[GARGONZA:9118] R: Re: I: Sexually correct
Luca Palombi  Lunedi`, 10 Luglio 2000

Concordo perfettamente con il pensiero di Giovanni Cominelli riguardo alla
presunta immoralita' di un libero mercato del sesso e alla esigenza di uno
Stato laico che non sia schiavo della morale cattolica (e poi lo stato etico
sarebbe una prerogativa della sinistra?). Vorrei pero' fare tre
precisazioni.
Primo: il fatto che "tutte le donne dei DS" ritengano che un illecito morale
sia penalmente passibile (al di la' della specifica questione) e' perlomeno
preoccupante. Si parla tanto di riformare la sinistra: bene, incominciamo da
una nuova visione veramente laica dello Stato. Inneggiare allo Stato laico
soltanto quando appoggia una morale che non si condivide (es. giudizi contro
il Gay Pride) e' troppo facile. Lo Stato deve difendere i diritti delle
persone, non le concezioni morali (qualunque esse siano:destra, centro e
sinistra). Se una donna decide liberamente di vendere il proprio corpo e lo
fa privatamente (non esibendosi in una vetrina del centro storico come ad
Amsterdam) allora i suoi diritti non vengono negati e neppure quelli di
coloro che ritengono immorale un atto del genere. Faccio un esempio stupido.
Io ritengo immorale il programma televisivo "Bigodini" (Italia Uno) perche'
premia la gente che si fa morbosamente gli affari degli altri. Ma se il
garante della privacy mi dicesse che quel programma e' a posto, allora non
mi verrebbe mai in mente di chiedere di proibirlo. Questo non vuol dire che
smetterei di criticare il programma perche' siamo in un paese dove c'e' la
liberta' di pensiero. Si puo' criticare una cosa senza chiedere che sia
proibita per legge.
Seconda precisazione: quando vendere il proprio corpo e' una scelta
veramente libera? Questo e' un aspetto rilevante se si procede a una lenta
"legalizzazione". Una ragazza che, di sua iniziativa, vende il proprio corpo
perche' sta morendo di fame, non ha una casa e non trova lavoro, sta
compiendo una libera scelta? Con questo non voglio dire che bisognerebbe
proibirglielo, ma bisogna, accanto alla depenalizzazione e al rafforzamento
di misure contro lo sfruttamento, procedere alla costruzione di un grande
progetto sociale per dare una vera assistenza costruttiva (non carita' ma
offerta di possibilita') a tutti coloro che in Italia sono ancora
classificati come "poveri". Utopia? Forse, ma vale la pena provarci.
Terza (e ultima) riflessione: non bisogna contestare tanto le diverse
concezioni etiche (a meno che non vengano imposte ovviamente) quanto
l'ipocrisia che le accompagna. A tutte le donne che ritengo immorale (e
quindi, secondo loro, da proibire) la libera vendita del sesso, io faccio
sempre questa domanda:"ma se un uomo ti offrisse 100 miliardi (o anche molto
meno) per una notte di sesso, tu rinunceresti senza alcun dubbio?". La
maggior parte di solito ammette la tentazione e un buon numero ammette che
probabilmente cederebbe alla tentazione. A queste ultime allora dico: "se lo
Stato di proibisse di farlo (e quindi ti vietasse di prendere tutti quei
miliardi) saresti d'accordo?". Ecco dunque che, per molte persone, la morale
e' quantitativa e non qualitativa. Ma per una donna piena di debiti (magari
minacciata dagli usurai) qualche milione equivale a qualche miliardo delle
donne "per bene"...

Luca

-----Messaggio Originale-----
Da: Giovanni Cominelli <giovanni.cominelli@tin.it>
A: Multiple recipients of list GARGONZA <gargonza@perlulivo.it>
Data invio: lunedì 10 luglio 2000 2.00
Oggetto: [GARGONZA:9112] Re: I: Sexually correct


>
>
> Salvatore CAMAIONI wrote:
>
> >
> >     Non sono molto informato sulla strategia della Turco in tema di
> > prostituzione. Mi sembra però di capire che con il pretesto di tutelare
le
> > prostitute dagli sfruttatori si persegua in realtà soltanto l'obbiettivo
di
> > togliere le lucciole dalle strade, autorizzando (cioè depenalizzando,
cioè
> > legalizzando) l'adescamento, purché effettuato all'interno delle case e
non
> > in strada. Resta però irrisolto il grave problema dello sfruttamento da
> > parte dellle organizzazioni criminali internazionali, che continueranno
a
> > deportare e schiavizzare le prostitute anche all'interno delle
abitazioni.
>
>
> Avendo fatto lunghe discussioni con le donne dei DS sul tema, qualche
> anno fa, nel corso delle quali venivo regolarmente accusato di essere
> favorevole alla mercificazione del corpo delle donne, forse sono in
> grado di interpretare il Turco-pensiero.
>
> La Turco pensa come tutte le donne dei DS (cattoliche, comuniste e
> post-comuniste) che la prostituzione è una mercificazione del sesso.
> Pertanto è un illecito morale e, dunque (sic!), penalmente passibile.
> Questa la posizione teorica.
> Siccome la Turco vede quello che vediamo tutti (il dilagare nelle strade
> di città e di campagna di un fenomeno selvaggio, con un indotto di
> criminalità e di malattie), sta cercando di uscirne, nell'unico modo
> possibile: confinare fisicamente il fenomeno, per controllarlo meglio e
> depenalizzarlo.
> E' un passo in avanti, secondo me, ma pieno di contraddizioni.
> Scambiare sesso con soldi è un atto libero. Non è un peccato, non è un
> crimine. Dunque non c'è nulla da depenalizzare. Sono i cattolici a
> pensare che se un comportamento è moralmente, secondo loro, illecito,
> deve essere perseguito dalla legge. Ma uno stato laico dovrebbe muoversi
> in modo diverso, garantendo il mercato del sesso e governandolo.
> Poichè sappiamo che quote crescenti di questo mercato non sono libere,
> il primo problema è appunto quello di garantire che la compravendita del
> sesso non sia turbata da violenza, costrizione, schiavitù. E garantire
> anche la salute pubblica e anche, se possibile, che i minori non
> subiscano una volgare "educazione" sessuale a cielo aperto, ogni volta
> che assistono a "spettacoli" sotto casa.
> La soluzione proposta dalla Turco, mentre segnala l'inizio di una
> consapevolezza, non risolve i problemi, come fanno notare Piero DM e
> Camaioni.
> Come per tutti i mercati, lo stato deve garantire lo svolgimento libero
> e regolato della vendita di sesso.
> Il che si può fare in due modi: offrire direttamente...il servizio.
> Accadeva fino al 1958.
> Oppure, istituire aree fisiche, vigilate sul piano dell'ordine pubblico
> e dell'igiene, dentro le quali sia possibile la libera compravendita del
> sesso.
> Per arrivare a tanto, occorre liberarsi dai pregiudizi della morale
> cattolica, dalle sue ipocrisie e affrontare di petto la questione.
> Resta un piccolo problema: che chi guadagna vendendo il proprio corpo,
> dovrà pagare le tasse. Come farlo tecnicamente, non saprei. Lo stato
> potrebbe affittare sedi adeguate, comportandosi come l'albergatore, che
> fa pagare la stanza. In altri paesi funzionano meccanismi del genere.
> Ovviamente, non tutti i problemi sarebbero risolti. La criminalità
> organizzata non tocca solo questo mercato, ma ogni genere di mercato di
> beni e servizi. Questo è un problema di investigazione e di repressione.
>
>
>
>
>
> Così come si svolge, non è libero
>
>
> --
> Giovanni Cominelli - Milano
>
> e-mail: giovanni.cominelli@tin.it
>
> sito web: www.giovannicominelli.org




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