da mariok il 13/06/2016, 14:28
Una volta tanto mi trovo d'accordo con Schauble: bisogna finirla una volta per tutte con questa concezione di un'Europa "a la carte" dove ognuno si vuole scegliere quello che gli piace o gli conviene.
Oggi Schauble ha pieno titolo per dire quello che pensa su un eventuale dopo-brexit, perché (quasi tutti fingiamo di ignorarlo) non esiste un'Europa come entità politica a sé stante, con dei rappresentanti che possano parlare in suo nome, ma un insieme di stati che negoziano continuamente gli accordi tra loro. Quindi Schauble, in quanto ministro del più importante stato titolare dei trattati, ha tutto il diritto di dire la sua.
Sarei contento se vincesse il sì al referendum in uk, così si chiarirebbe una volta per tutte cosa si vuole fare.
L'Europa è un progetto politico, ancora incompiuto, e non ha senso scandalizzarsi del fatto che si basi "sugli interessi": il suo organismo decisionale (il consiglio d'Europa costituito dai capi di stato dei paesi aderenti) non può far altro che trattare e mediare tra gli interessi di ciascuno.
Basta con le ipocrisie e con le "seghe mentali" su quale Europa vorremmo, quella delle banche, quella delle politiche sociali, quella della solidarietà (ovviamente a senso unico) e chi più ne ha più ne metta.
Tutti, persino Grillo e Salvini, dicono che vogliono abbattere "questa" europa per farne "un'altra" (ovviamente senza specificare come e quando).
O si procede col progetto politico di un'Europa unita o è ipocrita far finta di volere "un'altra europa".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville