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La lotta alle mafie.

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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pinopic1 il 03/03/2009, 18:07

Il governo non mi pare che stia facendo niente di particolare. Ci sono ancora magistrati e uomini delle forze dell'ordine che fanno il loro dovere sotto qualsiasi governo. Del resto una volta che ci sono le leggi e gli organi inquirenti il governo non deve fare nulla sul fronte del contrasto salvo non far mancare uomini e fondi.
Invece è sul fronte politico e sociale che il governo deve fare la sua parte, rendendo più difficile alle mafie l'accesso alle risorse pubbliche e favorendo lo sviluppo economico virtuoso delle terre controllate dalle mafie. Una inchiesta sulle condizioni della sanità in Sicilia per esempio sarebbe più illuminante per conoscere i progressi nella lotta alla mafia.
Invece le intimidazioni al sindaco di V. S. Giovanni che chiede il centro unico degli appalti per il Ponte sono un segnale poco incoraggiante. Una vicenda da seguire quella degli appalti per il Ponte anche in assenza di morti ammazzati, che non sempre servono agli affari della mafia.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 18:31

Concordo con franz e pinopic. Sto solo cercando di mettere in evidenza che, governo di destra o di sinistra, cambia poco...
In particolare quando pinopic fa riferimento alla sanità in Sicilia, ricordo che il problema non è certo iniziato oggi.

In sostanza come dice franz le mafie lavorano meglio quando non esagerano....ma questo non fa onore nè all'attuale maggioranza nè a quella precedente. E cosi' via...

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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pinopic1 il 03/03/2009, 18:43

Di colpi d'ala da parte dei governi non se ne sono visti né oggi né prima. Sul fronte politico e sociale nelle aree più colpite, intendo.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 04/03/2009, 22:01

Un lungo riporto da parte di ranvit a testimonianza dell'attività antimafia di questo governo del cavaliere.
Ma non convince, specie un siciliano come me, che ha visto una vittoria 61 a 0 e quest'anno 8 su otto; queste vittorie non si ottengono in Sicilia senza l'intervento della mafia !
Nel corso dell'ultima campagna elettorale il cavaliere ebbe a pronunciaresi pubblicamente: "Non non vogliemo i voti della mafia !!|" facendo andare in bestia Dell'Utri che immeditamantre riparò la gaffe sostenendo l'eroismo di Vittorio Mangano ed esigendo la conferma da parte del cavaliere, il tutto dentro un linguaggi mafioso atto a garantiore il prosieguo dei buoni rapporti, con garanzie di omertà, quella medesima omertà che permise l'elevazione sull'altare dell'eroismo del mafioso Mangano, pluriomicida, condannato a due ergastoli.
Ma visto che ci si concede il piacere del riporto, ecco qui, riportato da Wikipedia, alcune notizie su mafia e Berlusconi.
Non riporto gli articoli di Bossi su Padania perchè dovrei monopolizzare l'intero forum per delle ore.
Da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini) , sarebbe interessante leggere le giustificazioni, specie tenendo presente che il cavaliere ha ottenuto la revoca dei servizi Wikipedia, minaccinado querele, riguardanti i nudi di Veronica quando non era ancora sua moglie, della carfagna e della incerta genealogia di Mariastella Gelmini; ovviamente in questo caso che lo rigarda non aveva ricatti da fare, essenso informazioni sancite in atti pubblici.

***************
La Banca Rasini deve la sua fama tra gli studiosi della storia d'Italia soprattutto alle dichiarazioni di Michele Sindona del 1984. Quando il giornalista del New York Times, Nick Tosches, chiese a Sindona (poco prima della misteriosa morte di quest'ultimo): «Quali sono le banche usate dalla mafia?». Sindona rispose: «In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in Piazza dei Mercanti». L'unica banca presente a Piazza dei Mercanti, al tempo, era inequivocabilmente la Banca Rasini.
In effetti, le indagini successive alla retata dell'Operazione San Valentino dimostrarono ampiamente il ruolo della Banca Rasini nel riciclaggio dei soldi della mafia, ed i contatti dell'istituto coi più alti vertici mafiosi. Il Commissario di Polizia Calogero Germanà ha ipotizzato che l'istituto, al pari della Banca Sicula di Trapani, fosse uno dei centri per il riciclaggio del denaro sporco di Cosa Nostra.
Il 15 febbraio 1983 la Banca Rasini sale agli onori della cronaca, per via dell'"Operazione San Valentino". La polizia milanese effettua una retata contro gli esponenti di Cosa Nostra a Milano, e tra gli arrestati figurano numerosi clienti della Banca Rasini, tra cui Luigi Monti, Antonio Virgilio e Robertino Enea. Si scopre che tra i correntisti miliardari della Rasini vi sono Totò Riina e Bernardo Provenzano. Anche il direttore Vecchione e parte dei vertici della banca vengono processati e condannati, in quanto emerge il ruolo della Banca Rasini come strumento per il riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata.
La Banca Rasini risulta anche nella lista di banche ed istituti di credito che gestirono il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire (equivalenti ad oltre 300 milioni di euro nel 2006) che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, tra il 1978 ed il 1983
Tra i personaggi famosi con cui la Banca Rasini ebbe dei legami va citato l'imprenditore e uomo politico Silvio Berlusconi. Il padre di Silvio Berlusconi, Luigi Berlusconi fu prima un impiegato alla Rasini, quindi procuratore con diritto di firma, ed infine assunse un ruolo direttivo all'interno della stessa. La Banca Rasini, e Carlo Rasini in particolare, furono i primi finanziatori di Silvio Berlusconi all'inizio della sua carriera imprenditoriale. Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, così come numerose società svizzere che possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi iniziò a costruire la sua fortuna.
La Banca Rasini risulta anche nella lista di banche ed istituti di credito che gestirono il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire (equivalenti ad oltre 300 milioni di euro nel 2006) che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, tra il 1978 ed il 1983.
Il giornale inglese The Economist cita ripetutamente la Banca Rasini nel suo noto reportage su Silvio Berlusconi, sottolineando come, ad avviso dei recensori del reportage, Berlusconi abbia effettuato transazioni illecite per mezzo della banca. È stato invece accertato che Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca ventitré holding come negozi di parrucchiere ed estetista. Anche per fare chiarezza su questi fatti nel 1998 l'archivio della banca è stato messo sotto sequestro.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 05/03/2009, 17:17

Ho vissuto 10 anni in Sicilia e sono d'accordo con te sul fatto che in Sicilia non si ottengono certi risultati senza un'appoggio, in qualche modo, della mafia.
Ma so anche che è la mafia a scegliersi chi votare...

Nel passato si votava Dc, poi Psi, dal 1994 FI e Udc e Mpa.

E allora?

Quello che sto sostenendo è che con governi di centrosinistra o centrodestra la lotta alle mafie non cambia granchè.

Ovverossia....la lotta la si fa, suppergiu' sempre con la stessa intensità, verso chi fa troppo rumore...

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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pinopic1 il 05/03/2009, 17:29

I siciliani votano FI, UDC e MPA indipendentemente dalla mafia. Votano per un sistema clientelare che alla fine crea le condizioni utili alle infiltrazioni della mafia. Ma il singolo elettore siciliano, salvo in ambienti e situazioni particolari, non entra in contatto con la mafia.
Mentre la magistratura e le forze dell'ordine fanno il loro lavoro di contrasto, la politica questo dovrebbe fare: porre fine al sistema clientelare.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda ranvit il 05/03/2009, 17:33

Pinopic hai ragione in parte. So bene che tanti siciliani non hanno niente a che fare con la mafia pur votando il centrodestra. Ma per avere maggioranze cosi' schiaccianti, ieri la Dc e il Psi, oggi il centrodestra, c'è la mano della mafia che gestisce non pochi voti.

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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda mauri il 05/03/2009, 18:56

la lotta alla mafia come è fatta oggi non serve a niente, come non serve con quella calabrese, campana che ha pure risolto il problema monnezza facendo un favore al mister, e tutte le altre
sappiamo tutti che il malaffare è un'industria che crea posti di lavoro e ricchezza grazie anche ai finanziamenti statali e comunitari che i politici del luogo "amministrano" di conseguenza finchè ci sono i soldi il malaffare persiste e prospera
a questo punto l'unica strada da percorrere è quella di fargli pagare le tasse, almeno si recupera una grossa fetta di evasione,
mandiamo la finanza e con i controlli incrociati fatti nei comuni saltano fuori gl'industriali, i dirigenti e l'esercito di lavoratori del malaffare evasori totali e completamente sconosciuti al fisco
ciao, mauri
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 08/03/2009, 13:05

Dai commenti, con diverse sfaccettature, emerge una sola verità incontrovertibile: la mafia, come tutte le altre forme di criminalità organizzata, va dove sta il potere, creando una spirale perversa di reciprocità: la mafia cerca il potere e chi vuole il potere deve cedere alla mafia. La mafia non sceglie quale partito votare, ma quale persona; sono poi le persone che si aggregano all'interno di un partito, giusto per avere una collocazione visibile. Se i medesimi personaggi,(tutti sappiamo chi sono, lo ignorano solo le istituzioni, che, magari li mettono nella commissione anti-mafia!!!) che si sono aggregati al seguito di un predellino di auto, avessero scelto di fondare un partito "PdM" (anzicchè PdL) "Partito della Mafia" , forse avrebbero preso anche un po' di voti in più, perchè sarebbero andati a votare anche quelli che si sono astenuti.
Essere dichiarati "eroi" non è un esercizio di parole, è un messaggio mafioso che esige "omertà" e si impegna a fornire i riconoscimenti richiesti, appunto "eroe" (ponte sullo stretto, e adesso una sanatoria edilizia gigantesca mascherata da proposta per creare occasione di lavoro, nonchè la messa in vendita dei beni del ministero della difesa, sui quali convoglieranno i capitali nascosti delle varie cosche.
Quando il pesce puzza dalla testa bisogna buttare via tutto il pesce, non rimane nulla da salvare...ma questo non lo abbiamo capito.
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Re: La lotta alle mafie.

Messaggioda pierodm il 08/03/2009, 15:07

Io in questo discorso non ci volevo entrare, perché per farlo sul serio si dovrebbero dire cose... sconvenienti.

Mi limito a galleggiare in superficie.
La lotta alla mafia non la fanno i governi, perché, appunto, non si diventa governo senza l'appoggio determinante della mafia - variante del comma 22.
Si possono fare azioni isolate, ed eroiche, questo sì: eroiche, perché in genere finiscono male per chi le fa.
Ma la mafia, come fenomeno complessivo, la scalfiscono soltanto i siciliani coraggiosi, la gente comune, qualche giornalista e qualche capitano dei CC, qualche sindaco, tutti con grandi probabilità di diventare anche loro titolari di una corona di fiori e una bella citazione del Presidente nel messaggio di fine anno.

Piuttosto, viene da pensare, quando qualche governo si dà molto da fare, diciamo più del normale, sepecialmente quando si tratta di governi che non hanno manifestato una priorità in questo senso o non hanno una notoria lontananaza da certi ambienti, anzi.
Si pensa, si ripensa, e spesso sono cattivi pensieri: vengono in mente i tiri di sponda del biliardo e i discorsi a nuora perchè suocera intenda. Pensieracci, malignità, fantasie, cattiverie da disillusi.
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