da Myosotis il 29/01/2009, 13:53
La sinistra è in crisi totale anche perchè, forse, non si pone nemmeno più il problema della giustizia (per esempio, e dal momento che si è scivolati senza soluzione di continuità dalle riflessioni di Bertinotti a questo tema, e una ragione dovrà
pur esserci), nei termini oggettivi della quantità e della qualità del potere che Essa, la giustizia, è in grado di esercitare NON a prescindere dall'oggetto sociale su cui tale potere viene esercitato.
In altre parole, non si pone più il problema della giustizia in termini di classe; per cui s'interpreta il garantismo e
il giustizialismo in modo sostanzialmente uni-laterale: garantista verso i potenti e
giustizialista verso i deboli.
I crimini che, per quanto odiosi, vengono perpetrati dagli ultimi diventano moralmente più riprovevoli
di quelli perpetrati da chi ha più potere; in un crescendo che vede sostanzialmente -alla fine della giostra - impunibili ed impuniti proprio le massime cariche dello Stato.
Senza arrivare al paradosso dell'italico stupratore che - perchè incensurato, di buona famiglia e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti - ha diritto, magari, alla sua fetta di comprensione mentre il rumeno va difeso dal linciaggio della folla, ma solo nei limiti in cui l'oggetto del crimine siamo noi, le italiche femmine.
Altrimenti si becca, al massimo, la sua dose di generale e pelosa riprovazione.
Non che debba essere proprio io a sostenere il teorema liberale per cui una democrazia sussiste nella misura in cui si è
messi nella condizione di esercitare la giustizia (e il Potere) anche ( e, forse, soprattutto) dal basso verso l'alto.
Mentre partiti che si dichiarano democratici delegano ai propri vertici - qualche volta evidentemente corotti - il
potere di decidere strategie unanimi per tutti e perfino per i propri iscritti.
In soldoni: il potere giudiziario è solo uno strumento del quale il sistema democratico non può fare a meno (purtroppo).
E' come quando, per tagliare una fetta di prosciutto ti serve il coltello: che ci fai poi con la fetta di prosciutto o con il coltello, infondo, non riguarda il coltello ma sono affari tuoi: potremmo optare per l'eliminazione del coltello, ma poi rinunciamo alla fetta di prosciutto.
In un certo senso è analogo il discorso di Rifondazione che, comunque, non ha mai fatto i conti con il suo dichiararsi "comunista" se non nei limiti in cui - da costola del Pci - non avrebbe potuto eludere il carico di cotanta discendenza. Nè è riuscita - purtroppo - ad eludere certi meccanismi per selezione delle proprie classi dirigenti, o a fare la scelta, molto più problematica, di vera e propria forza rivoluzionaria. Ma nemmeno è riuscita, infondo, a stare dialetticamente immezzo al proprio humus di opposizione sociale.
Per me che dentro Rifondazione - pur non essendo comunista - ho le mie radici e parte notevole dei miei più grandi affetti, questo enorme iato tra teoria e prassi è da sempre una spina enorme, a lacerarci profondamente.
Ciao
Myos