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NEET

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

NEET

Messaggioda franz il 28/05/2015, 7:25

NEET è l'acronimo inglese di "Not (engaged) in Education, Employment or Training".
Si riferisce ai giovani nell'età 16-29, che in effetti dovrebbero essere o in fase educativa, al lavoro oppure in addestramento.

La situazione italiana è disastrosa. Peggio di noi solo Turchia, Grecia e Spagna.
Qui l'immagine riassuntiva, dalla pagina facebook di OECD (spero che possiate vederla)
https://www.facebook.com/theOECD/photos ... 61/?type=1

Link: http://www.oecd.org/newsroom/government ... oyment.htm
Il rapporto è da comprare ma qui' c'è una versione consultabile: http://www.keepeek.com/Digital-Asset-Ma ... 8-en#page3
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Re: NEET

Messaggioda mariok il 28/05/2015, 9:04

A costo di sembrare monomaniaco, mi chiedo: rispetto a questo quadro disperato, qual'è la priorità? dare a questi giovani un reddito o metterli in condizione di inserirsi nel mondo del lavoro?

Lo so che la risposta ovvia è : fare entrambe le cose. Ma quando ci sono problemi di risorse (ed è il nostro caso) bisogna scegliere le priorità.

Dice tra l'altro il rapporto:

"Public employment services, social welfare institutions and education and training systems should offer some form of second-chance education or training. In return for receiving social benefits, young people could be required to register with social welfare or public employment services, and participate in further education and training."

Si ha idea del livello qualitativo e di come sia gestita la formazione professionale dalle regioni?

Inoltre lo stesso rapporto ci indica la necessità non solo di intervenire "a posteriori" ma di intervenire soprattutto "a monte" per evitare di continuare a sfornare giovani disoccupati da recuperare o peggio da "mantenere" a vita.

"High-quality pre-primary education for all children in order to help mitigate disparities in education outcomes and to give every child a strong start to their education.

Teachers and school leaders should identify low achievers early on to give them the support they need to attain sufficient proficiency in reading, mathematics and science, and prevent them from dropping out of school entirely.

Education providers and the business sector should work together to design qualifications frameworks that accurately reflect the actual skills of new graduates.

Work-based learning should be integrated into both vocational and academic post-secondary programmes."


A riprova del fatto che, se si vuol essere seri, bisogna affrontare i problemi in modo "sistemico", non intervenire qua e là con un approccio demagogico.
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Re: NEET

Messaggioda franz il 28/05/2015, 11:14

Mi facevano notare una certa correlazione tra le percentuali di NEET e le percentuali di economia sommersa.
A parte alcune eccezioni la relazione è visibile ed ha senso.
Se "ufficialmente" non studiano, se non lavorano, se non sono in formazione tecnica, allora con buona probabilità lavorano in nero. Non tutti dico, ma una gran parte sì.
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Re: NEET

Messaggioda flaviomob il 28/05/2015, 18:54

E' un'affermazione che non ha alcun riscontro scientifico. Il lavoro nero è diffuso anche tra gli occupati (secondo lavoro in nero) e in tutte le fasce d'età. Anche chi è pensionato tende a cercare un lavoro nero per non pagare tasse supplementari.

Certo esistono giovani che saltuariamente fanno lavoretti in nero, nelle regioni del Sud, piccola manovalanza, imbianchini, o nel turismo, ma per brevi periodi e con retribuzioni minuscole. Riescono a (soprav)vivere solo rimanendo nella famiglia d'origine, dove un pasto caldo è garantito. I giovani sono i più penalizzati perché oggi soffrono e domani si troveranno con pensioni da fame. La correlazione è piuttosto con lo sfruttamento, col precariato, con gli indici di corruzione che certamente sono proporzionali a quelli dell'economia sommersa e della presenza della criminalità organizzata.


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Re: NEET

Messaggioda franz il 28/05/2015, 20:34

Che il lavoro nero (sommerso) sia diffuso in pari percentuale tra i lavoratori uffclialmente impegati (occupati) e quelli che non risultano occupati ... è dura da dimostrare ma se hai fonti, ...avanti: forza tutta. Aspetto di leggere studi in tal senso. Voglio i link. E se "anche" non vuol dire (come ovvio) in pari misura allora hai fatto solo un'affermazione che sul pianl logico non dimostra nulla.

Anche quanto indicato da gabriele in altro messaggio parlava di 2 milioni e passa di addetto al nero e di 850'000 di doppio o triplo lavoristi. Quindi ufficlialmente già impiegati con il primo lavoro. Il rapporto è chiaro. Ma in temini di età?
Per me, solo con il banale buon senso, è chiaro che se la metà dei giovani 16-29 non lavora e non è in formazione, e contemporaneamente in quel paese il sommerso ed l'illegalità arrivano al 25-30% del PIL .. la cosa è molto chiara.
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Re: NEET

Messaggioda Robyn il 28/05/2015, 20:57

Le risorse per pagare l'assegno,il corso di formazione e gli altri benefici ci sono come diceva locke bisogna saper stare ai patti.Le pensioni di anzianità sono pagate con l'assistenza ma non pagano l'assistenza.Forse il problema si risolve con una tassa che ricade sulla fiscalità generale e quindi anche sulle pensioni di anzianità "recuperando quindi l'assistenza" e che al di sotto di un certo reddito non si paga la famosa imposta negativa.D'altro canto è cosi in tutti i paesi europei,non si può pretendere di non pagare l'assistenza
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Re: NEET

Messaggioda flaviomob il 29/05/2015, 2:21

No, la cosa non è per niente chiara. I giovani non trovano lavoro e stanno a casa.

L'affermazione che io contesto è questa:

Se "ufficialmente" non studiano, se non lavorano, se non sono in formazione tecnica, allora con buona probabilità lavorano in nero. Non tutti dico, ma una gran parte sì.


"Una gran parte" per me è assolutamente falso e indimostrabile: dove il tasso di disoccupazione è molto elevato, forse qualche giovane per poche settimane all'anno trova qualche lavoretto, ma la gran parte dei giovani è penalizzata.

http://www.pmi.it/economia/lavoro/news/ ... crisi.html

...Puntano al lavoro nero tanto i dipendenti (35%), quanto i pensionati (uno su tre). Solo i dipendenti che hanno un doppio lavoro sono almeno 6 milioni per un totale di sommerso pari a 90,9 miliardi di euro....

(evidentemente i giovani disoccupati non possono rientrare ne' nella categoria dei dipendenti ne' in quella dei pensionati)

---

E' anche logico aspettarsi una percentuale di lavoro nero maggiore tra i giovani immigrati rispetto ai pari età italiani, che hanno la possibilità di trovare sostentamento nella famiglia d'origine, impossibile per chi ha i genitori all'estero.

Un'altra contestazione all'assioma di franz viene da una delle sue fonti preferite, noisefromamerika:

In realtà gran parte del lavoro nero è già considerato in queste statistiche: quando l'Istat chiede "hai svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura oppure lavoro non retribuito nella ditta di un familiare?" nulla chiede, qui, sulla regolarità o meno del lavoro svolto. Gran parte del lavoro nero è già qui dentro, quindi. Inoltre, anche se non ci fosse, il lavoro irregolare non può essere considerato equivalente a quello regolare, né da un punto di vista economico né da uno più sociale.


http://noisefromamerika.org/articolo/an ... ile-italia

Altro dato rilevante: tra i giovani italiani è elevata anche l'inoccupazione, che è cosa diversa dalla disoccupazione:

La terza conclusione è che l'elevata "inoccupazione" giovanile in Italia (quel 13.6% o più che non fa niente) dovrebbe preoccupare molto più dell'elevata disoccupazione nella fascia 15-24 anni, cosa che i giornalisti economici in Italia non sembrano notare quando commentano il dato sulla disoccupazione giovanile record. In Spagna, dove la disoccupazione giovanile è oltre 10 punti superiore a quella italiana, il tasso di attività del gruppo 15-24 anni è di oltre 15 punti superiore a quello nostrano. È meglio essere in cerca di un lavoro piuttosto che del tutto inoccupati (né a scuola né sul mercato del lavoro).


(stessa fonte)


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Re: NEET

Messaggioda franz il 29/05/2015, 7:37

L'articolo di Zanella su nFA non si occupa di NEET ma di esaminare in dettaglio la disoccupazione, che appunto è altra cosa dell'inoccupazione. Molto si concentra sul double counting (quando uno studia ed anche lavora un po', cosa che succede molto al nord europa) e quindi viene conteggiato due volte, come studente e come occupato. Ma questo thread parla invece proprio di chi NON studia e NON lavora, che per l'italia risulta essere il 26% secondo OECD. Dato molto diverso dal quello della disoccupazione giovanile (44.2%).
Il fatto che eurispes punti l'attenzione su occupati che fanno il secondo lavoro (35%) e su pensionati (1 su 3) non esclude che tra chi lavora in nero ci siano anche giovani e dato che 1/4 dei giovani è NEET (appena ho tempo calcolo quanti milioni sono) e vista la grande mole del sommerso, è assai probabile che la maggior parte di quel 26% (ma anche una parte di chi tra i giovani lavora) si dedichi al sommerso.
Il fatto è che secondo eurispes solo 1/3 delle famigli arrivi a fine mese senza problemi significa che 2/3 i problemi ce li hanno. Ma ci arrivano, appunto grazie al nero e le attività illegali.
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Re: NEET

Messaggioda franz il 29/05/2015, 9:16

Qualche numero: i NEET secondo la definizione OECD ["Not (engaged) in Education, Employment or Training" age 16-29] sono riferiti ad una popolazione totale di 8'710'352 come rilevabile facilmente qui: http://demo.istat.it/pop2014/index.html
Il 26.1% sono pari a 2'273'400 giovani che non studiano, non lavorano e non sono in alcun modo connessi ad attività di formazione e/o studio-lavoro. Naturalmente questo implica che la differenza (quasi sei milioni e mezzo) sia invece o ancora studiando o già lavorando (o entrambe le cose).
Non esiste alcuna possibilità metodologica (la scientificità qui non c'entra, non si fanno esperimenti) per sapere con esattezza quanti di questi NEET si dedicano al laovro nero e quando NON. Quindi è impossibile dimostrare A e nemmeno "non A".
Il mio è solo un semplice ragionamento di buon senso.
Se in un paese abbiamo il 20% di NEET ma il sommerso a zero (non esiste un paese simile ma è solo perseguire il ragionamento) è chiaro che nessun NEET di quel paese lavora in nero. Se pero' il sommerso li' arriva al 22% oppure al 35% (come sostiene eurispes, dato per me esagerato ma che prendo per buono, anche qui per seguire il ragionamento) è ragionevole ipotizzare che almeno pari percentuale di sommerso sia esercitata dai NEET. Ma c'è di piu'. Se un pensionato su tre si applica al sommerso (e parliamo di persone avanti con l'età, dove non tutti hanno piu' la voglia di esercitare un'attività) e circa un volume simile (35%) di lavoratori (quindi chi già lavora) si dedica al secondo lavoro (in nero) che dire allora di chi ha tutta la giornata libera (non studia e non è occupato) ed ha le forze e le energie per lavorare (molto piu' di un pensionato o di uno che già ha un primo lavoro)? Per me qui tra i NEET la percentuale sale e supera il 50%. Come dicevo "Non tutti dico, ma una gran parte sì."
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Re: NEET

Messaggioda Robyn il 29/05/2015, 9:26

Questa è la conseguenza della famosa terapia dell'arrangiarsi propagandata dai media in tanti anni"tanto gli italiani sanno arrangiarsi" il welfare è comunismo "per entrare nel mercato del lavoro bisogna avere le conoscenze giuste" i contratti a termine saranno sempre di più e quelli a tempo indeterminato sempre meno" gli italiani possono fare anche un secondo lavoro"
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