[GARGONZA:9061] 28 giugno 2000
Mobiglia  Giovedi`, 29 Giugno 2000

28 giugno 2000, 31^ giornata mondiale del gay pride

L'ultimo dell'era della repressione e il primo di una nuova stagione dei
diritti e delle libertà
di Franco Grillini 

Due milioni di persone ed oltre. Questa sarà la cifra, forse per difetto,
delle imponenti manifestazioni per il gay pride che alla fine di luglio
[giugno, NdR] si saranno tenute in tutto il mondo libero. 500 mila a
Berlino, altrettante a San Francisco e New York, 400 mila a Londra e 200
mila a Parigi. Persino a Città del Messico (150 mila), a Tel Aviv con
ricevimento alla Knesset per la prima volta, in Guatemala e a san Paolo del
Brasile (200 mila). Un gigantesco fiume umano di donne e di uomini gay, dei
loro familiari ed amici, di cittadini simpatizzanti che marciano
festosamente per richiedere più diritti e più libertà. Nell'anno 2000,
grazie agli omosessuali, la politica riscopre i diritti umani e civili e una
parte rilevante, spesso persino maggioritaria, dell'opinione pubblica si
riconosce e si identifica nella battaglia di civiltà e di libertà delle
lesbiche e degli omosessuali. E' proprio ciò che è successo in Italia con le
polemiche sul World Pride previsto per l'8 luglio a Roma. Non era mai
successo, infatti, prima d'ora, che moltissimi cittadini esprimessero
solidarietà e adesione alle nostre battaglie e decidessero addirittura di
partecipare a quella che si preannuncia come la più grande manifestazione
del 2000 a Roma. Le polemiche ci hanno, quindi, fatto bene? Ebbene sì,
diciamocelo. A volte i movimenti devono lottare duramente per anni per fare
avanzare le loro rivendicazioni nella società e nelle istituzioni. A volte
dieci anni si concentrano in due mesi. E' proprio negli ultimi mesi,
infatti, che la questione omosessuale in Italia è diventata definitivamente
un grande tema nazionale presente ogni giorno nella politica e nei media al
pari delle altre grandi questioni che investono il paese. La sinistra e i
laici alla fine hanno dovuto schierarsi con il movimento per i diritti
civili degli omosessuali, superando le mille remore registrate finora,
scoprendo nel movimento gay, finalmente, una risorsa e non un problema.
Molte confessioni cristiane non !
cattoliche hanno colto l'occasione per aprire un dialogo e un confronto con
le decine di migliaia di gay e lesbiche che saranno a Roma l'8 luglio,
aprendo le loro chiese all'accoglienza. Persino ministri e sacerdoti hanno
parlato esplicitamente della loro omosessualità. Tutto ciò, ed altro, per
una ragione molto semplice: quel 5-10% della popolazione mondiale che ama
persone del proprio sesso sta decidendo, e ha deciso, di non nascondersi
più, di non avere più una doppia vita, di non vergognarsi più della propria
identità, di rendersi "visibile", di praticare il "coming out". La fiumana
incredibile delle manifestazioni del gay pride che ci mostrano i tg in
questi giorni non è solo il segno tangibile di un pezzo dell'umanità che si
mette in moto, è soprattutto il segno evidente del desiderio di libertà che
si esprime attraverso la "fierezza" di una condizione presentata finora in
modo negativo e diffamatorio, non solo dai regimi autoritari e
dall'integralismo religioso. I diritti che il gay pride esprime e rivendica
sono condivisibili da tutti. Perché il diritto di ciascuno all'identità, ad
una vita autentica, alla propria insostituibile "diversità" , alla felicità,
all'amore che non "osava dire il suo nome", fanno ormai parte del desiderio
di ognuno di dare senso e pienezza alla propria esistenza. E' per questo che
siamo sicuri che il 28 giugno del 2000 sarà l'ultimo dell'era della
repressione e il primo di una nuova stagione dei diritti e delle libertà. 

(27-6-2000)

Per i diritti umani http://www.amnesty.it
Contro la fame nel mondo http://www.thehungersite.com/index.html
Per le vittime di guerra http://www.emergency.it




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