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Di Pietro attacca Napolitano

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 28/01/2009, 15:04

A Roma una manifestazione "In difesa della legalità e per la Costituzione"
Il leader Idv: "Si comporta poco da arbitro". La replica: "Parole pretestuose"

Scontro tra Di Pietro e il Colle
"Non è arbitro". La replica: "Offensivo"

Fini: "Giusto criticare, ma senza oltrepassare i limiti"

ROMA - Parole grosse contro il presidente della Repubblica alla manifestazione a Roma contro la riforma della giustizia targata centrodestra e in difesa del procuratore di Salerno Apicella. Un migliaio di persone ha risposto all'appello dell'Associazione nazionale vittime di mafia, dell'Italia dei Valori e dalla piazza sono partiti fischi contro il presidente della Repubblica quando è stato rimosso uno striscione sul quale era scritto "Napolitano dorme, l'Italia insorge".

Parole che hanno subito provocato la reazione del presidente della repubblica e di quello della Camera Gianfranco Fini.

Dal palco, Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la rimozione dello striscione e si è rivolto direttamente al capo dello Stato: "Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi. Noi la rispettiamo - ha aggiunto il leader dell'Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?".

"Il silenzio è mafioso, e per questo non voglio rimanere in silenzio", ha detto ancora Di Pietro, che poi si è di nuovo rivolto a Napolitano: "Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo".

Al centro della protesta la sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che, secondo un volantino diffuso dai promotori, sarebbe segnale di "grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura".

Tra i protagonisti della giornata, che si alternano sul palco allestito di fronte al palazzo dell'ambasciata francese, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro.

Gli avvenimenti di piazza Farnese e gli attacchi di Di Pietro al Presidente della Repubblica hanno avuto una eco immediata nell'aula di Montecitorio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, tra l'altro ha detto: "La Camera dei deputati ritiene, e non potrebbe essere altrimenti, che il Presidente della Repubblica sia garante dei diritti e dei doveri dei cittadini e rispettoso e solerte difensore delle prerogative del Parlamento. L'aula ha ribadito il fatto che è lecito, com'è più che naturale in una democrazia, il diritto sacrosanto alla critica politica, ma che mai quel diritto può travalicare il rispetto a chi rappresenta tutta la nazione, al di là del fatto che sia stato espressione di un voto unanime omeno del Parlamento che lo ha eletto".

La Presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'onerevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate per contestare presunti "silenzi" del Capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce.

(28 gennaio 2009)
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda Paolo65 il 28/01/2009, 18:14

Purtroppo è un'alleanza che non ha portato nulla di buono al PD da cui bisogna liberarsene in fretta.

L'IDV ha in alcuni casi delle posizioni corrette ma è incapace di fare politica e quella che fa è tutta a discapito del PD.

E' andata male ed è meglio chiudere qui.

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda Gab il 28/01/2009, 18:33

Caro Paolo,
non sono per niente d'accordo.

Paolo65 ha scritto:Purtroppo è un'alleanza che non ha portato nulla di buono al PD da cui bisogna liberarsene in fretta.
L'IDV ha in alcuni casi delle posizioni corrette ma è incapace di fare politica e quella che fa è tutta a discapito del PD.
E' andata male ed è meglio chiudere qui.
paolo


E' dai tempi dell'Ulivo che il centro sinistra non sa fare i conti con Di Pietro.
A quell'epoca una campagna violenta partita dal Giornale lo ridimensiono'. Dopo un paio di anni tutte le mega accuse caddero.

Ma e' possibile che non ci si renda conto che un po' di sana demagogia serve a far aprire gli occhi alle persone?
E' possibile che che non si capisce che fare sempre-e-solo il compitino del perfetto, del democratico perbene non porta in nessun posto?
Se si vuol riprendere consensi si deve saper convivere con una persona che fa opposizione in mdodo demagogico ma fa opposizione. Denunciando fatti.
Critichiamolo sulle cose che denuncia e non sul come le denuncia.

Leggetevi un po' di commenti qui
http://www.unita.it/index.php?section=n ... izia=80739
E siamo sull'Unita'!

Se non impariamo a convivere con questa persona non andremo da nessuna parte!

ciao
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda Paolo65 il 28/01/2009, 18:46

Di Pietro non sa fare politica e quella che fa è solo mirata contro il PD che infatti perde voti che l'IDV raccoglie.

L'IDV ha sostituito nell'immaginario di molti la SR che ha sempre attaccato la DX e Berlusconi, con i risultati che abbiamo visto.

Di Pietro fa di meglio:attacca Napolitano oppure usa male le parole e lo fa sembrare, cosa che mediaticamente fa lo stesso effetto.

Speravo che l'IDV fosse una risorsa per il CS. Oggi lo è ma per la DX ed un danno per il PD.

Il PD se deve fare un'alleanza seria, la faccia con Radicali e non tratti quelli che ha invitato alle elezioni come dei pirla.

I Radicali sono tra i pochi ad avere idee valide su temi importanti quali economia,lavoro e problematiche civili, e sono pure coerenti.

Hanno solo il difetto di attaccare ad ogni respiro la Chiesa quando invece il vero obiettivo è la politica italiana che è debole.

Ma tolto quell'aspetto tra la Bonino e DI Pietro mi tengo 1000 volte la Bonino........che sarebbe tra l'altro un gran segretario di un vero partito riformista e moderno.

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda guidoparietti il 28/01/2009, 18:48

La "sana" demagogia, non esiste. La demagogia non porta mai buoni risultati, ma solo casino (in varie declinazioni più o meno deprecabili).
Nel caso specifico, mi pare che le parole di Di Pietro siano state alquando demagogiche come al solito, ma che d'altronde siano state ulteriormente ingigantite sui titoli dei giornali, anche questo come al solito. Risultato netto, ancora come al solito, molto confuso ma sicuramente niente di positivo.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda Stefano'62 il 28/01/2009, 19:09

La demagogia è una brutta cosa,che tende a venire fuori quando qualche furbone si accorge che la gente ha bisogno di sentire parlare di cose concrete mentre i politici non ne sono capaci.
Quando il popolo vede e tocca con mano qualcosa che invece i politici fingono di non vedere,allora è facile che si rivolga a qualcun altro (Berlusconi...Bossi...).
Forse da Di Pietro bisognerebbe imparare a parlare senza ipocrisie delle cose che premono alla gente senza per forza rivolgersi alla loro "pancia".

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda ranvit il 28/01/2009, 19:25

Fuori dalle balle Di Pietro! Tra l'altro nel "suo" partito ci sono un sacco di falliti della politica estromessi dagli altri partiti. Quindi se anche fossero vere le cose che Di Pietro contesta a questo (Pdl) e quello (Pd), al loro posto i suoi uomoni farebbero lo stesso.

Il problema è sempre lo stesso : in Italia c'è un 10-15% di voti estremisti, giustizialisti, casinisti, populisti etc Oggi li prende Di Pietro, ieri la Sr....e già questo la dice lunga sull'affidabilità di certi elettori e relativi capipopolo...
Dimentichiamoci di questa frazione di elettorato (che poi in buona parte in caso di elezioni politiche con maggioritario convergono sul Pd) e costruiamo un partito di Cs all'europea aperto a Radicali, Socialisti, Sd e Verdi, ma anche a tanti elettori "centrali" che hanno votato Berlusconi alle ultime politiche per disperazione di fronte alla rissosità inconcludente dell'Unione.

Dopodichè il Pd faccia opposizione, dura si ma leale agli interessi generali del Paese e soprattutto, indicando di volta in volta la propria soluzione ai problemi di cui contesta le soluzioni del Centrodestra.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 28/01/2009, 19:50

Gab ha scritto:E' dai tempi dell'Ulivo che il centro sinistra non sa fare i conti con Di Pietro.

... O è Di Pietro che non sa fare i conti con gli alleati?
Mah!?

Franz
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda gabriele il 28/01/2009, 20:22

Dal sito di Antonio di Pietro
http://www.antoniodipietro.it/

"A nome mio personale e dell'Italia dei Valori voglio ringraziare tutta l'associazione dei familiari vittime della mafia, voglio ringraziare tutti voi perché non volete arrendervi, perché avete il coraggio di continuare questa battaglia di legalità e di civiltà, mai come in questo momento necessaria per evitare che il nostro Paese finisca da una parte governato da un regime piduista, dall'altro per dimenticare chi ha dato la vita per portare la democrazia e la legalità nel nostro Paese.
Da Piazza Navona a Piazza Farnese, dunque, e poi di nuovo ancora di piazza in piazza, in tutto il Paese, per informare i cittadini e formare insieme ad essi una nuova coscienza civile che faccia della legalità un presupposto per una sana economia e per una sana democrazia. Questo è l'impegno dell'Italia dei Valori.
Non vogliamo che chi ha dato la vita per il nostro Paese venga ammazzato due volte, ammazzandone il ricordo e l'impegno con cui hanno fatto il loro lavoro.

Perché siamo qui.

Perché siamo qui? Perché ancora una volta alcuni casi concreti fanno vedere come il sistema si chiude a riccio per pensare solo a difendere le proprie prerogative e la propria impunità. Ogni volta che rispetto al sistema si cerca di scoprire se qualcuno ha truccato le carte viene buttato fuori sempre non il truccatore, ma colui che cerca di scoprire chi è il truccatore. Di volta in volta è successo e succede sempre a chi, cercando di fare il proprio dovere, cerca di arrivare ad applicare la giustizia in modo uguale per tutti. Credo che un principio fondamentale in uno Stato di diritto debba essere che quando un magistrato fa le indagini debba essere lasciato in pace a farle completamente fino alla fine, e non bloccandole a metà. Ne so qualcosa io, perché l'ho vissuto sulla mia pelle. Questa idea che bisogna sempre fermare un magistrato prima che possa concludere le indagini, e quindi invece di difendersi nel processo ci si difenda dal processo, è un idea medievale, è un idea da Don Rodrigo. Ecco perché noi siamo qui. Siamo qui per affermare il principio che chi non ha nulla da temere dalla giustizia può essere solo felice di andare dal proprio giudice, perché può far sentire la propria ragione, e se non è convinto della decisione del primo giudice ha un secondo ed un terzo giudice che potrà valutare meglio la sua situazione. Ma l'idea che si debba essere al di fuori della legalità, costruendosi un lodo Alfano e un lodo Consolo, come si sta facendo, è un idea che offende lo Stato di diritto. Ecco perché siamo qui.

Da legge ad personam a legge ad personam.

Siccome si sta compiendo un altro misfatto, lo diciamo oggi prima che il misfatto si compia: si sta andando avanti di legge ad personam in legge ad personam. Si dice che si vuole più sicurezza, più legalità, più giustizia che funzioni, ma si fa l'esatto contrario. Ieri, il ministro della Giustizia Alfano in Parlamento è venuto a fare la relazione dei suoi primi mesi di governo, e si è scordato di dire che ha fatto il lodo Alfano. Si è vergognato pure lui di quello che ha fatto. Ieri, il ministro della Giustizia non ci ha detto che stiamo approvando in Parlamento, dove è già in Commissione, il lodo Consolo, dove i ministri, ingelositi, vogliono anch'essi la legge che Berlusconi si è fatto per sé. Ieri, il ministro della Giustizia si è dimenticato di dire che hanno fatto il lodo Salva-Manager, quello che ha permesso ai tanti furbetti del quartierino di poterla farla franca. Si sono scordati di dire che sta facendo il lodo “salvati dalle intercettazioni”. Anche su questo permettetemi di dire che quello che oggi vendono come un accordo trovato nella maggioranza è semplicemente una constatazione che sono stati presi con le mani nella marmellata, perché il disegno di legge è già stato depositato a giugno, e nel disegno di legge si diceva che fino a 10 anni della pena edittale non si intercettava più. Cosa voglio dire? Voglio dire che ci hanno provato, e dato lo schiaffetto nelle mani non ci hanno ripensato: hanno cambiato il vasetto della marmellata.
Cosa voglio dire con questo? Che la proposta che hanno fatto ieri è peggio ancora di quella precedente, perché hanno detto “va bene le intercettazioni, però per 45 giorni”, in modo che uno possa sapere che dal 46° giorno in poi può fare quello che gli pare e piace. Non voglio fare polemica politica, voglio dare solo un dato tecnico: il magistrato del pubblico ministero svolge un indagine, gli viene dato un tempo, da sei mesi al massimo un anno, per fare le indagini. Mi volete spiegare perché se ho 6 mesi per indagare su un fatto costituente reato, perché tra gli strumenti d'indagine l'intercettazione deve essere soltanto per 45 giorni? Mi spiego meglio: se in sala operatoria viene detto che un chirurgo ha bisogno di due ore per fare un intervento, perché gli viene detto che il bisturi lo può usare per 15 minuti? Ma se sto facendo un indagine, datemi tutto il tempo di cui ho bisogno. Non ha senso, ne una logica. Il senso e la logica ci sono perché “non si sa mai che si scoprano i reati”. Dico questo perché a parole dicono che vogliono sconfiggere la criminalità organizzata, quella criminalità per cui l'associazione delle vittime sono qui oggi, ma se togli al magistrato per scoprire, arrestare ed assicurare alla giustizia chi commette i reati, a parole combatti la criminalità organizzata e nei fatti la favorisci. Ecco perché siamo qui.
Siamo qui per ribadire che non possiamo e non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo reagire. Il ministro della Giustizia Alfano si è scordato di dire che un milione di persone hanno detto che quel lodo Alfano è un indecenza. Siamo qui perché non comprendiamo per quale ragione in materia di giustizia riescano sempre a trovare accordi, un po a destra e un po a sinistra gli conviene a tutti quanti. Non le comprendiamo queste ragioni.
Sempre sul piano tecnico vi dico cosa contiene questo altro vasetto di marmellata. E' stato previsto che le intercettazioni ambientali e anche quelle fatte tramite videocamere sono valide ai fini processuali solo se autorizzate dal magistrato. Ora, uno dei modi per assicurare la sicurezza nelle città è quello di mettere un po di videocamere in giro. Questa benedetta videocamera becca uno stupro dietro l'angolo, una rapina, un furto, quella registrazione non la posso usare perché non è stata autorizzata dal magistrato. E come lo scopro il reato? Questi vogliono dei magistrati con la palla di vetro. E chi scelgono? Quelli che non piacciono a loro da castigare, quelli che piacciono a loro da non toccare. Questa è la giustizia in Italia, e contro questa giustizia dobbiamo ribellarci."

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda gabriele il 28/01/2009, 20:23

Per una libera informazione.

Che fare? Non basta semplicemente resistere, perché questi se ne fregano della resistenza. Bisogna fare da una parte come abbiamo fatto noi con i referendum, dall'altra informando i cittadini di quello che avviene nel palazzo, perché l'unico giudice nei confronti della politica è il cittadini.
Il cittadino non è fesso, ma non sa perché c'è un informazione malata. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori non siamo rientrati nella Commissione di Vigilanza. Il problema è tutto li: la Commissione di Vigilanza, che vogliono adesso, la vogliono subito subito, presto presto, perché si sono già accordati per la spartizione del Consiglio di Amministrazione della Rai, quell'organismo che poi decide chi deve dire le cose agli italiani, come deve dirlo, quando deve dirlo e cosa deve dire. In realtà è un organo importantissimo, dipende da come lo usi. Appunto, è come il bisturi che serve per ammazzare la moglie o per salvare una vita. Noi diciamo che ci devono andare persone al di fuori di rapporti di parte, basta politici trombati, basta riciclati, basta persone di parte. Stamattina ho letto sui giornali che l'Italia dei Valori vuole un posto in Rai per sé: ma chi lo ha detto? Non saprei proprio chi metterci per me, e non avrebbe senso ne logica. Noi vogliamo una Rai dove al Consiglio di Amministrazione ci siano professionisti che di mestiere fanno informazione, che non dipendano dai partiti, ma che controllino i partiti. Noi vogliamo che i controllati non possano nominare i propri controllori, che se li nominano per dire che hanno ragione loro. Questa è l'anomalia del nostro Paese. E' chiaro che poi, se la Rai viene governata dai partiti, la Rai dei partiti dirà che i partiti della Rai sono i più bravi, gli unici che capiscono e gli unici che fanno le cose per bene. Il cittadino viene quindi truffato, cosi come quando viene chiamato a votare, perché con questa legge elettorale che non permette loro di scegliere il proprio dipendente, come dicono gli amici di Beppe Grillo, ci rendiamo conto che in Parlamento ci sono persone che vengono indicate da quattro-cinque Boss, e come tali devono soltanto rispondere perché altrimenti avranno la morte politica, e siccome vogliono vivere e campare si arrangiano sistemandosi. Ecco perché dico che in un Paese civile e democratico, le manifestazioni come queste, o come Piazza Navona, dovrebbero essere uno stimolo per chi è al potere di riflettere e migliorarsi, non di denigrare. Lo dico perché voglio lanciare un appello al Presidente della Repubblica.

L'appello a Napolitano.

Signor Presidente, lo sa che questa mattina si sta cercando, ancora una volta, di farci lo scherzetto che è stato fatto a Piazza Navona? Credo che in una civile piazza dei cittadini italiani abbiano il diritto di manifestare. Si può non essere d'accordo su quanto abbiamo fatto e su quanto stiamo facendo, ma è un nostro diritto, garantito dalla Costituzione, poter dire che quello che fanno determinate persone non ci convince? Ci possiamo permettere, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d'accordo su alcuni suoi silenzi? Possiamo permettercelo o no? O siamo degli eversori? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l'arbitro, che a volte il suo giudizio ci pare poco da arbitro e poco da terzo. Lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni, vogliamo essere tranquilli. Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l'Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c'è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d'accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d'accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d'accordo sull'oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d'accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio.
Noi ribadiamo che c'è necessità di una nuova legge elettorale che ridia in mano ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri dipendenti. Vogliamo una legge che risolva il conflitto d'interessi. Vogliamo al più presto una legge che preveda la non candidabilità delle persone condannate, una legge che preveda l'impossibilità di assumere incarichi di governo, locale e centrale, di persone rinviate a giudizio. Vogliamo una legge che non preveda più la possibilità a quelle imprese, di cui imprenditori sono stati condannati, di partecipare a gare e ad appalti della pubblica amministrazione. Si deve sapere che quando c'è un Romeo preso con le mani nel sacco una prima volta, non ci può essere una seconda volta, e per non esserci c'è bisogno di stabilire delle regole.
Tutto queste cose noi chiediamo alle istituzioni, e per queste cose ci appelliamo a lei signor Capo dello Stato, lo faccia un discorso coraggioso, dica che devono andare fuori dal tempio i mercanti, dica che devono andare fuori dal Parlamento i condannati, lo dica e noi l'approveremo e troverà striscioni diversi. Non si lamenti se poi qualcuno vede nel silenzio un accondiscendenza.
E' tempo di far sentire sempre di più la propria voce, nel Parlamento e nelle istituzioni, dove possiamo. Ma sa, là ci considerano eversori perché vogliamo che la legge funzioni. Si sono invertiti i termini del gioco.
Vogliamo essere sempre più presenti, nelle piazze e nelle città, da Piazza Navona a Piazza Farnese, di piazza in piazza, questa primavera, subito dopo che saranno finite le scaramucce elettorali (perché non vogliamo essere accusati che lo facciamo per fini elettorali) metteremo in piedi un altro grappolo di referendum, perché vogliamo contribuire attraverso i referendum il risveglio della coscienza civica dei cittadini, di non lasciarli nell'oblio delle veline, che come nuovo olio di ricino addormentano le coscienze. Noi cominceremo quindi subito e a quegli amici, agli amici di Ponzio Pilato, quando ci diranno che non raggiungeremo il quorum, diremo: “Zitto ragazzo, zitto che siamo in mezzo al mare, è inutile che dici che non raggiungiamo la riva. Nuota in questo mare e cerca di portare l'Italia in una democrazia migliore”."

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