il fenomeno migratorio in una prospettiva generale e "storica" che risulterà in contrasto con il modo concitato con cui viene affrontato dalla politica corrente. La storia della civiltà è stata incontestabilmente modellata dai movimenti delle persone, delle idee e delle merci. Scienza, tecnologia, matematica, arte, musica, danza, e persino cucina, oltre naturalmente ad economia e politica, devono i propri progressi alla trasmissione delle conoscenze. Dagli spostamenti nel corso dei millenni di greci, romani, cinesi, indiani, ebrei, arabi, alle più recenti migrazioni degli europei, gli individui e le popolazioni hanno trasportato da un luogo all'altro conoscenze, doti, manualità, capacità di comprensione. È difficile immaginare un mondo in cui popoli e individui abbiano vissuto in stato di reciproco isolamento. Va dunque sottolineata una contraddizione emersa dal processo di globalizzazione economica. Proprio mentre ai movimenti delle merci e dei capitali si sono aggiunte l'espansione degli scambi commerciali internazionali, delle comunicazioni e delle relazioni economiche, anche le barriere politiche e legali all'immigrazione registrano una tendenza all'aumento. Per la prima volta nella storia del mondo, vi è un'ampia e crescente accettazione degli spostamenti di beni cui fa fronte una ferma reazione ai movimenti di persone. Questa contraddizione è stranamente emersa, insieme all'aumento degli ostacoli politici alle migrazioni internazionali, esattamente nel momento in cui si sono registrati i maggiori progressi nella direzione di una concezione globale e di una migliore comprensione della nostra comune umanità. Ciò è avvenuto grazie ai progressi realizzati nel settore delle comunicazioni e alla diffusione delle nuove tecnologie, nonché a seguito degli sviluppi e delle evoluzioni istituzionali. Tra i fattori principali, ricordiamo il ruolo svolto dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni internazionali, oltre allo sviluppo degli affari internazionali (inclusa la creazione di multinazionali) e di organizzazioni quali Medecins sans frontiers, Oxfam, Amnesty international, Croce rossa, Human rights watch e molte altre. Durante le manifestazioni di Seattle contro la globalizzazione persino l'opposizione alla globalizzazione è divenuta un movimento globale. Il che significa che nel mondo di oggi non è possibile sfuggire alla globalizzazione. Si tratta piuttosto di riflettere sulle forme che essa dovrebbe assumere. Allo stesso modo oggi è impossibile non accettare le migrazioni internazionali. Bisogna semmai riflettere sulle loro forme, entità, composizioni e priorità. In tal senso, una prospettiva globale è necessaria quanto quelle nazionali o regionali. In Italia sarebbe naturale considerare i benefici che l'Italia stessa, o l'Europa nel suo complesso, può trarre dai flussi migratori, oltre che i costi inevitabilmente correlati. In questa ottica, è necessario prestare molta attenzione ai problemi connessi a ingenti e improvvise migrazioni, che non riguardano soltanto la pressione sui servizi sociali di una moderna nazione europea, ma anche aspetti specifici, quale ad esempio la presunta correlazione tra migrazioni internazionali e particolari tipologie di attività criminali, tema al quale è stato dedicato ampio spazio nei recenti dibattiti italiani. Massimo Livi-Bacci ha illustrato i problemi demografici derivanti dal basso tasso di fertilità in Italia e in Europa, oltre al ruolo costruttivo che una migrazione ben organizzata può svolgere. È necessario prendere in considerazione il ruolo svolto dai raggruppamenti culturali ed etnici nell'arricchimento della vita di molti Paesi europei. Ad esempio, le abitudini alimentari inglesi sono state completamente modificate dalle usanze culinarie degli immigrati, siano essi italiani, spagnoli, indiani o bengalesi. Il British tourist board parla del curry come di «autentico alimento britannico». E su un giornale inglese ho letto la seguente definizione: «Inglese come le giunchiglie ed il pollo tikka masala». La valutazione da fare non deve riguardare soltanto l'aspetto politico, il numero di immigrati da accogliere e il modo in cui farlo: vanno considerate anche le loro condizioni di vita, senza dimenticare la questione dei diritti degli immigranti. Al fine di permettere loro di svolgere un ruolo costruttivo nella società, è importante assicurarsi che essi abbiano accesso alle opportunità che i non immigranti hanno automaticamente. La partecipazione politica degli immigranti è fondamentale. Il fatto che in Germania e Francia gli estremisti di destra abbiamo preso a bersaglio la popolazione immigrata è stato oggetto di grande attenzione politica. Talvolta ci si chiede perché la Gran Bretagna abbia evitato questo problema, anche se alcuni decenni fa - quando ebbe luogo la grande immigrazione di massa - anch'essa registrava al suo interno forti sentimenti anti-immigrazione. La spiegazione va ricercata nell'esclusione politica dai diritti di voto della maggior parte degli immigranti in Germania e Francia. Nella maggior parte dei Paesi europei, gli immigrati arrivati legalmente non hanno diritto di voto a causa delle difficoltà nell'ottenere la cittadinanza. La Gran Bretagna ha eluso questo problema tramite una peculiarità storica. A causa della tradizione imperiale, in seguito sostituita dal Commonwealth, nel Regno Unito il diritto di voto viene assegnato non solo a chi è in possesso della cittadinanza britannica, ma anche della cittadinanza del Commonwealth. Qualsiasi cittadino del Commonwealth acquisisce immediatamente il diritto di voto in Gran Bretagna quando viene accettato il suo insediamento. Poiché la maggior parte degli immigranti non bianchi sono arrivati in Gran Bretagna da Paesi del Commonwealth, essi hanno diritto alla partecipazione politica in quanto residenti. Se un estremista di destra tedesco fa pesanti dichiarazioni contro gli immigrati, egli non fa perdere il voto agli immigranti (poiché essi non lo hanno), ma riesce ad acquisire i voti di coloro che hanno la stessa inclinazione contro gli immigrati. In Gran Bretagna, invece, anche se le dichiarazioni anti-immigrazione possono piacere a qualcuno, causano poi una immediata reazione negativa da parte dei votanti immigrati, anche se non hanno acquisito la cittadinanza britannica. Questa situazione ha reso i partiti politici britannici piuttosto propensi a corteggiare il voto degli immigranti, e ciò è stato un elemento frenante rispetto ai precedenti tentativi di promuovere politiche razziste in Gran Bretagna. Quando qualsiasi Paese - sia esso l'Italia, la Gran Bretagna o gli Stati Uniti, o anche l'India (che accoglie un elevato numero di immigranti dal Bangladesh) - considera il proprio atteggiamento nei confronti delle migrazioni, non può prescindere dall'idea di una grande storia che sovrasta le piccole. La storia della civiltà umana dipende dai movimenti di persone così come dai beni di prima necessità e dalla tecnologia. Nei testi in sanscrito della tradizione indiana (a partire dal V secolo a.C. - in Hitopadesh, Ganapath, Prasannaraghava, Bhattikavya) si narra spesso la storia di una rana che vive la propria vita all'interno di un pozzo, ostile e sospettosa nei confronti di tutto ciò che viene dall'esterno. Questa "kupamanduka" (rana nel pozzo) ha una sua visione del mondo: una visione limitata al pozzo. La storia scientifica, culturale ed economica del mondo sarebbe stata ben limitata se gli uomini avessero vissuto così. La saggezza politica richiede che ci si opponga a ciò. È un compito arduo, poiché il mondo è pieno di rane nel pozzo, e molte di loro sanno ravvivare con efficacia la fiamma della passione politica. Auspicare una visione più ampia della realtà non mi pare una cosa dannosa in occasione delle celebrazioni del Giubileo. Amartya Sen .-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.- Rosanna Tortorelli - Milano .-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.- ![]() |