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[GARGONZA:9077] R: R: Energia solare? No,grazie.
Alexis Kilismanis
Lunedi`, 03 Luglio 2000
-----Messaggio originale-----
Da: Pecci <pecci@pointest.com>
>Niente di nuovo sotto il sole. Da sempre il prezzo del petrolio è stato
>manovrato in modo tale da limitare anche la crescita delle energie
>alternative (compresa per certi aspetti anche quella nucleare). Le energie
>alternative green per decollare hanno bisogno di un grosso sostegno
>economico da parte dei governi (vedi etanolo negli USA). E' quì che i
>governi di sinistra o centrosinistra possono e debbono fare qualcosa.
>Entrare nei meccanismi di definizione del prezzo del grezzo è oggi
>praticamente impossibile per qualsiasi singolo governo ed anche per la
>stessa UE (vista la sua ancora debole presenza politica nello scenario
>mondiale). Gli stessi USA hanno dei problemi in merito.
Tutto corretto, anzi palese.
Da questo classico esempio si evidenzia bene la
contraddizione fra quello che comunemente si intende come "stato"
e lo "stato" effettivo e reale nato dalla globalizzazione.
Ecco, ma di quale stato e di quale governo stiamo parlando???
Vediamo di chiarirci le idee.
Si dice spesso che in tempi di globalizzazione, "la politica segna il
passo". Non e' un modo di dire, una frase fatta.
Non si puo' ormai fare finta di non accorgersi che le scelte
fondamentali da cui dipende la nostra vita e quella dei nostri figli
vengono prese al di fuori dei confini del nostro stato e di tutti gli
"stati nazionali" presi sia singolarmente sia come "congregazioni" di
stati come l'UE.
Quale e' il concetto dello stato nella sua definizione corrente?
Basta aprire uno qualsiasi dei libri scolastici:
"Lo Stato è la principale istituzione politica e giuridica dell’
organizzazione sociale. Lo Stato può definirsi una organizzazione
politico - giuridica a carattere originario che esercita un potere di
supremazia (o sovranità) su un popolo stanziato su un determinato
territorio per conseguire fini di interesse generale ed a vantaggio
di tutta la collettivita'”.
E ancora:
"Gli elementi costitutivi indispensabili dello stato sono tre:
sovranità, popolo, e territorio."
Ci vogliono tutte tre le condizioni perche' ci sia "lo stato".
Ora, e' lecito attribuire oggigiorno questi tre elementi al capitale
globalizzato?
Direi senz'altro di si'. La sovranita' c'e'. Popolo e territorio pure.
Infatti la definizione del "territorio" recita: "per territorio si
intende lo spazio dove lo Stato esercita la propria sovranità."
E sappiamo bene qual'e' il territorio su cui esercita oggi la propria
sovranita' il grosso capitale.
Tutto apposto quindi?
No. Mancano, un paio di presupposti essenziali: il "governo"
ed i "fini" dello stato.
- "Lo stato e' democratico, in quanto il potere viene conferito dal
popolo, che elegge democraticamente i suoi rappresentanti (parlamento e
governo)": cioe' intendiamoci, mancando questa condizione non e' che non
ci sia lo stato. Ci puo' essere, ma non e' democratico. Tutto qui'. :-)
- Vediamo ora come stiamo con i "fini": "i fini dello Stato sono tutti
quelli attraverso i quali si persegue l’interesse generale della comunità".
Ecco, a me non sembra che i fini di questo stato del capitale
globalizzato abbiano molta attinenza con l'interesse della popolazione
mondiale: non di tutta almeno .... :-)
Ed in modo piu' specifico:
"i fini dello Stato vengono divisi in:
- fini giuridici, cioè quelli che lo Stato deve raggiungere per non
compromettere la sua stessa esistenza (difesa dall’esterno, ordine
interno, amministrazione della giustizia)
- fini sociali, quelli che lo Stato si propone per il progresso morale,
civile e intellettuale della società (scuole, ospedali)
- fini economici, che lo Stato persegue per ottenere il benessere
economico della collettività e una equa ripartizione del reddito."
Insomma, ci siamo capiti. I nostri vecchi stati nazionali, si danno piu'
o meno da fare per stare dentro queste regole, almeno apparentemente, ma
essendo ormai declassati a semplici province, dispongono di una
autonomia sempre piu' limitata. Mentre lo stato "effettivo" di cui tutti
sulla terra siamo cittadini, di queste regole se ne infischia altamente.
Le forme di stato del passato almeno erano molto piu' chiare. Se non
altro, erano coerenti con i principi e i valori a cui sostenevano di
ispirarsi.
Prendete la polis greca e la res pubblica romana p.es.: perfetta
coerenza fra definizione teorica e pratica realta'.
Si sapeva con esattezza chi era cittadino e chi era lo schiavo.
A chi si attribuivano i diritti e i doveri e a chi solo i doveri.
I confini erano certi e se non bastavano si allargavano.
E filava tutto liscio.
L'ordinamento feudale e lo stato assoluto che nasce con le grandi
monarchie nazionali, pure: si sapeva con chiarezza chi comandava, da chi
(ereditariamente) si trasmetteva il potere, ecc.
Ora invece siamo talmente confusi e fuori pista, da definire questa
balorda situazione come "stato moderno, di diritto, che si sviluppa
sulla base delle dottrine liberali" ...
Io farei cosi': vista ormai l'incolmabile distanza fra la "predica" e la
"prassi" e visto che da bravi "pragmatici", contestare la realta'
giustamente non siamo disposti, deciderei almeno di
smettere con l'ipocrisia. Facciamo questa benedetta riforma della scuola,
rinnoviamo 'ste vecchie e superate scartoffie e libri sul diritto
civile, e gia' che ci siamo, buttiamo nel cestino le costituzioni
(soprattutto quella maledetta prima parte), e tutto cio' di ammuffito
che resta ancora a ricordarci vecchi e superati valori e "ideologie" che
non fanno altro che incrementare la nostra confusione mentale.
E mettiamoci con l'anima in pace: la politica puo' sempre occuparsi dei
fatti della provincia o dei tombini del quartiere:
Sicuramente su questo piano (cioe' dei tombini) il sistema
dell'"alternanza" va' proprio a fagiolo.
Alexis
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