La questione della precarietà del lavoro (dai più ottimisti chiamata "flessibilità") è un problema globale ed è conseguenza di un obbiettivo indebolimento della classe lavoratrice rispetto al capitale, soprattutto finanziario.
Le cause sono molteplici e di difficile soluzione, certamente non a livello governativo di un singolo stato.
Abbiamo voglia di inventarci tanti nuovi art. 18, le imprese chiudono e delocalizzano e le garanzie restano solo per i dipendenti statali, finché ci sono i soldi per tenere in piedi il baraccone pubblico.
Oggi quindi la guerra si combatte ben al di là dei confini nazionali: ma questo pare che la sinistra ed il sindacato facciano fatica a capirlo fino in fondo, essendo troppo impegnati a guardarsi l'ombelico.
Per quanto ci riguarda, un'europa politica e democratica dovrebbe essere il primo baluardo da conquistare, con decisione e con una strategia chiara e comprensibile, non con ripiegamenti neo-nazionalistici che vedono purtroppo spesso alleati di fatto destra e sinistra.