[GARGONZA:9078] Tanto per abbaiare
Rolando Alberto Borzetti  Martedi`, 04 Luglio 2000

riccardo orioles <ricc@libero.it>
tanto per abbaiare
3 luglio 2000 - n.29
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Francia-Italia. Non tutto e' perduto: possiamo ancora fare annullare la
partita in Cassazione dal (ritornato) giudice Carnevale.
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Trash. Orrore alla Rai. Per controbattere il Grande Fratello di
Mediaset, a via Teulada stanno preparando un programma - sara' sui
teleschermi a settembre - che supera veramente ogni limite umano. Il
format e' questo: hanno preso un certo numero di italiani (una
sessantina di milioni) e li hanno rinchiusi (con ogni comfort,
beninteso: e liberi di andarsene in qualsiasi momento, se ce la fanno)
in un posto chiamato Italia. E li' telecamere ventiquattrore su
ventiquattro; non solo, ma anche giornali, radio, interviste volanti,
internet, tutto - sotto osservazione globale e continua, insomma, e
sempre in tempo reale. I telespettatori potranno cosi' (una ventina,
protetti da apposite invalicabili barriere) seguire momento per momento
la vita *reale* dei poveri soggetti del programma: come parlano, come
vivono, come si fanno le corna, come fanno carriera, come dicono
"signora mia", come invano cercano di scoparsi le donne a vicenda, come
s'insultano per la strada, come votano Berlusconi. Nulla verra'
risparmiato, insomma: tele-verita', finalmente, in tutta la sua
crudezza e il suo orrore. Altro che le trovatine fighette di Mediaset e
Telecinco.
Fra i telespettatori che sopravviveranno all'intero ciclo 
(originariamente erano previste venti puntate: ma forse si andra' avanti 
fino ad esaurimento) verra' sorteggiato (se i sopravvissuti saranno piu' 
di uno) il premio finale, consistente in un viaggio - senza ritorno - 
nella Nuova Zelanda o in Danimarca.
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Milano. La polizia ha denunciato per pedofilia una ventina di onesti
padri di famiglia sorpresi in macchina con giovanissime indotte - o
costrette - alla prostituzione. Chissa' se prima o poi, in qualcuno di
questi casi, qualche magistrato comincera' a contestare anche il
concorso in lesioni personali, riduzione in schiavitu', ecc. In Veneto,
poche settimane fa, una ragazza inglese e' stata sequestrata, seviziata
e costetta ad accompagnarsi con alcune decine di pacifici bempensanti
locali: nessuno dei quali, tuttavia, e' stato arrestato per concorso in
violenza.
Gli anni del sesso libero e gioioso - gli anni del Sessantotto,
dell'"love-not-war", dell'autostop, della contestazione, del divorzio -
sono ormai molto lontani in Italia. Viviamo in un paese grigio e greve,
fra Viagra e nostalgia dei casini. (Quando i socialisti li abolirono,
dopo la guerra, il solito avvocaticchio napoletano oppose una
lunghissima arringa, in Parlamento; e concluse con la drammatica
apostrofe: "Come faranno i nostri giovani senza i casini, come?". 
"Imparino ad andare con le donne, una buona volta" fece la senatrice
Merlin, guardandolo freddamente).
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Societa'. C'erano Pippo Baudo, il sultano dell'Oman Qabous Bin Said,
sua altezza l'emiro Bin Mubarak Al Nahayan, il cardinale presidente del
comitato centrale del giubileo Sua Eminenza Roger Etchegaray, il
ministro degli Esteri Lamberto Dini e consorte, il governatore
dell'Urbe Rutelli, il senatore della Repubblica Giulio Andreotti e
l'onorevole Ombretta Fumagalli Carulli, al ballo delle debuttanti
all'Excelsior mercoledi'.
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Roma. Tre sedicenni che se vanno insieme annoiati, nel caldo del
pomeriggio dopo la scuola. Nei giardinetti della casa popolare c'e' il
gatto della vicina, un essere grigio sporco che per la ragazzina della
vicina si chiama Lillo. Afferrare il gatto, scambiare alcune parole,
stabilire chi sta in porta e chi tira, e cominciare a scambiarsi il
gatto a pedate, come un pallone: tiri di punta, tiri di tacco e tiri al
volo. Dopo un po' di partita, il gatto - oramai tutto rosso e
agonizzante - e' ancora vivo. Finiscono di ammazzarlo passandogli sopra
in bici. Si son fatte le quattro, e almeno un'ora in questo modo s'e'
ammazzata.
Uno dei tre ragazzi: "Non eravamo usciti per ammazzare il gatto,
semplicemente non sapevamo che fare". La "madre di uno della banda":
"Non e' possibile che mio figlio abbia fatto una cosa del genere. E'
stato un incidente". Una testimone: "Avevamo sentito che chiamavano
micio micio dalla strada". Un testimone: "Una volta a un gatto, qui,
gli hanno fatto lun'iniezione di alcool per vedere l'effetto". Altro
testimone: "Cose che dicono le guardie. Non ci credo. Gli sara' finito
er gatto sotto la bici". La vicina: "Debbono pagare. Mia figlia sta
piangendo ancora". Lo psicologo: "Disagio giovanile, colpa dei
pokemon".  Il tribunale dei minori: "Bisogna vedere se ci sara'
denuncia del proprietario del gatto". Un abitante del quartiere: "Non
capisco tanto clamore. Eppoi e' solo un gatto". Il presidente della
squadretta di quartiere: "Accogliere questi ragazzi nei corsi giovanili
affinche' possano sanare il loro disagio in un ambiente sportivo sano e
controllato". Una professoressa: "Assegnarli un debito formativo a
scuola". La Lega antivivisezione: "Un periodo gdi assistenza presso una
colonia felina o un canile municipale".
Io, semplicemente, ho paura. M'immagino i tre ragazzini: forse rapati o
con la croce celtica o il forzalazio, o forse aggraziati e carini,
magari (spero di no) con la kefia: non cambia niente. Spaventati
sicuramente, quando il vigile li ha cercati a casa: e assolutamente
inconsapevoli - come sempre i ragazzini sono stati - del fatto che
prima c'era una cosa *viva* e dopo quella cosa non c'e' stata piu'. Ho
paura dei loro sedici anni, perche' per i sedici anni di ora non ci
sono padri, ne' maestri: un gatto, oppure un negro, o un ebreo - sara'
evidentissimamente del tutto casuale cio' che gli faranno ammazzare, i
loro caporali, nella loro gioventu'. E ho paura di me: ho appena finito
di fare liberalmente ed elegantemente satira contro le bacchettate ai
ragazzi dei progressisti inglesi, e la prima parola che m'e' venuta
d'istinto per questi del gatto e' stata, dalle viscere: "nerbate";
sapendo che e' la parola piu' giusta, perche' altro da dargli non
abbiamo.
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Un vecchio giornalista: "Ma che cosa sta crescendo in questo paese?".
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Gay Pride. Beh, alla fine, nonostante preti e Rutelli, sfileranno. Dice
che i nazisti staranno li' a aspettarli al Colosseo: ma l'ultima volta
che i nazisti romani hanno cercato di imitare nonno Adolf, hanno preso
una fraccata di legnate dai giovani ebrei, dentro la loro stessa sede. 
Bastiancontrario: sfila una liberta', l'otto luglio, compagni. Giusto. 
Pero' sfila pure un target. dal nove in poi, vedremo a quale dei due
hanno "concesso" di vivere fra la gente.
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Roma. Altre due donne aggredite, nell'indifferenza generale, in pieno
centro. Tre italiani (Marco Donzelli, Emanuele Cicchinelli e Valerio
Collettini) hanno cercato di violentare, l'altra notte a largo
Argentina, due turiste che rientravano in albergo. Anche stavolta,
nessuno degli italiani presenti e' intervenuto o ha chiamato la
polizia: le ragazze sono state salvate solo dall'intervento di una
pattuglia di carabinieri che passava per caso. Dei tre aggressori -
nessuno dei quali si trova attualmente in galera - due appartenevano a
formazioni di naziskin di estrema destra, particolarmente impegnate in
queste settimane nella difesa dei valori della famiglia e della
religione.
Nessun particolare allarme contro questo ennesimo frutto del clima di
insicurezza e di degrado che si va sempre piu' diffondendo, sulla pelle
delle donne, a Roma. Che e' una citta', d'altra parte, in cui la
tradizione di uccidere i gay (almeno uno all'anno, nel corso degli
ultimi vent'anni) non ha mai destato allarmi paragonabili a quelli
destati da una semplice - in tutto il resto del mondo - manifestazione.
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Rai. Bandiere a mezz'asta per Paolo Frajese, ottimo giornalista vecchia
maniera che pero' non e' mai riuscito (essendo politicamente imbranato)
a diventare direttore ed e' morto praticamente "in esilio" mentre
faceva il corrispondente Rai da Parigi.
Chi sostituira' Frajese a Parigi? Fulmineamente, Piero Badaloni: pure
lui - di mestiere - giornalista Rai ma molto piu' conosciuto come
politico.
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Rinnovamento. Interni. Il prefetto di Brescia, Arena, e' stato
trasferito - perlomeno - a Catanzaro. Con la scusa che non facevano
niente di male, fa trattato gli emigranti da uomini e non ne ha
perseguitato nessuno. "Lascio questa citta' - ha detto - senza una
vetrina o una macchina rotta ma soprattutto senza una testa rotta". La
Lega ha festeggiato la sua partenza. E questo e' avvenuto sotto un
governo di sinistra.
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Rinnovamento. Carabinieri. Il capitano Ultimo da questo mese si
occupera' di ecologia e non piu' di mafiosi. E anche questo e' avvenuto
sotto un governo di sinistra.
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Rinnovamento. Cosi', adesso ci chiamiamo: "L'Ulivo, insieme per
l'Italia". Mah. Io personalmente mi ricordo "La rete, movimento per la
democrazia", il "Pdup, per il comunismo", ecc.: per dire che di solito
mettere troppa roba dopo la virgola non e' che porti bene. Io, caro
lei, avrei lasciato "l'Ulivo" e basta. Oppure "insieme per l'Italia" e
basta.  "Insieme per l'Italia" non era male. Pero', a questo punto, si
potevano sforzare e metterci: "per l'Italia e la Famiglia". Anzi: "per
la Famiglia Italiana"; ecco: "insieme per la grande famiglia italiana".
Un cucchiaino di zucchero, grazie. (Abbiamo trasmesso: il contributo
del signor O. alla gioiosa macchina da guerra).
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Candidature. Luigi Abete, gia' presidente della Confindustria, a Roma. 
Andrea Pininfarina, figlio di un altro ex presidente della
Confindustria, a Torino. Massimo Moratti, petroli, a Milano. Beh,
nessuno puo' dire che la sinistra non la faccia piu', la lotta di
classe. Ha solo cambiato lato, per il resto e' piu' marxista di prima.
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Voglia di laurar. Il presidente della Camera ha deciso di multare
(togliendogli la diaria di presenza) gli onorevoli assenteisti. 
Fierissima protesta dei deputati della Lega.
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Soap. Cossutta e Bertinotti. Sessantatreesima puntata. Cossutta
(signore anziano, simpatico, cappello e cappotto) telefona a Bertinotti
(sigaro, mezz'eta', tweed e cravatta). Primo piano su Bertinotti che
ascolta accigliato. Primo piano sulla signora Cossutta, che sospira.
Primo piano su Bertinotti che risponde qualcosa. Sulla signora Cossutta
che toglie un invisibile peluzzo dalla manica del marito. Sulla porta
di casa Bertinotti (ragazzo sorridente e in maglietta che esce: "Papa',
io sto uscendo!"). Su Cossutta che ascolta attentamente il telefono e
intanto carezza affettuosamente la mano della signora Cossutta. Su
Bertinotti che ora sta parlando accalorato con un bellissimo effetto di
rughe agli angoli degli occhi (e' un personaggio simpatico, s'incazza
ma non e' cattivo). Sulla tazza di caffellatte che la signora Cossutta
ha posato sul tavolo in attesa che finisca la telefonata - non riesce
mai a faglielo prendere caldo, a quel benedett'uomo. Sulla cravatta che
Bertinotti ha lasciato sulla spalliera della sedia (una regimental
gialla e blu, in fondo sarebbe stata disinvolta anche sul tweed pero'
meglio non correre rischi, mai esagerare). La telefonata continua, si
sente solo una specie di grammelot di cui non si distinguono le parole,
pero' noi che abbiamo seguito le altre sessantadue puntate sappiamo che
e' la vecchia storia dei nomi scritti piu' grandi o piu' piccoli sulla
locandina. "Eh", sospira ancora la signora Cossutta e si capisce che
vuol dire "caro riguardati, abbi pazienza", dissolvenza, spot
pubblicitario e arrivederci domani alla prossima puntata.
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Londra. Condannato a due anni per detenzione e spaccio di droga, viene
trascinato via dai poliziotti divincolandosi, piangendo e gridando
"voglio la mamma". Il condanato, dodicenne, e' - finora - il piu'
giovane nella storia giudiziaria della Gran Bretagna.
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Bookmark. E' tornato dalla Cecenia Carlo Gubitosa di PeaceLink, assieme
ai suoi compagni dell'Operazione Colomba. Il resoconto del viaggio (con
un dossier Cecenia) e' su: http://www.peacelink.it/cecenia/viaggio.html
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Sette luglio 1960. "Ancora a Reggio Emilia, ancora giu' in Sicilia...". 
Tu non sai che cazzo vuol dire, e io stasera mi sento tanto obsoleto e
superfluo che non ho proprio nessuna voglia di spiegartelo. Comunque si
chiamavano Afro Tondelli, Ovidio Franchi, e voi Marino Serri Reverberi
e Farioli, "voialtri al nostro fianco per non sentirci soli," e ora
dice che non in realta' non sono mai esistiti ed erano i giorni che
dalle mie parti ammazzavano i villani che scendevano in piazza
gridando, pensate un po', che volevano l'acqua nelle case.
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Una lettera che il maggiore Ultimo, allora capitano, avrebbe scritto ai 
suoi uomini nel settembre del 1997, quando gia' il suo reparto 
cominciava ad essere sciolto:
"Uscendo dai percorsi di lotta alla criminalita' mafiosa sento il
dovere di ringraziare quegli uomini valorosi con cui ho avuto il
privilegio di vivere combattendo. Solo a loro va il mio rispetto piu'
profondo, solo da loro ho imparato molto di piu' di quanto abbia potuto
insegnare, solo per loro i sacrifici di una vita hanno avuto un senso.
La nostra presenza costituira' per il futuro un'accusa permanente verso
quella burocrazia egemone che non ha saputo combattere, ma ha saputo
distruggere quelli che combattevano. Insieme con voi finisce il sogno
dei "soldati straccioni". Era un bel sogno".
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Valeria wrote:
<Sinistra. Le dimissioni del capitano Ultimo. Non riguardano i
carabinieri, riguardano la sinistra>. Spiegami bene, per favore. 
<Dalla Chiesa e il comandante Marcos dietro la scrivania>. Cosa
significa questa frase? Chi e' il comandante Marcos? Perche' starebbe
come Dalla Chiesa dietro alla scrivania?  Secondo te cosa hanno in
comune questi personaggi?
<La guerra contro Riina e i suoi padroni, molto simili a quelli della
Bolivia ai tempi del Che>. Spiegami anche questo.
-- La mafia non e' affatto un gruppo di delinquenti isolati. E' il 
braccio armato, e lo e' da quasi cent'anni, dei grandi signori
siciliani (ormai non piu' solo siciliani): originariamente i grossi
proprietari terrieri, poi gruppi di politici e imprenditori. In
Sicilia, come in Sudamerica, c'e' sempre stata una contrapposizione
durissima fra grandi proprietari e contadini; in Sudamerica, per
reprimere i contadini, usavano gli squadroni della morte e le dittature
militari; in Sicilia, la mafia. Passando gli anni, questa
contrapposizione si e' "modernizzata", ma e' rimasta essenzialmente la
stessa.
Il generale dalla Chiesa era un generale dei carabinieri, piemontese,
che fu mandato in Sicilia per combattere la mafia. Fu tradito dal suo
stesso governo e alla fine fu isolato e ucciso, insieme a sua moglie,
dai mafiosi; ma si batte' molto bene, e io credo fermamente che sia
morto per difendere i siciliani contro la tirannia dei padroni mafiosi. 
Il comandante Marcos ("subcomandante", si definisce lui: ci tiene a
restare subordinato all'assemblea dei contadini) invece e' un
professore messicano che ha lasciato la carriera per andarsene sulla
montagna a farre la guerriglia insieme ai contadini, come Che Guevara.
Il ritratto di dalla Chiesa e quello di Marcos si trovano - si trovavano 
- insieme dietro la scrivania del capitano Ultimo. Io credo che stessero 
molto bene insieme. E che facciano capire una cosa civilissima, cioe'
che si puo' essere carabinieri e far rispettare la legge non piu', come
un tempo, per mantenere i privilegi dei signori, ma per difendere e
rivendicare i diritti delle persone comuni.
Per me, che da giovane ero in Lotta Continua (e non ne sono pentito
affatto) non e' stato facile capire tutto questo. Per noi i carabinieri
erano quelli che ci picchiavano nelle manifestazioni. Ma poi, facendo
antimafia, li ho trovati al mio fianco. Hanno combattuto come noi
compagni (un mio amico, pure lui di Lotta Continua, e' stato ammazzato
dai mafiosi nel 78), hanno rischiato la pelle, spesso sono morti.
Percio' io dico che carabinieri cosi' (e Ultimo e' un esempio) sono
sicuramente "di sinistra". Non della sinistra chiacchierona e venduta
d'oggigiorno, ma della sinistra profonda, la sinistra vera, quella che
lottava per i lavoratori. La sinistra futura non sara' fatta da grandi
politici chiacchieroni ma da persone normali, magari di idee diverse,
ma pronte a lavorare, per il bene di tutti, tutte insieme. Tu, io,
Ultimo... e tanti altri.


"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" 
Giuseppe Fava


Saluti freschi da
Rolando A.B.




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