da flaviomob il 20/07/2016, 15:57
E' chiaro che vi sono nazioni in cui lo stato sociale è più evoluto, in cui è più probabile trovare lavoro di alta qualità ma in cui si può anche vivere bene nei momenti in cui il lavoro viene perso e se ne ricerca un altro. E' ovvio che si tenda a migrare in queste nazioni, dove spesso anche la sanità funziona meglio (e tanti italiani vanno a farsi operare in GB, non nascondiamocelo).
E' altrettanto chiaro che in altre nazioni, come la nostra, le colpe dell'arretratezza dello stato sociale sono locali, non europee. Tuttavia su alcuni parametri macroeconomici l'Europa interviene in maniera direttiva per "riequilibrare" i rapporti, soprattutto nell'area euro. Sarebbe utile riequilibrare anche lo stato sociale, che ha a che fare direttamente con la qualità della vita dei cittadini europei. Che si debba contribuire con le imposte sia allo stato sia all'Unione è un dato di fatto. Che riusciamo ad essere contributori netti senza trovare le risorse interne per il welfare è una colpa tutta nostrana, ci mancherebbe, visti gli sprechi e la corruzione. Che però l'Unione non intervenga per garantire i diritti sociali dei cittadini europei per me è sbagliato e genererà sempre maggiori squilibri e tensioni: se uno stato viene sanzionato perché non rispetta i parametri standard i suoi politici, pur mediocri, avranno una pressione tale sulle spalle da dover cedere "per forza". E questo può evitare che altri stati, come la GB, vengano presi d'assalto da ondate migratorie che determinano risposte (reazionarie) demagogiche. Ricordando che in Europa abbiamo oltre cento milioni di poveri e che in Italia gli indigenti sono, purtroppo, a un livello record.
"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)