[GARGONZA:9125] R: Re: Sexually correct
Piero DM  Lunedi`, 10 Luglio 2000

Una premessa, con molta amicizia, cara Nadia.
C'è molta passione nel tuo intervento, e questa è cosa bella e buona, e non
sorprendente per noi che abbiamo imparato a conoscerti un poco.
Ma c'è anche un buon tasso di veemente rigidità, che non mi sarei aspettato.
Che la questione sia controversa e delicata, e che non si presti dunque a
manicheismi di varia ispirazione, mi sembra un fatto estremamente chiaro.
Penso quindi che non sia il caso di lanciarsi con la scimitarra sguainata a
difesa della Turco e di questa sua iniziativa, ma semmai - se si pensa
bene - di spiegare le ragioni di questo pensare bene.

Ho notato spesso che le donne, anche le più moderate, hanno tratti di
somiglianza con i sacerdoti cattolici, quando il discorso cade su argomenti
che hanno a che fare con il sesso.
Capisco bene il lato viscerale ed emotivo, nonché quello profondamente
spirituale e morale, che induce le donne a sentire come >"personale" ogni
accenno ad un problema intorno al quale si sono svolti nel tempo mille
drammmi di vita delle donne, e sono state scandirte ingiustizie,
sfruttamenti e repressioni: direi che i preti, in questo, rappresentano
l'altra faccia della medaglia, ossia una forza uguale di segno opposto.
Nonostante questo, anzi proprio per questo, credo che sia necessario
liberarsi dell'istinto integralista, e della convinzione (da parte di
chiunque, donne e preti compresi ovviamente) che certi argomenti siano "di
speciale pertinenza" di una categoria o dell'altra.
E sarà un buon giorno il giorno in cui ci sarà un Ministro degli Esteri (o
un Presidente del Consiglio) donna, e un Ministro delle Poltiche Sociali
uomo, e magari pure un uomo di cui non si conosca il credo religioso, o
magari pure ateo dichiarato.

----- Original Message -----
From: Nadia Cari'

>...due leggi che, se non le conoscete, vi invito ad andarvi a
> vedere (si trovano anche su internet) e poi, magari ne riparliamo.

Io non sopporto la Turco a prescindere da quello che fa o non fa, ma per
quello che è e vuole essere: facciamo una gran fatica per imporre la
laicità, e poi ci si ritrova tra i piedi a sinistra gente che ci tiene tanto
a far sapere di essere "cattolica". Naturalmente non è problema di oggi, ma
(paradossalmente, per motivi troppo lunghi da spiegare qui, e forse anche
intuibili) trovo che la cosa sia più assurda oggi di quanto non fosse ai
tempi di Rodano e Togliatti.

Le leggi di cui parli le andrò a vedere, e poi ne riparliamo, ma dico fin da
ora che c'è una certa interpretazione del concetto di "socialità" che non mi
ha mai convinto.

> Per quanto riguarda il problema della coraggiosa proposta di
> revisione della legge Merlin, che non sottende minimamente alla
> riapertura delle cosiddette "case chiuse", comunemente intese (non
> vedo proprio come a qualcuno che sia minimamente dotato di
> intelligenza -Berlusconi docet- possa essere anche solo
> lontanamente passato per l'anticamera del cervello una simile
> evenienza...),

Io non credo di essere cretino, e tuttavia ho sentito il rumore di passi che
questa evenienza faceva correndo su e giù nella mia mente :-)
Io non credo che la pia Turco abbia avuto nella propria progettualità (si
dice così?) la riapertura dei bordelli, organizzati e addobbati secondo
felliniana memoria.
Sono convinto che la configurazione "comunemente intesa" dei bordelli debba
altresì necessaariamente rifarsi all'iconografia della memoria, alla per
così dire "ultima faccia conosciuta": appunto per questo è lecito aspettarsi
che oggi avrebbero un aspetto differente, altri stili e altre tecnologie,
altre implicazioni. Ma questa "modernità" nulla toglie al fatto (o
all'eventualità) che sempre di bordelli si tratta.

> ho trovato che un articolo di Giovanni Valentini di
> qualche giorno fa, su Repubblica, ha colto perfettamente quale sia
> lo spirito che anima questa proposta della ministra.

Valentini ha colto lo spirito della Turco, o quello che è lecito individuare
come tale.
ma il problema non è lo spirito della Turco, ma le conseguenze della legge.
Se la condizione stradarola delle prostitute è allucinante e miserevole,
l'esercizio della propstituzione in case attrezzate è sicuramente più
confortevole e ambientalmente meno miserevole, oltre che dare maggiori
garanzie di sicurezza sanitaria: ottime cose, ma esattamnte quelle cose,
quegli argomenti che hanno sempre vantato i nostalgici delle case chiuse.

Se il problema è, invece, quello della protezione dallo sfruttamento,
l'esercizio "depenalizzato" e al chiuso non muta di una virgola questa
situazione, e anzi forse ne aggrava alcuni aspetti

> Una proposta che poco, anzi, proprio niente, ha , secondo me, a che
> fare con pratiche da Esercito della Salvezza e simili, alla Don
> Benzi che, infatti, e' contrario.

L'esercito della salvezza è di vocazione protestante, e non cattolica.

L'impronta cattolica è invece trasparente in questa ipocrita posizione
ibrida, in questa moralità da demi-vierge tipica della carità cattolica
quando si veste di politica ad inclinazione "progressista": per esempio,
aborto sì, ma con una casistica rotale di protezioni, consultazioni,
eccezioni e coperture moralistiche; o ancora, divorzio sì, ma con lassi di
riflessione, consulenze psicoanalitiche, reti di protezione e penitenze;
omosessualità sì, ma con astensione dalla pratica abominevole nei giorni di
festa, senza farne ostentazione, e possibilmente macerandosi debitamnte in
una quantità controllata di senso di colpa.
Infine, prostituzione sì, e perfino "depenalizzata", e perfino
burocraticamente "registrata", ma non "libera" e legale: poco importa che
non ci sia differenza pratica tra i due termini, ma la Forma (la buona
coscinza dei benpensanti e dei legislatori) è salva. E poi, non succeda mai
che si stabilisca un pericoloso precedente, quello di sancire la semplice
"libertà" delle persone, specialmente in un campo in cui un cattolico dotato
di potere ritiene di avere un sacco di cose da dire: in primis, la gestione
degli organi genitali, che sono il capo d'azione di gran lunga più battuto
dalla intellettualità e dalla predicazione cattolica, dai tempi delle
catacombe in poi.

Il fatto è che soltanto riconoscendo la fondamentale e assoluta libertà dei
comportamemnti individuali, e del proprio corpo e della propria vita, salute
e moralità, soltanto riconoscendo questa libertà si può davvero pensare a
come renderla effettiva, a garantirla, non condizionata da costrizioni,
stato economico, minacce o altro, nonché dai cavilli del legislatore.
Finchè invece - pelosamente, caritativamente, cattolicamente - si ritiene di
mescolare il concetto di colpa con quello di reato, si avrà sempre una forma
più o meno surrettizia di stato etico, di autoritarismo, e - cosa
nient'affatto secondaria - di inefficienza: ossia si offrirà campo libero a
tutti coloro che sgusciano tra le maglie della normativa accuratamente
studiata (morale, giuridica) per imporre i propri interessi e la propria
violenza - dalle speculazioni dell'Immobiliare che hanno scempiato Roma
legalmente, alla mafia che ufficilamente non è esistita per decenni,
all'aborto delle mammane timorate di dio e dei ginecologi in clinica
privata, ai magnaccia promossi al rango di presidenti di cooperativa o di
proprietari di appartamenti, magari in società con le maitresse con partita
IVA.

Un tempo si diceva "giacobini nel fare le leggi, gesuiti nell'applicarle".
Sarebbe il caso di revisionare il concetto, constatando che si è "gesuiti
nel fare le leggi e commercialisti nell'applicarle": c'è qualcosa di più
cattolico, di anticamente vescovile? La cosa più divertente è che a sinistra
molti credono di aver fatto invece una grande scoperta, e che questa sia la
via della modernità - politica e morale.
Ma il sospetto di qualcosa di losco tuttavia c'è, anche nell'animo dei più
entusiasti, visto che il prodotto di questo lungo percorso verso la
modernità sono, per esempio, le prostitute che esercitano in luoghi non
stradali: infatti il maggiore sforzo è concentratoi nell'evitare che si
chiamino "case" (chiuse, controllate, protette, schedate) , perché allora
l'inquietante somiglianza diventerebbe troppo evidente.

= Piero DM =






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