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La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

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La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda mariok il 27/09/2015, 21:09

Per la morte di Pietro Ingrao fioccano da destra e da sinistra le espressioni di apprezzamento per un uomo definito un grande statista, soprattutto un politico coerente.

Con tutto il rispetto per la morte di chiunque, non mi pare che la sua coerenza sia meritevole di particolari riconoscimenti.

Era il direttore dell'Unità nel 1956, del giornale che definì gli operai ungheresi insorti contro la dittatura comunista "teppisti" e "spregevoli provocatori", "fascisti" e "nostalgici del regime Horthyiano", e giustificò l'intervento delle truppe sovietiche come un elemento di "stabilizzazione internazionale" e di un "contributo alla pace nel mondo".

Solo 45 anni dopo definì "pessimo" il suo articolo di fondo.

Un po' troppi. La coerenza è certamente una qualità, ma non sempre c'è da andarne orgogliosi.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda pianogrande il 27/09/2015, 22:31

Coerenza sì, visto che ultimamente era entrato in Rifondazione Comunista dopodiché sembra votasse per SEL.

Sicuramente un personaggio ma non uno statista illuminato.
Un personaggio di apparato dai primi tempi della repubblica e fino ala presidenza della camera.

Un personaggio decisamente minore in seguito ma anche l'età ha le sue leggi.

Morto a cento anni il che lo fa ancora personaggio ma personaggio storico e non certo attuale.

In ogni caso, vanno anche a lui dei meriti per quello che il PCI ha fatto a favore del movimento operaio in Italia e che viene sempre troppo coperto dalla posizione favorevole a PCUS (una contraddizione pazzesca per quello che, almeno in Italia, era un partito democratico e per la democrazia anche se fortemente centralista).
Il PCI era un partito in cui la gente credeva per i suoi comportamenti concreti sulla realtà italiana.

E' vero come è vero che i proletari italiani hanno inneggiato per decenni a Baffone senza sapere esattamente di cosa stessero parlando.

Ora siamo in altri tempi e la poca o tanta democrazia che abbiamo la dobbiamo (nonostante le contraddizioni) anche al PCI ed anche a gente come Ingrao.

Detto questo, stiamo parlando di un personaggio del passato.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda mariok il 28/09/2015, 8:38

pianogrande ha scritto:In ogni caso, vanno anche a lui dei meriti per quello che il PCI ha fatto a favore del movimento operaio in Italia e che viene sempre troppo coperto dalla posizione favorevole a PCUS (una contraddizione pazzesca per quello che, almeno in Italia, era un partito democratico e per la democrazia anche se fortemente centralista).

Credo che sia solo parzialmente vero.
L'Italia è uno dei pochissimi paesi europei in cui nella sinistra ha prevalso la componente comunista.
Diversamente da Svezia, Danimarca, Germania ed in parte in Francia. Guarda caso il nostro welfare e la nostra stessa democrazia sono qualitativamente più scadenti di quelle realizzate negli altri paesi con una sinistra a guida socialdemocratica.
Una relazione ci dovrà pur essere.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda pianogrande il 28/09/2015, 9:47

L'Italia era zona di confine (non solo l'Italia, ovviamente) e strategicamente importantissima.

Nel nostro paese, influenzare i movimenti politici era uno sport all'aria aperta da parte sia dell'America che dell'URRS.

Essere comunisti significava semplicemente essere di sinistra (e non c'era altro modo).
Chi vota PSI, vota PCI recitava uno di quei manifesti minacciosi che materializzavano la spasmodica ricerca della radicalizzazione perseguita dalla DC e dal Vaticano e con dietro indovinate chi.

Insomma, nel nostro paese poteva esistere solo la DC.
Tutto il resto era comunismo o rigurgito (altro termine molto elegante e conciliante) di fascismo.

I preti cattolici romani gratificavano del titolo di "bestie" quelli che non andavano in chiesa.

Una componente socialdemocratica ci sarà pure stata nel nostro paese ma è stata sicuramente inglobata dalla DC da una parte e dal PCI o dal PSI dall'altra.

Sì.
C'erano anche i socialdemocratici ma contavano così poco che non ne ricordo neanche la storia.

Allora?
E' colpa del PC se la nostra democrazia e il nostro welfare sono deboli e immaturi?

Il mio pensiero è che quel poco che abbiamo lo abbiamo proprio grazie al PCI che, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni, stava dalla nostra parte (dei lavoratori) e non da quella del Vaticano (quello sì rigurgito di fascismo) e dell'America del maccartismo e dintorni.

Si.
L'America ci aveva liberati ma avrebbe dovuto lasciarci un po' più liberi invece di portarci a diventare un paese dove chiedere migliori condizioni di lavoro significava auspicare i cosacchi in Piazza San Pietro.

Quindi, ribadisco, grazie al PCI e grazie ad Ingrao.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda mariok il 28/09/2015, 10:21

Più paese di frontiera della Germania? Eppure lì le cose sono andate diversamente.

Non si tratta, credo, di ringraziare o condannare il PCI. C'è il giudizio storico su un gruppo dirigente, di cui Ingrao faceva parte, e che ha fatto scelte che hanno avuto un peso non proprio positivo sullo sviluppo democratico dell'Italia.

E' pur vero che di fronte c'era una DC con punte elevate di anti-comunismo e filo-americane. Ma anche i suoi dirigenti potrebbero oggi dire che avevano di fronte un partito filo-sovietico che rappresentava un obbiettivo rischio per la democrazia (non dimentichiamo che la rottura con il PCUS è del 1977 e l'accettazione formale della Nato solo del 1986).

DC e PCI, facce della stessa medaglia, hanno finito per legittimarsi e giustificarsi reciprocamente. Ma non credo che ciò sia un motivo sufficiente per negare gli errori di entrambi i gruppi dirigenti.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda Robyn il 28/09/2015, 12:04

I paesi del nord europa hanno visto prevalere la sinistra liberal perche hanno una più antica tradizione della democrazia e industriale ed hanno acquisito il welfare con linearità a differenza dell'Italia il cui percorso è stato difficoltoso e lo è tuttora per le resistenze al suo rimodellamento.Inoltre si tende a confondere il termine sinistra con comunismo le due cose al contrario non sono affatto uguali essere di sinistra può significare essere agevolmente anticomunisti.Di Ingrao non ho mai condiviso la sua idea di rimanere fermi perche la sinistra non è statica è sempre in continua evoluzione l'idea di una sinistra immutabile non esiste e una sinistra che cambia non è una sinistra che diventa destra.Quando ci fù la tasformazione da Pci a Pds si disse la sinistra non è comunista ma un partito della democrazia.Ingrao ed altri presero la strada e dissero noi non ci stiamo siamo e rimaniamo comunisti lotta ora e sempre compagni fate presto bandiera rossa la trionferà.La sinistra che sia un partito perfettamente inserito nella democrazia e nelle istituzione è innegabile perche non ha nulla di comunista perche i suoi avi si trovano nella formazione culturale illuministica tra cui c'è anche Locke come peraltro aveva sottolineato Enrico Berlinguer
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda flaviomob il 28/09/2015, 12:10

O forse è vera la relazione opposta: in Italia prevalevano i comunisti sui socialisti proprio perché abbiamo avuto uno stato sociale lacunoso e frammentario, frutto di un disinteresse della classe politica di governo verso gli strati sociali più deboli.

Per quanto riguarda i fatti di Ungheria tutto giusto: ma perché non ricordare allora come anche un certo Napolitano - ancora tanto osannato - fosse allineato sulle posizioni dell'invasore russo?


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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda trilogy il 28/09/2015, 16:04

mariok ha scritto:...L'Italia è uno dei pochissimi paesi europei in cui nella sinistra ha prevalso la componente comunista.
Diversamente da Svezia, Danimarca, Germania ed in parte in Francia. Guarda caso il nostro welfare e la nostra stessa democrazia sono qualitativamente più scadenti di quelle realizzate negli altri paesi con una sinistra a guida socialdemocratica.
Una relazione ci dovrà pur essere.


Questione storica molto interessante, la mia impressione è che in questo caso la colpa non sia tanto dei comunisti ma della cultura italico/mediterranea. l'Italia ha iniziato a fondare il suo welfare partendo dalla figura del lavoratore, maschio, capofamiglia. La figura principale da tutelare era lui, ed a lui poi spettava tutelare la sua famiglia. Agli inizi del 900 eravamo partiti anche benino, poi nel corso dei decenni con il corporativismo fascista, la politica clientelare, la concertazione sindacale abbiamo creato un sistema che produce disuguaglianza sociale invece di ridurla.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda pianogrande il 28/09/2015, 16:34

Non si sapeva gran che della socialdemocrazia, nel dopoguerra.
Se ne sapeva molto meno prima del fascismo.
Dalla dittatura dei Savoia alla dittatura fascista, non credo che il popolo italiano avesse il tempo e la voglia di andare tanto per il sottile.
Dai cannoni di Bava Beccaris, ai villaggi incendiati al sud per stanare i "briganti", al manganello e l'olio di ricino e le deportazioni e le emigrazioni di massa, non credo ci fosse molto terreno se non per teorie piuttosto radicali.

Forse la socialdemocrazia si sviluppa più facilmente in un ambiente dove una democrazia c'è già e la gente ha tempo e energie e libertà per discuterne e riflettere.

Quando la gente ha fame e se gli va bene dispone di polenta e patate e ha la pellagra ed è analfabeta e vede l'autorità dello stato come una macchina repressiva e vigliacca, è difficile che si metta a scrivere poesie ed a fare distinzioni tra socialismo, comunismo, socialdemocrazia e quant'altro.

Se qualcuno gli dice che c'è un modo per far fuori il tiranno o si va a nascondere o prende il fucile.

Così era l'Italia del primo novecento.

Una giusta e pacata e nordica socialdemocrazia di cui discutere fumando la pipa davanti al caminetto acceso e qualche bicchiere di brandy o boccale di birra, andava rimandata a un altro momento.
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Re: La scomparsa di uno degli ultimi comunisti

Messaggioda Robyn il 28/09/2015, 21:25

Di quel passaggio Pci Pds rimane l'amarezza perche le strade si sono separate,compagno perche non ci sei anche tu perche te ne vai?bello sarebbe stato se la strada fosse stata la stessa cosa che non è stata,purtroppo la caratteristica nell'europa continentale a differenza di Usa e Regno Unito nell'attuale fase sembra essere ancora tra sinistra massimalista e riformista
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