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Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 13/08/2016, 15:30

Mi sembra che abbia ragione Anna Paola Concia, anche se non son sicuro sia solo grazie ai 5S "che si è prodotto questo clima di caccia alle streghe".
A me sembra che sia un'attitudine italiana, che ovviamente vien fuori quando si tratta degli altri, non della propria famiglia, della propria categoria o della propria parte politica.

Anna Paola Concia
Cara ‪#‎CarlaRomanaRanieri‬, capo di gabinetto del Comune di Roma, penso che lei abbia ragione quando dice questo. "Ragionissima". Ma, se la deve prendere con i suoi amici del ‪#‎M5S‬ che sostengono che nei ruoli importanti ci può sta chiunque, selezionato "dalla rete". È grazie a loro che si è prodotto questo clima di caccia alle streghe. Per me lei può guadagnare quello che guadagna perché è un ruolo di grande responsabilità. A questo punto non vale solo per Lei, ma per tutti coloro che nella pubblica amministrazione (e non solo) ricoprono ruoli importanti, con professionalità e senso delle istituzioni. Che la sua vicenda metta fine a questo orrendo populismo, che rischia di produrre una classe dirigente nel nostro paese composta da "dilettanti allo sbaraglio"??? Magari!!!!
P.S. Nel ‪#‎PD‬ dovreste dire questo amici miei, non cavalcare il populismo. Usare questa vicenda per fare passi avanti, non passi indietro.
Postilla: l'onestà è un prerequisito, quindi non cominciate con questa pantomima.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda trilogy il 15/08/2016, 9:29

Solita storia, appena arrivano al potere scatta il virus dell'avidità. :cry:

Raggi, stipendio triplicato allo staff: il capo del personale se ne va
Il passaggio delle prime nomine dell'«era Raggi» ha avuto effetti opposti: promozioni e siluramenti. Da una parte infatti c'è Salvatore Romeo, attivista del M5S e già funzionario del Comune, ora capo della segreteria della sindaca. Prima della giunta di martedì scorso era un funzionario, finita la riunione è diventato «dirigente con un trattamento economico da terza fascia». E' passato da 40mila euro lordi all'anno a 120mila. Chi ricopriva quel posto con Ignazio Marino, vale a dire Silvia Decina, aveva un compenso più basso di 18mila euro. Per Romeo lo stipendio pubblico triplicato: una mossa che ha provocato diversi maldipancia ai vertici del M5S contro Virginia

http://www.ilmessaggero.it/roma/campido ... 11047.html
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda pianogrande il 15/08/2016, 12:25

Non ci sono molte speranze per Roma, se lo stile è questo.

Pensate che hanno anche messo in rete una balla galattica dichiarando stipendi fasulli per posizioni similari.

https://www.facebook.com/Stefano.M5S/ph ... 53/?type=3

Questo si chiama mentire sapendo di mentire.

Altro che "onestà"!

Povera Roma e povera Italia.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 20/08/2016, 16:50

Roma, la denuncia di Grillo:
«Rifiuti, c'è stato sabotaggio»


di Mauro Evangelisti

Roma, sabotaggio sui rifiuti. La clamorosa denuncia porta una firma prestigiosa: Beppe Grillo. Ne ha parlato ieri sera a Giulianova, sul palco dell'iniziativa a favore del no a referendum. Al suo fianco c'era il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.

Nel suo lungo intervento Grillo ha difeso Virginia Raggi: «A Roma abbiamo trovato una stratificazione di merda galattica di tutte le qualità, ma la Raggi e gli assessori sono determinati e ce la faremo. Ora il centro è pulito». E qui c'è il primo passaggio che farà discutere: Grillo parla solo di centro pulito, il Campidoglio e l'Ama invece nelle dichiarazioni trionfalistiche girate all'Ansa fanno riferimento a tutta la città, dunque anche alla periferia. Magari è stato un passaggio involontario dettato dalla foga di un comizio, ma sembra quasi una frecciata.

Ma il tema più interessante viene dopo dove, di fatto, Grillo ha dato la notizia di un reato. Ecco il virgolettato esatto: «Abbiamo trovato 24 milioni di euro per aggiustare i bus rotti e ci siamo accorti che sabotavano anche il riciclo dei rifiuti».

Grillo non ha specificato se si riferiva ai dipendenti Ama o ai precedenti amministratori dell'azienda e di Roma Capitale. Per ora Ama e Campidoglio non hanno commentato e non hanno spiegato se sull'ipotesi di sabotaggio sono state aperte inchieste interne o presentati esposti alla procura.


Sabato 20 Agosto 2016, 12:49
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 23/08/2016, 9:24

"È presto per dire se i fatti confermeranno queste sensazioni ma intanto Appendino ha adottato la tattica del doppio binario. Sul primo viaggiano le sortite simboliche indirizzate a tranquillizzare l’elettorato grillino come l’impegno del Comune a sostenere la dieta vegana, gli incentivi in busta paga per chi andrà a lavorare in bici e soprattutto i tagli dello staff e dei relativi stipendi. Sul secondo (binario) ci sono le scelte che contano agli occhi dell’imprenditoria torinese, ovvero la sostanziale continuità sulla Tav, la conferma degli impegni per la Città della Salute e la priorità assegnata all’attrazione di investimenti. E del resto se in Consiglio siedono iscritti e attivisti di Grillo, in giunta non ce ne sono."

Mi sembrano queste le chiavi di lettura di un possibile successo:

1) doppio binario: atti simbolici diretti alla base, scelte "pragmatiche" per governare

2) gruppo dirigente scelto al di fuori della cerchia degli attivisti, capaci di portare voti ma che non esprimono capacità politiche

Per cui, se voti per il M5S, in realtà non sai bene cosa ti aspetta e da chi sarai governato.

E' un rischio accettabile a livello locale, ma credo che lo sia molto meno a livello nazionale (con tutte le conseguenti implicazioni internazionali).

Appendino supera il test dei 50 giorni in equilibrio tra vegani, bici e imprese

La tattica della sindaca del M5S finora ha funzionato, ma Torino chiede di più: lo sviluppo. Mattioli (Industriali): «Mi pare che prevalga un atteggiamento pragmatico» di Dario Di Vico
La sindaca Chiara Appendino con Belle Grillo La sindaca Chiara Appendino con Belle Grillo shadow

Se fosse un refrain suonerebbe così: «Torino non è Roma / Chiara non è Virginia». Sono passati due mesi dal voto delle Amministrative che ha portato Chiara Appendino sulla poltrona di sindaco della città e i giudizi sull’operato del primo cittadino a Cinque Stelle sono lusinghieri. Appena velati dalla cautela, necessaria in questi casi. Niente, dunque, a che vedere con Roma e con il tribolatissimo esordio di Virginia Raggi. Le differenze sono enormi: Torino non conosce le emergenze che agitano la Capitale (rifiuti in primis), la battaglia politica è meno aspra, ma c’è anche un dato politico-sociologico che ripetono un po’ tutti. «Chiara non è un’aliena, è una figlia della borghesia imprenditoriale».
Il doppio binario
Come si sa, infatti, il padre Domenico è vicepresidente di Prima Industrie, una delle aziende-vetrina del territorio, la stessa neosindaca ha lavorato come revisore dei conti alla Juventus degli Agnelli e quindi non siamo alla staffetta sociale ma quasi a un’alternanza tra due segmenti di classe dirigente. È presto per dire se i fatti confermeranno queste sensazioni ma intanto Appendino ha adottato la tattica del doppio binario. Sul primo viaggiano le sortite simboliche indirizzate a tranquillizzare l’elettorato grillino come l’impegno del Comune a sostenere la dieta vegana, gli incentivi in busta paga per chi andrà a lavorare in bici e soprattutto i tagli dello staff e dei relativi stipendi. Sul secondo (binario) ci sono le scelte che contano agli occhi dell’imprenditoria torinese, ovvero la sostanziale continuità sulla Tav, la conferma degli impegni per la Città della Salute e la priorità assegnata all’attrazione di investimenti. E del resto se in Consiglio siedono iscritti e attivisti di Grillo, in giunta non ce ne sono.
Una città in transizione
Spiega Licia Mattioli, presidente dell’Unione industriali e vice di Boccia nella presidenza nazionale: «Mi pare che le esagerazioni della campagna elettorale siano state messe da parte e prevalga un atteggiamento pragmatico. Nulla è stato bloccato. Ho incontrato il nuovo sindaco e abbiamo concordato su quali siano le priorità per una città ancora legata profondamente al manifatturiero. Come sempre bisogna aspettare i fatti ma non ho remore a dire che lavoreremo assieme». Torino, del resto, sta vivendo una fase di delicata transizione. Dopo i lunghi anni della company town dell’auto è iniziato con le Olimpiadi un ciclo che doveva correggere il modello di sviluppo Fiat-centrico e sostituire il calo del Pil dell’industria con un terziario moderno. Una fase gestita dall’alleanza stretta tra i migliori dirigenti del Pd e i manager che venivano dalla Fiat. Quale sia il giudizio definitivo su questi anni, si ha la sensazione che il quadro sia cambiato e quel modello segni il passo. Lo sostiene a gran voce Giuseppe Berta, storico e coscienza critica della città: «Torino ha bisogno di individuare una traiettoria di sviluppo che oggi non c’è. Le trasformazioni strutturali di questi anni lo richiedono, si scopre infatti che l’azienda autoctona più grande è la Lavazza ma il capitalismo leggero del made in Italy enogastronomico non è una risposta né alla crisi di Torino né del Paese». L’attenzione allo sviluppo segna anche il commento di Marco Gay, torinese e presidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria: «Nei primi 50 giorni non ho ancora capito bene che direzione prenderà la nuova amministrazione ma sia per una questione di solidarietà generazionale sia perché c’è bisogno di visione spero proprio che Appendino ci stupisca. E una cartina di tornasole sarà rappresentata sicuramente dalla sistemazione dell’area di Mirafiori». Il favore con il quale la-città-che-conta guarda al nuovo sindaco è così ampio che persino una persona prudentissima come Gabriele Galateri, seppur in privato, spende parole di speranza.
L’era Fassino e l’arrivo dei 5 Stelle
Ma davvero a Torino è tutto fermo? L’ex sindaco Piero Fassino a fine luglio, davanti all’annuncio che Amazon aprirà sotto la Mole un centro di ricerca sull’intelligenza artificiale, ha avuto buon gioco a sostenere «che Torino non somiglia proprio a Calcutta». E il paragone con la città indiana è stato un leitmotiv della campagna dei Cinque Stelle che ha sicuramente bucato l’attenzione. Lo stesso Berta sostiene che il paragone è giustificato da sacche di impoverimento che si possono rintracciare in una città «dove redditi e tenore di vita stanno crollando». Enrica Valfrè, segretaria della Cgil, teme infatti che la sindaca guardi all’impresa ma non al welfare e al lavoro in un contesto in cui di soldi ne girano pochi. «Poi la stessa composizione della giunta composta da persone con storie e competenze diverse mi fa pensare che non avremo provvedimenti omogenei». Ergo in una città come Torino, dove economia e politica sono più vicine che altrove, per Appendino rispondere solo con una corretta amministrazione potrebbe non bastare. In più verrà al pettine un nodo delicato: il Comune ha competenze e voce in capitolo per nominare i vertici delle fondazioni bancarie e delle utility e la prima mossa della sindaca, che puntava ad azzerare i vertici della Compagnia di San Paolo, si è rivelata quantomeno avventata. P.s. A giocare a favore dei Cinque Stelle c’è la confusione in casa Pd. Il governatore Sergio Chiamparino ha chiamato la sindaca alla piena collaborazione tra istituzioni (e la cosa sta funzionando), al partito quest’asse non è piaciuto e il quotidiano La Stampa ha sentenziato: «Il Pd fa un’opposizione infantile».
22 agosto 2016 (modifica il 22 agosto 2016 | 21:51)
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda trilogy il 23/08/2016, 14:21

In effetti la Appendino si è mossa con più prudenza e sobrietà della Raggi. A Roma i 5 stelle si sono sputtanati immediatamente con gli stipendi dello staff. Ora sembra ci sia una parziale marcia indietro, si parla di una riduzione.
Per quanto riguarda i problemi da affrontare, va riconosciuto che la Raggi a Roma deve affrontare una situazione molto più complessa di quella che trova l'Appendino a Torino.
Sui rifiuti e pulizia delle strade la situazione è un po' migliorata rispetto a luglio, vediamo se il sistema regge con il rientro dei romani dalle ferie.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda gabriele il 23/08/2016, 15:22

Rifiuti, Muraro: "Emergenza scongiurata ma ancora criticità in periferia"

Sono le aree verdi dei quartieri lontani dal centro storico a soffrire ancora. La promessa: "Per fine agosto mi dedicherò soprattutto a quelle zone che aspettano interventi"

Per settembre "nessuna preoccupazione". I romani, al rientro dalle vacanze, troveranno una Capitale più o meno pulita. Parola di Paola Muraro: "Ora gli operatori hanno più consapevolezza e un maggior supporto da parte nostra, gli impianti sono svuotati e non ci sono più code, sono stati intensificati i giri di raccolta e quindi non ci sarà emergenza". Così l'assessore all'Ambiente durante il giro sul territorio effettuato in mattinata per verificare lo stato di attuazione del piano Ama, quello per ripulire Roma entro il 20 agosto.

Un tour dall'ex campo sportivo di Valle Aurelia al Tmb di via Salaria, il primo di nuovo fruibile dopo un'operazione di bonifica, il secondo senza le montagne di immondizia trovate in occasione del blitz di luglio. Nel mezzo marciapiedi liberi da cartacce e bottiglie, secchioni vuoti, aria un po' più salubre. Certo, i miracoli son difficili a farsi, e le zone critiche restano. La stessa Muraro lo ammette: "Stiamo cercando di collaborare per far capire dove fare subito lo spazzamento che viene richiesto di più, visto che per la raccolta dei rifiuti sono stati intensificati personale e giri di raccolta".

Le sofferenze sembrano toccare soprattutto le aree verdi, dove accanto ai secchioni svuotati grazie ai giri di raccolta in più, è tutt'altro che raro trovare cumuli di sporcizia tra prati, panchine, alberi e cespugli. Due esempi tra i tanti? Il parco Sangalli a Torpignattara, un cimitero di buste di plastica e lattine di birra, o il parco di via Matteucci a Garbatella chiuso per i grossi topi segnalati nei pressi dell'area giochi. Insomma, non tutti sono contenti. A Cinecittà, Torrespaccata e a macchia di leopardo nel VI municipio qualche discarica a cielo aperto ricorda un degrado quasi perenne nei quartieri a margine della città. Idem a Ponte di Nona, Colle degli Abeti, Lunghezza o San Vittorino.

"Inutile prenderci in giro, alcune aree, specie in periferia, sono ancora critiche - aggiunge Muraro - ma ci rendiamo contro che è periodo di ferie anche per gli operatori Ama e, seppur incrementando l'organico, non si è ottenuto in periferia lo stesso effetto che in centro". Poi la promessa: "Per fine agosto mi dedicherò, pur facendo altri sopralluoghi, sopratutto a quelle parti di periferia che ancora necessitano".

Per quanto riguarda il Tmb Salario "è svuotato ed abbiamo mantenuto la promessa insieme ad Ama ma si poteva fare anche prima" ha spiegato l'assessore dando poi l'annuncio: "Per questo impianto prevediamo una riconversione: non sarà più un Tmb, però è un percorso che va argomentato perché va modificata l'autorizzazione, cosa che non ha fatto l'amministrazione precedente. Diventerà un polo tecnologico perché da qui usciranno materiali, quindi "end of waste" e sarà il fiore all'occhiello di Roma. Questa è la nostra promessa, lo faremo ma ci vogliono i tempi tecnici ed ai cittadini chiediamo di essere pazienti. Noi non prenderemo in giro nessuno".

posting.php?mode=reply&f=4&t=8577

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Forse occorre utilizzare qualche vigile in più che dia la multa a chi abbandona i rifiuti sui prati dei giardini pubblici.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda pianogrande il 23/08/2016, 15:42

I miracoli non li fa nessuno ma le promesse elettorali sì.

In ogni caso, una lista di cose fatte è pur sempre una lista di cose fatte e molto più apprezzabile di una lista di promesse; magari nello stile di tremate, tremate.

Continuo a fare i miei auguri a Roma e sarei contento se qualcosa cominciasse a funzionare davvero.
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda trilogy il 23/08/2016, 16:06

Poi qualche problema sulla nuova classe sdirigente dei dei 5 stelle c'è. .. :mrgreen:

https://m.youtube.com/watch?v=vg8DyiTIyOw

Il municipio in questione è più grande di molte città capoluogo italiane
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Re: Il M5S, la monnezza ed i conflitti di interesse

Messaggioda mariok il 23/08/2016, 17:51

Tutto sommato fa ridere; forse confrontandolo con i candidati di altri partiti non sfigurerebbe nemmeno più di tanto. :mrgreen:

Ma i rischi più gravi si corrono a livello nazionale.

Eccone un esempio: per un po' ci avevano messo la sordina, ma rieccoli.

Il Movimento 5 Stelle rilancia il referendum per l'uscita dall'euro: "Prepararsi è un atto di responsabilità politica"
L'Huffington Post | Di Redazione
Pubblicato: 23/08/2016 16:58 CEST Aggiornato: 39 minuti fa M5S

Prepararsi all'uscita dall'euro è un atto di "responsabilità politica". Con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo dal titolo 'L'Euro rovina d'Europa. Parola di premio Nobel', il Movimento 5 Stelle rilancia la proposta di un addio dell'Italia alla moneta unica europea. Utilizzando come base le considerazioni critiche sull'Europa del premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, sul blog viene confermata la linea d'azione: "E' imperativo far scegliere al popolo sovrano - all'intero popolo italiano - il destino del progetto Euro attraverso lo strumento referendario", si legge nel post.

Un post che arriva poche ore dopo le dichiarazioni del capogruppo al Senato dei pentastellati, Nicola Morra, ad Agorà: "Noi se in questo momento fossimo al governo usciremmo dall'euro, perchè la moneta unica penalizza i Paesi poveri, i Paesi deboli, e noi lo siamo, lo dobbiamo ammettere", ha affermato l'esponente grillino. Il blog precisa la linea, e cioè che bisogna passare per il referendum perchè a decidere devono essere gli italiani, ma nella sostanza il risultato non cambia: l'uscita dell'euro è tutt'altro che "un atto sovversivo".

Nel mirino del Movimento 5 Stelle finisce l'Unione monetaria, considerata una "costruzione priva di fondamenta che si è rivelata, nel corso degli anni, uno dei grandi mali dell'Unione europea". Ecco perchè, per i pentastellati, i vincoli dell'Unione monetaria sono diventati "il vero ostacolo da superare, le catene da rompere per rilanciare il dialogo tra popoli con economie e strutture sociali profondamente diverse".

Una frase, su tutte, è emblematica della posizione dei 5 Stelle: "Oggi, chi si ostina a difendere la moneta unica, è il più grande anti-europeista della storia", si legge sempre nel post.
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