[GARGONZA:9112] Re: I: Sexually correct
Giovanni Cominelli  Lunedi`, 10 Luglio 2000



Salvatore CAMAIONI wrote:

> 
>     Non sono molto informato sulla strategia della Turco in tema di
> prostituzione. Mi sembra però di capire che con il pretesto di tutelare le
> prostitute dagli sfruttatori si persegua in realtà soltanto l'obbiettivo di
> togliere le lucciole dalle strade, autorizzando (cioè depenalizzando, cioè
> legalizzando) l'adescamento, purché effettuato all'interno delle case e non
> in strada. Resta però irrisolto il grave problema dello sfruttamento da
> parte dellle organizzazioni criminali internazionali, che continueranno a
> deportare e schiavizzare le prostitute anche all'interno delle abitazioni.


Avendo fatto lunghe discussioni con le donne dei DS sul tema, qualche
anno fa, nel corso delle quali venivo regolarmente accusato di essere
favorevole alla mercificazione del corpo delle donne, forse sono in
grado di interpretare il Turco-pensiero.

La Turco pensa come tutte le donne dei DS (cattoliche, comuniste e
post-comuniste) che la prostituzione è una mercificazione del sesso.
Pertanto è un illecito morale e, dunque (sic!), penalmente passibile.
Questa la posizione teorica.
Siccome la Turco vede quello che vediamo tutti (il dilagare nelle strade
di città e di campagna di un fenomeno selvaggio, con un indotto di
criminalità e di malattie), sta cercando di uscirne, nell'unico modo
possibile: confinare fisicamente il fenomeno, per controllarlo meglio e
depenalizzarlo. 
E' un passo in avanti, secondo me, ma pieno di contraddizioni.
Scambiare sesso con soldi è un atto libero. Non è un peccato, non è un
crimine. Dunque non c'è nulla da depenalizzare. Sono i cattolici a
pensare che se un comportamento è moralmente, secondo loro, illecito,
deve essere perseguito dalla legge. Ma uno stato laico dovrebbe muoversi
in modo diverso, garantendo il mercato del sesso e governandolo.
Poichè sappiamo che quote crescenti di questo mercato non sono libere,
il primo problema è appunto quello di garantire che la compravendita del
sesso non sia turbata da violenza, costrizione, schiavitù. E garantire
anche la salute pubblica e anche, se possibile, che i minori non
subiscano una volgare "educazione" sessuale a cielo aperto, ogni volta
che assistono a "spettacoli" sotto casa. 
La soluzione proposta dalla Turco, mentre segnala l'inizio di una
consapevolezza, non risolve i problemi, come fanno notare Piero DM e
Camaioni.
Come per tutti i mercati, lo stato deve garantire lo svolgimento libero
e regolato della vendita di sesso.
Il che si può fare in due modi: offrire direttamente...il servizio.
Accadeva fino al 1958.
Oppure, istituire aree fisiche, vigilate sul piano dell'ordine pubblico
e dell'igiene, dentro le quali sia possibile la libera compravendita del
sesso.
Per arrivare a tanto, occorre liberarsi dai pregiudizi della morale
cattolica, dalle sue ipocrisie e affrontare di petto la questione. 
Resta un piccolo problema: che chi guadagna vendendo il proprio corpo,
dovrà pagare le tasse. Come farlo tecnicamente, non saprei. Lo stato
potrebbe affittare sedi adeguate, comportandosi come l'albergatore, che
fa pagare la stanza. In altri paesi funzionano meccanismi del genere.
Ovviamente, non tutti i problemi sarebbero risolti. La criminalità
organizzata non tocca solo questo mercato, ma ogni genere di mercato di
beni e servizi. Questo è un problema di investigazione e di repressione.





Così come si svolge, non è libero


-- 
Giovanni Cominelli - Milano

e-mail: giovanni.cominelli@tin.it

sito web: www.giovannicominelli.org


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