Dal sito di Antonio di Pietro
http://www.antoniodipietro.it/"A nome mio personale e dell'Italia dei Valori voglio ringraziare tutta l'associazione dei familiari vittime della mafia, voglio ringraziare tutti voi perché non volete arrendervi, perché avete il coraggio di continuare questa battaglia di legalità e di civiltà, mai come in questo momento necessaria per evitare che il nostro Paese finisca da una parte governato da un regime piduista, dall'altro per dimenticare chi ha dato la vita per portare la democrazia e la legalità nel nostro Paese.
Da Piazza Navona a Piazza Farnese, dunque, e poi di nuovo ancora di piazza in piazza, in tutto il Paese, per informare i cittadini e formare insieme ad essi una nuova coscienza civile che faccia della legalità un presupposto per una sana economia e per una sana democrazia. Questo è l'impegno dell'Italia dei Valori.
Non vogliamo che chi ha dato la vita per il nostro Paese venga ammazzato due volte, ammazzandone il ricordo e l'impegno con cui hanno fatto il loro lavoro.
Perché siamo qui.
Perché siamo qui? Perché ancora una volta alcuni casi concreti fanno vedere come il sistema si chiude a riccio per pensare solo a difendere le proprie prerogative e la propria impunità. Ogni volta che rispetto al sistema si cerca di scoprire se qualcuno ha truccato le carte viene buttato fuori sempre non il truccatore, ma colui che cerca di scoprire chi è il truccatore. Di volta in volta è successo e succede sempre a chi, cercando di fare il proprio dovere, cerca di arrivare ad applicare la giustizia in modo uguale per tutti. Credo che un principio fondamentale in uno Stato di diritto debba essere che quando un magistrato fa le indagini debba essere lasciato in pace a farle completamente fino alla fine, e non bloccandole a metà. Ne so qualcosa io, perché l'ho vissuto sulla mia pelle. Questa idea che bisogna sempre fermare un magistrato prima che possa concludere le indagini, e quindi invece di difendersi nel processo ci si difenda dal processo, è un idea medievale, è un idea da Don Rodrigo. Ecco perché noi siamo qui. Siamo qui per affermare il principio che chi non ha nulla da temere dalla giustizia può essere solo felice di andare dal proprio giudice, perché può far sentire la propria ragione, e se non è convinto della decisione del primo giudice ha un secondo ed un terzo giudice che potrà valutare meglio la sua situazione. Ma l'idea che si debba essere al di fuori della legalità, costruendosi un lodo Alfano e un lodo Consolo, come si sta facendo, è un idea che offende lo Stato di diritto. Ecco perché siamo qui.
Da legge ad personam a legge ad personam.
Siccome si sta compiendo un altro misfatto, lo diciamo oggi prima che il misfatto si compia: si sta andando avanti di legge ad personam in legge ad personam. Si dice che si vuole più sicurezza, più legalità, più giustizia che funzioni, ma si fa l'esatto contrario. Ieri, il ministro della Giustizia Alfano in Parlamento è venuto a fare la relazione dei suoi primi mesi di governo, e si è scordato di dire che ha fatto il lodo Alfano. Si è vergognato pure lui di quello che ha fatto. Ieri, il ministro della Giustizia non ci ha detto che stiamo approvando in Parlamento, dove è già in Commissione, il lodo Consolo, dove i ministri, ingelositi, vogliono anch'essi la legge che Berlusconi si è fatto per sé. Ieri, il ministro della Giustizia si è dimenticato di dire che hanno fatto il lodo Salva-Manager, quello che ha permesso ai tanti furbetti del quartierino di poterla farla franca. Si sono scordati di dire che sta facendo il lodo “salvati dalle intercettazioni”. Anche su questo permettetemi di dire che quello che oggi vendono come un accordo trovato nella maggioranza è semplicemente una constatazione che sono stati presi con le mani nella marmellata, perché il disegno di legge è già stato depositato a giugno, e nel disegno di legge si diceva che fino a 10 anni della pena edittale non si intercettava più. Cosa voglio dire? Voglio dire che ci hanno provato, e dato lo schiaffetto nelle mani non ci hanno ripensato: hanno cambiato il vasetto della marmellata.
Cosa voglio dire con questo? Che la proposta che hanno fatto ieri è peggio ancora di quella precedente, perché hanno detto “va bene le intercettazioni, però per 45 giorni”, in modo che uno possa sapere che dal 46° giorno in poi può fare quello che gli pare e piace. Non voglio fare polemica politica, voglio dare solo un dato tecnico: il magistrato del pubblico ministero svolge un indagine, gli viene dato un tempo, da sei mesi al massimo un anno, per fare le indagini. Mi volete spiegare perché se ho 6 mesi per indagare su un fatto costituente reato, perché tra gli strumenti d'indagine l'intercettazione deve essere soltanto per 45 giorni? Mi spiego meglio: se in sala operatoria viene detto che un chirurgo ha bisogno di due ore per fare un intervento, perché gli viene detto che il bisturi lo può usare per 15 minuti? Ma se sto facendo un indagine, datemi tutto il tempo di cui ho bisogno. Non ha senso, ne una logica. Il senso e la logica ci sono perché “non si sa mai che si scoprano i reati”. Dico questo perché a parole dicono che vogliono sconfiggere la criminalità organizzata, quella criminalità per cui l'associazione delle vittime sono qui oggi, ma se togli al magistrato per scoprire, arrestare ed assicurare alla giustizia chi commette i reati, a parole combatti la criminalità organizzata e nei fatti la favorisci. Ecco perché siamo qui.
Siamo qui per ribadire che non possiamo e non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo reagire. Il ministro della Giustizia Alfano si è scordato di dire che un milione di persone hanno detto che quel lodo Alfano è un indecenza. Siamo qui perché non comprendiamo per quale ragione in materia di giustizia riescano sempre a trovare accordi, un po a destra e un po a sinistra gli conviene a tutti quanti. Non le comprendiamo queste ragioni.
Sempre sul piano tecnico vi dico cosa contiene questo altro vasetto di marmellata. E' stato previsto che le intercettazioni ambientali e anche quelle fatte tramite videocamere sono valide ai fini processuali solo se autorizzate dal magistrato. Ora, uno dei modi per assicurare la sicurezza nelle città è quello di mettere un po di videocamere in giro. Questa benedetta videocamera becca uno stupro dietro l'angolo, una rapina, un furto, quella registrazione non la posso usare perché non è stata autorizzata dal magistrato. E come lo scopro il reato? Questi vogliono dei magistrati con la palla di vetro. E chi scelgono? Quelli che non piacciono a loro da castigare, quelli che piacciono a loro da non toccare. Questa è la giustizia in Italia, e contro questa giustizia dobbiamo ribellarci."
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Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.