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Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con Ue.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda pianogrande il 15/07/2016, 22:58

Se no facciamo come la Svizzera che ha accettato merci più persone e poi ha fatto un democratico referendum sulle persone o anche come la Grecia che ha fatto i debiti e poi un democraticissimo referendum per decidere se pagarli.

E' ora di finirla coi referendum barzelletta.
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda Robyn il 16/07/2016, 22:06

la brexit delinea un'altra europa,ma allo stesso tempo si vede sullo sfondo la parabola discendente del populismo non più ascendente che è insidioso per la democrazia e non è in grado di governare democrazie complesse e il caso brexit ne è un'esempio chiaro.L'europa non può essere l'europa dei muri ma un'europa dotata di un'anima e di welfare che si impegni per la pace internazionale e senza toccare la libertà di movimento riesca a governare i flussi.Per i migranti extraeuropei servono intese di partenariato e combattere i trafficanti di esseri umani,il migrant compact,per quelli europei bisogna creare lavoro meritocrazia e welfare funzionante nei paesi di appartenenza.Le migrazioni da un paese all'altro ci saranno sempre per ex negli Usa 200 anni fà si spostavano da un paese all'altro si partiva dal new jersei per andare in california etc noi lo facciamo adesso a distanza di 200 anni
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda Robyn il 17/07/2016, 22:16

Il ministro della brexit dice che se migranti europei supereranno la soglia critica li rimanderanno indietro ,già il modo sbagliato di affrontare il problema e di inseguire i populismi.Poi chiede rassicurazione per i cittadini britannici in europa.Noi in Italia nei paesi mediterranei e nell'europa continentale non ci poniamo questo problema i cittadini britannici sono perfettamente integrati fra noi
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda flaviomob il 19/07/2016, 1:01

diffidente ha scritto:

Non é che siano i politici di Bruxelles a non volere piu' unità e piu' uniformità, ma sono i politici ed i capi influenti dei sngoli Stati a NON volere che si proceda ponendo veti e minacciando, con il potere di veto, di bloccare tutte le attività.


Vero. Ma una federazione che imponesse uno standard elevato di politiche sociale efficaci avrebbe il vantaggio di diminuire di parecchio l'immigrazione interna agli stati UE e stemperare così le tensioni xenofobe che alimentano le destre. Tra parentesi noi come italiani siamo contribuenti netti dell'Unione e abbiamo uno stato sociale che fa acqua da tutte le parti: riusciamo come sempre a massimizzare gli svantaggi.

Ma naturalmente per i soliti "gufi" è meglio lasciare tutto com'è e (illudersi di) vivere nel migliore dei mondi possibili.

http://impresalavoro.org/15anni-italia- ... -netto-ue/

tra il 2000 e il 2014, l’Italia ha contribuito al budget europeo per una somma superiore ai 213 miliardi di euro, ottenendo erogazioni per poco più di 141.


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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda pianogrande il 19/07/2016, 1:37

L'Europa non sarà il migliore dei mondi possibili ma è sicuramente il migliore dei mondi esistenti e questo è un tipo di confronto con la realtà invece che con i sogni.

La propaganda basata sui soldi che escono confrontati con quelli che rientrano è un vecchio espediente della lega e di tutti i movimenti separatisti.

Globalmente, è impossibile che dall'Europa rientrino più soldi di quelli dati.

Tra l'altro, l'Italia ha una situazione davvero scandalosa di cattivo uso delle risorse messe a disposizione dall'Europa; tale da doversi vergognare invece che lamentarsi.

L'UKIP di Farage ha fatto di questa propaganda un uso così disinvolto da promettere, in caso di "leave", di usare i 350 milioni di Pound (tra l'altro cifra assolutamente inventata) a settimana che non sarebbero più andati all'Europa per migliorare l'assistenza sanitaria.
Un inganno così palese che lo stesso Farage se lo è dovuto rimangiare con disonore alla prima intervista dopo il referendum.

Così fa Salvini per la Lombardia; come se le tasse fossero un investimento che debba garantire un ritorno.

Nessuno mette sul piatto della bilancia (dei rientri) il vantaggio del mercato comune e i vantaggi della non guerra da settant'anni e il contributo culturale e professionale che viene dal muoversi liberamente su aree tanto vaste e la migliore protezione e garanzia dei diritti e si potrebbe continuare.

No.

L'Europa è una agenzia a cui si danno soldi per riaverli tutti indietro; magari con gli interessi.

Davvero un concetto sbagliato e sbagliato in malafede.
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda mariok il 19/07/2016, 9:23

La migrazione interna tra gli stati dell'Ue non è dovuta ai migliori standard di politiche sociali, ma alle maggiori e migliori opportunità di lavoro.

Una mobilità interna non è del tutto negativa. Anzi. Il problema è che da noi vengono i disperati dell'est, mentre se ne vanno i giovani laureati.
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda Robyn il 19/07/2016, 20:01

Perche i disperati dell'est non hanno diritto al futuro?l'immigrazione di qualità non esiste.Se si lasciano circolare liberamente medici,architetti,ingegneri e non i poveri cristi non è una bella europa.Le migrazioni non dipendono solo dagli standart di vita scadenti e da scarsa meritocrazia ma dalla qualità della democrazia.L'europa deve impegnarsi a fondo per un welfare funzionante per la meritocrazia e per creare lavoro soprattutto nei paesi mediterranei che sono deficitari
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda mariok il 20/07/2016, 9:12

E chi ha detto che bisogna impedire a chicchessia di circolare liberamente.

E' una questione di capacità di attrarre gente qualificata, che non è alla ricerca di un buon sussidio di disoccupazione, ma di un sistema produttivo innovativo dove poter cogliere buone opportunità professionali.
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda mariok il 20/07/2016, 9:26

E poi questa storia che l'Europa deve dare questo e quello, welfare, ma anche meritocrazia, posti di lavoro e chi più ne ha più ne metta, ha un po' stancato.

Ma che ci stanno a fare i governi nazionali? Se non possono fare nulla aboliamoli una volta per tutte.

L'idea di unione non può reggersi sul conto di quanto si da e quanto si riceve. Per ognuno che ha più di quanto da e dovrebbe quindi essere soddisfatto, c'è sempre un altro che riceve meno di quanto da e, con la stessa logica, dovrebbe essere insoddisfatto.

L'europa ha un senso se tutti ci guadagnano qualcosa.

Esempi? Una difesa comune, più efficace e meno costosa. Un'unica diplomazia, che consentirebbe non solo notevoli risparmi, ma soprattutto un maggiore peso internazionale. Un sistema di intelligence ed un controllo delle frontiere comuni. Una sistema di finanziamento degli investimenti a livello federale, senz'altro meno costoso e meno esposto alle speculazioni. Ecc. ecc.

Finché staremo a rinfacciarci reciprocamente i più e i meno avranno buon gioco i populisti di destra e di sinistra.
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Re: Brexit, dopo il divorzio serve accordo commerciale con U

Messaggioda flaviomob il 20/07/2016, 15:57

E' chiaro che vi sono nazioni in cui lo stato sociale è più evoluto, in cui è più probabile trovare lavoro di alta qualità ma in cui si può anche vivere bene nei momenti in cui il lavoro viene perso e se ne ricerca un altro. E' ovvio che si tenda a migrare in queste nazioni, dove spesso anche la sanità funziona meglio (e tanti italiani vanno a farsi operare in GB, non nascondiamocelo).

E' altrettanto chiaro che in altre nazioni, come la nostra, le colpe dell'arretratezza dello stato sociale sono locali, non europee. Tuttavia su alcuni parametri macroeconomici l'Europa interviene in maniera direttiva per "riequilibrare" i rapporti, soprattutto nell'area euro. Sarebbe utile riequilibrare anche lo stato sociale, che ha a che fare direttamente con la qualità della vita dei cittadini europei. Che si debba contribuire con le imposte sia allo stato sia all'Unione è un dato di fatto. Che riusciamo ad essere contributori netti senza trovare le risorse interne per il welfare è una colpa tutta nostrana, ci mancherebbe, visti gli sprechi e la corruzione. Che però l'Unione non intervenga per garantire i diritti sociali dei cittadini europei per me è sbagliato e genererà sempre maggiori squilibri e tensioni: se uno stato viene sanzionato perché non rispetta i parametri standard i suoi politici, pur mediocri, avranno una pressione tale sulle spalle da dover cedere "per forza". E questo può evitare che altri stati, come la GB, vengano presi d'assalto da ondate migratorie che determinano risposte (reazionarie) demagogiche. Ricordando che in Europa abbiamo oltre cento milioni di poveri e che in Italia gli indigenti sono, purtroppo, a un livello record.


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