No, la cosa non è per niente chiara. I giovani non trovano lavoro e stanno a casa.
L'affermazione che io contesto è questa:
Se "ufficialmente" non studiano, se non lavorano, se non sono in formazione tecnica, allora con buona probabilità lavorano in nero. Non tutti dico, ma una gran parte sì.
"Una gran parte" per me è assolutamente falso e indimostrabile: dove il tasso di disoccupazione è molto elevato, forse qualche giovane per poche settimane all'anno trova qualche lavoretto, ma la gran parte dei giovani è penalizzata.
http://www.pmi.it/economia/lavoro/news/ ... crisi.html...Puntano al lavoro nero tanto i dipendenti (35%), quanto i pensionati (uno su tre). Solo i dipendenti che hanno un doppio lavoro sono almeno 6 milioni per un totale di sommerso pari a 90,9 miliardi di euro....(evidentemente i giovani disoccupati non possono rientrare ne' nella categoria dei dipendenti ne' in quella dei pensionati)
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E' anche logico aspettarsi una percentuale di lavoro nero maggiore tra i giovani immigrati rispetto ai pari età italiani, che hanno la possibilità di trovare sostentamento nella famiglia d'origine, impossibile per chi ha i genitori all'estero.
Un'altra contestazione all'assioma di franz viene da una delle sue fonti preferite, noisefromamerika:
In realtà gran parte del lavoro nero è già considerato in queste statistiche: quando l'Istat chiede "hai svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura oppure lavoro non retribuito nella ditta di un familiare?" nulla chiede, qui, sulla regolarità o meno del lavoro svolto. Gran parte del lavoro nero è già qui dentro, quindi. Inoltre, anche se non ci fosse, il lavoro irregolare non può essere considerato equivalente a quello regolare, né da un punto di vista economico né da uno più sociale.
http://noisefromamerika.org/articolo/an ... ile-italiaAltro dato rilevante: tra i giovani italiani è elevata anche l'inoccupazione, che è cosa diversa dalla disoccupazione:
La terza conclusione è che l'elevata "inoccupazione" giovanile in Italia (quel 13.6% o più che non fa niente) dovrebbe preoccupare molto più dell'elevata disoccupazione nella fascia 15-24 anni, cosa che i giornalisti economici in Italia non sembrano notare quando commentano il dato sulla disoccupazione giovanile record. In Spagna, dove la disoccupazione giovanile è oltre 10 punti superiore a quella italiana, il tasso di attività del gruppo 15-24 anni è di oltre 15 punti superiore a quello nostrano. È meglio essere in cerca di un lavoro piuttosto che del tutto inoccupati (né a scuola né sul mercato del lavoro).
(stessa fonte)