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Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda franz il 09/05/2016, 7:14

Comprare per rivendere o vendere per ricomprare (azioni, obbligazioni, fondi) comporta comunque prestare somme di denaro alle aziende che hanno emesso quegli asset. Poi c'è chi si tiene l'asset anni i mesi, chi li vende e compra in giornata o anche per pochi secondi. Solitamente a meno di grosse crisi, uno vender A per comprare B, quindi indipendentemente dalla frequanza con cui lo fa sta sempre prestando soldi ad una serie variabile di attività economiche.

Il paragone con le vincite alle corse sui cavalli o altro non è adeguato in quanto si tratta di gioco a somma zero, secondo me, mentre la finanza oggi è a somma maggiore di zero. Pur con le distorsioni che ci sono che ben siamo capaci a criticare, senza la finanza moderna il mondo di oggi non sarebbe possibile.

Comunque mi pare che le vincite siano tassate assai poco in Italia (6% della parte eccedente i 500 euro) mentre il reddito d'impresa si aggira attorno al 65%. Fare riferimenti a fini sociali per la tassazione in questo caso mi sembra oltraggioso per chi lavora. Si tratta di pura e semplice rapina.

Per quanto riguarda la dimensione dell'impresa, mi pare giusto che le micro imprese abbiano una normativa contabile diversa (e per me dovrebbe esserlo anche sul piano fiscale e previdenziale) perché non si puo' pretendere che debbano mettere in piedi la struttura contabile di un'azienda con 100 o 1'000 dipendenti e fatturati di centinaia di milioni. Non credo che nemmeno c'entri piu' di tanto il pur oggettivo familismo italico. Piuttosto ritengo invece che siano gli oneri fiscali e burocratici che sono oppressivi nei confronti di una piccola attività. Proprio per questo le piccole non crescono. Ad essere fortunati rimangono piccole, ultimamente falliscono o semplicemente chiudono, per non fallire. E proprio per questo l'investimento in una piccola impresa è ad alto rischio.

Se un governo volesse veramente fare qualche cosa di utile per le PMI e soprattutto le micro (quel 95% di aziende con meno di 10 addetti) studierebbe uno snellimento delle pratiche burocratiche e amministrative, seguendo le indicazioni europee a riguardo: http://ec.europa.eu/growth/smes/busines ... dex_en.htm
Ci sono anche i testi in italiano, da qualche parte.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda mariok il 09/05/2016, 8:05

Sarebbe interessante scoprire cosa ci guadagnano le imprese, a parte le banche, dalle frenetiche operazioni di compra-vendita in borsa di azioni e strumenti derivati. Con le conseguenti esplosioni periodiche delle bolle speculative.

Ma siamo alle solite. Secondo la scuola neoclassica lo speculatore è un elemento fondamentale del mercato poiché assicura liquidità e concorre alla formazione di un prezzo efficiente.

E' la riprova che si tratta di un'ideologia mostruosa, al pari di quella comunista.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda mariok il 09/05/2016, 8:50

Per la cronaca, nello "Small Business Act for Europe" la semplificazione burocratica è uno dei quattro punti indicati.

Tra gli altri c'è anche l'accesso alla finanza. Ciò conferma che quanto preannunciato da Padoan va nella giusta direzione.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda franz il 09/05/2016, 12:31

mariok ha scritto:Ma siamo alle solite. Secondo la scuola neoclassica lo speculatore è un elemento fondamentale del mercato poiché assicura liquidità e concorre alla formazione di un prezzo efficiente.

E' la riprova che si tratta di un'ideologia mostruosa, al pari di quella comunista.

L'investitore, l'investitore, mariok. È lui che "è un elemento fondamentale del mercato poiché assicura liquidità e concorre alla formazione di un prezzo efficiente." Le bolle invece le generano i governi, tramite le banche nazionali, quando immettono troppa liquidità nel mercato ed essa cerca di concentrarsi sugli affari che appaiono promettenti. I veri grandi spacciatori di speculazione sono le banche che stampano a go-go anche di notte ed i governi che fanno debiti mostruosi, cercando di ripagarli con l'inflazione generata quella stampa notturna.
Il vero mostro speculativo non è chi compra e vende azioni ma uno stato come quello italiano che ipoteca il futuro dei giovani gravandoli di debiti mostruosi e poi nega loro pure l'aspettativa di una pensione decente.
Ultima modifica di franz il 09/05/2016, 13:00, modificato 1 volta in totale.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda franz il 09/05/2016, 13:00

A proposito di lotta agli speculatori, inciampo ora grazie a FB nella segnalazione di questo articolo.

l flop dello stato che voleva far piangere i ricchi

Il governo vuole togliere la Tobin tax. Con gli yacht e i blitz della Gdf è il fallimento della guerra ai "grandi speculatori"

di Luciano Capone | 05 Maggio 2016 ore 11:09

Roma. Negli anni più duri della crisi, quando l’Italia era a un passo dall’andare gambe all’aria, c’era chi indicava i responsabili della difficile situazione economica: gli speculatori finanziari, i ricchi e gli evasori, spesso indistintamente additati come il top 1 per cento che si era ingrassato alle spalle del restante 99 per cento della popolazione. In quel clima il governo tecnico – sostenuto da una grande coalizione – produsse alcune risposte dai toni demagogici che già mostravano in nuce tutta la loro inconsistenza: la cosiddetta “Tobin tax” per colpire gli speculatori, le supertasse sul lusso contro i ricchi e i blitz di Cortina per acciuffare gli evasori.

Ma la “caccia alla casta” (questa volta economica e non politica) ha le gambe corte e, a distanza di qualche anno, si può dire che è stata un fallimento. E’ filtrata da pochi giorni la notizia che il governo sta pensando di congelare la tassa sulle transazioni finanziarie (comunemente chiamata Tobin tax) per rilanciare la competitività del settore finanziario e rendere il nostro mercato più attraente agli investitori esteri. Nella speranza che Atlante abbia le spalle robuste, si cerca in qualche modo di rendere più leggero il peso del sistema bancario.

La Tobin tax, introdotta nel 2011 dal governo Monti, si è rivelata sin dall’inizio un flop, con un gettito di poche centinaia di milioni, molto lontano dal miliardo messo a preventivo. A fronte dell’incasso esiguo ha ridotto i volumi scambiati, reso meno competitivi gli operatori e colpito più i piccoli risparmiatori dei “grandi speculatori”, che hanno a disposizione diversi modi legali per evitarla. E non si può dire che non ci fossero già stati esperimenti di “Tobin tax in un solo paese” a suggerire come sarebbe andata a finire. L’esempio più celebre è la Svezia. Negli anni 80 Stoccolma introdusse una Tobin tax che in pochi anni fece crollare gli scambi finanziari e fuggire i capitali nella vicina Londra. Dopo un po’ la Svezia è tornata sui suoi passi e lo stesso pensa di fare l’Italia cancellando una tassa che, a causa delle sue maglie larghe, ha per fortuna prodotto meno danni che in Scandinavia.

Non è andata meglio con la supertassa sugli yacht che avrebbe dovuto far piangere Briatore, gli sceicchi e tutti i super ricchi. E’ andata a finire che i miliardari sono salpati per gettare le ancore delle loro barche qualche miglio più in là, in Croazia, Grecia e Spagna. In quattro anni il governo ha raccolto pochi spiccioli, perdendo però oltre 600 milioni di euro di introiti legati alle 40 mila imbarcazioni che sono fuggite all’estero e si sono portate via migliaia di posti di lavoro diretti e dell’indotto. A piangere sono stati i poveri e le casse dello stato che infatti, poco dopo, ha abolito la tassa sperando di convincere i sorridenti miliardari a tornare nei nostri porti.

E il blitz di Cortina? Alla vigilia della notte di Capodanno del 2011, nel pieno della stagione turistica, una task force di 80 ispettori piomba sulla località delle Dolomiti per fare centinaia di accertamenti a locali, alberghi, gioiellerie e turisti in possesso di auto di lusso. Sono i giorni in cui il governo Monti punta forte sulla lotta all’evasione e il capo dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, che pure ha a disposizione centinaia di banche dati dei contribuenti, giustifica il rastrellamento dicendo che “E’ necessario incutere un sano timore in chi evade il fisco. Operazioni come quella di Cortina sono un deterrente per far sapere che l’Agenzia lavora”. E così dopo Cortina arrivano i blitz in altre perle del turismo di lusso come Courmayeur, Capri e Portofino. Incutere sano timore non ha portato i frutti sperati se Rossella Orlandi, che è succeduta a Befera, sceglie ora di abbandonare le retate: “Noi non crediamo ai blitz, l’evasione è raccolta tra i grandi contribuenti o i grandi gruppi. E’ li che lo stato perde le sue battaglie tributarie”.

http://www.ilfoglio.it/politica/2016/05 ... e_c283.htm
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda flaviomob il 09/05/2016, 13:09

E' palese che un tema come quello della tassazione sulle grandi speculazioni vada affrontato con una normativa internazionale e con soluzioni "tecniche" che non offrano le solite scappatoie fiscali, atte a colpire le reali speculazioni e non i piccoli risparmiatori. Del resto anche la lotta contro i paradisi fiscali si pratica solo a parole: troppo potente è la lobby di chi ha interessi "sporchi" in giro per il globo.


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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda franz il 09/05/2016, 15:25

flaviomob ha scritto:E' palese che un tema come quello della tassazione sulle grandi speculazioni vada affrontato con una normativa internazionale e con soluzioni "tecniche" che non offrano le solite scappatoie fiscali, atte a colpire le reali speculazioni e non i piccoli risparmiatori. Del resto anche la lotta contro i paradisi fiscali si pratica solo a parole: troppo potente è la lobby di chi ha interessi "sporchi" in giro per il globo.

Corretto, come è evidente che non sono certo le "grandi speculazioni" che mettono in difficoltà le PMI.
Il problema di queste ultime è di accesso al (micro)credito, perché gli importi di cui necessitano sono ridotti e non sono abbastanza redditizi per le banche. Altro problema non da poco è che chi ha soldi da investire preferisce farlo in titoli di debito pubblico (BOT e compagnia) che già sono esentasse, relativamente sicuri e vendibili in ogni momento.
Il meccanismo di cui sui parla per "attirare qui 10 miliardi" è costituito da piani di risparmio a lungo termine: bisogna vedere a quali condizioni, perché se troppo severe potrebbero diventare una trappola.

Nell'articolo il ministro parla di attrarre "FINO A 10 miliardi" ma evita di ricordare che lo Stato invece per le sue necessità di cassa (debitorie) di miliardi ne attira circa 200-300 ogni anno (furono 317 nel 2015), togliendoli dagli investimenti privati. Oltre naturalmente a 400 e passa con le imposte dirette ed indirette, in cambio di servizi di dubbia qualità.
Alla fine il problema è tutto qui. Tra tasse, imposte e debiti da finanziare, lo stato sottrae ogni anno agli investimenti privati 660 miliardi (Tasse = 487,5, debiti in scadenza 174). E non ho volutamente contato i contributi previdenziali, perché quelli vanno in pensioni, sia pur misere per tanti e d'oro per pochi.

http://www.unimpresa.it/crisi-unimpresa ... -2015/9887
http://www.firenzepost.it/2014/10/18/ta ... ginocchio/

Pensare che il problema sia la speculazione mi pare un classico caso di armi di distrazione di massa.
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda Robyn il 09/05/2016, 18:56

La Tobin Tax non è mai stata una tassa vessatoria ma ha lo scopo di far defluire la grande massa liquida finanziaria che circola sopra di noi agli investimenti ma naturalmente è difficile se non si agisce in ambito internazionale.Altra misura per far defluire il risparmio anziche alla speculazione agli investimenti è la separazione fra banche commerciali e banche di investimento.Il risparmiatore deve essere libero di decidere dove vuole che vengano investiti i suoi risparmi o agli investimenti o all'economia finanziarizzata
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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda flaviomob il 09/05/2016, 23:47

La speculazione incontrollata crea i macro problemi: bolle che esplodono, Lehman Bros, derivati tossici venduti a comuni nella quasi totale inconsapevolezza, crolli bancari etc. Nel micro, le aziende anche piccole e medie soffrono perché le banche si fidano di meno a prestare, la gente consuma di meno, ma in Italia soprattutto lo stato paga in tempi biblici (Renzi ha fatto qualcosa di positivo qui) e per un'azienda che crolla dopo che per anni non riceve il dovuto dall'ente pubblico, a catena vanno in sofferenza o addirittura in fallimento una serie di aziende che non sono state saldate dalla prima, soffre l'indotto e così via.


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Re: Finalmente: distinzione tra investimenti e speculazione

Messaggioda franz il 10/05/2016, 7:15

flaviomob ha scritto:La speculazione incontrollata crea i macro problemi: bolle che esplodono, Lehman Bros, derivati tossici venduti a comuni nella quasi totale inconsapevolezza, crolli bancari etc. Nel micro, le aziende anche piccole e medie soffrono perché le banche si fidano di meno a prestare, la gente consuma di meno, ma in Italia soprattutto lo stato paga in tempi biblici (Renzi ha fatto qualcosa di positivo qui) e per un'azienda che crolla dopo che per anni non riceve il dovuto dall'ente pubblico, a catena vanno in sofferenza o addirittura in fallimento una serie di aziende che non sono state saldate dalla prima, soffre l'indotto e così via.

Ci sarebbbe da discutere punto per punto. Alcune affermazioni sono corrette o verosimili, altre secondo me no.
Il problema delle bolle non è che scoppino, ma che si gonfino. Storicamente esse si gonfiano a dismisura non per una "speculazione incontrolata" ma per un eccesso di domanda sul bene oggetto della bolla supportata da un eccesso di liquidità nel sistema, indotta da politiche anticrisi (immissione di liquidità a seguito di crisi precedenti). Una bolla immobiliare, per esempio, non è certo legata al fatto che ogni 3 secondi qualcuno compri e rivenda la stessa casa ma dal fatto che molti comprino casa (domanda) a causa di credito facile emesso da banche con il supporto della banca centrale. Poi quando scoppia una bolla è ovvio che c'è una generale perdita di valore di ogni asset (tranne i cosiddetti beni rifugio) e quindi si tenda a consumare di meno e risparmiare di piu'. Questo coinvolge tutta l'economia e come abbiamo visto il 95% dato da microattività che impiegano mediamente 1/3 della manodopera nazionale.
Andrebbe meglio chiarito il concetto di "incontrollata", nel senso che visto che la fase di crescita della bolla è inizialmente modesta, bisognerebbe ben individuare gli strumenti per "controllare". Come sarebbe possibile vietare l'acquisto di beni (case) o azioni? Il fatto è che il mercato realizza che un certo boom è una bolla, solo quando è troppo tardi, quando si affloscia e scoppia. Se prendiamo per esempio la bolla delle dot.com non credo fosse possibile alcuno strumento limitativo che potesse prevenirne l'evoluzione esplosiva. Forse l'unico strumento limitativo puo' essere dato dalla liquidità emessa dalle banche centrali ma praticamente tutte quelle importanto (usa, giappone, europa) hanno immesso o stanno ancora immettendo liquidità come stimolo per l'economia, con la conseguenza secondo me che stiamo solo preparando il terreno per la prossima bolla.
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