franz ha scritto:[...]
Chi cerca la governabilità tramite sistemi elettorali (che ripeto sono solo sistemi che trasformano voti in seggi) o è in malafede o è un imbecille. In entrambi i casi, persone pericolose per la democrazia.
I sistemi elettorali sono cosa di complessità enorme, le variabili sono moltissime, ogni legge elettorale presenta pregi e difetti che si palesano in genere solo in situazioni eccezionali; speriamo che da noi queste situazioni eccezionali non si verifichino, e si possa continuare a discutere di pregi e difetti senza che la democrazia sia in pericolo.
Anche la distinzione tra maggioritario e proporzionale mi comincia ad apparire un po' schemastica: ormai da nessuna parte esistono sistemi proporzionali o maggioritari "puri", ovunque ci sono correzzioni che collocano ogni sistema in una situazione intermedia, pur partendo dall'uno o dall'altro principio.
Detto questo, l'esperienza inglese mi ha sconcertato. Se da una parte non mi piace una maggioranza assoluta dei seggi ottenuta da un partito con meno del 40% dei voti, trovo inacettabile che un partito che ha quasi raggiunto il 30% dei voti possa aver ottenuto solo un paio di seggi (indipendentemente dal fatto che se Farange ha ottenuto pochi seggi non posso che esserne contenta).
Mi sembra che queste elezioni abbiano mostrato tutti i limiti dei collegi uninominali. Si tratta di un "maggioritario secco" di collegio, per cui in ogni collegio vince chi ha più voti, senza tener conto della percentuale dei voti a livello nazionale; mi sembra assurdo, normalmente esiste un cosidetto "calcolo dei resti" che attribuisce un certo numero di seggi sulla base dei voti a livello nazionale che non sono stati utilizzati in nessun collegio uninominale, in quanto dati ad un partito sempre minoritario su scala locale, ma rilevante su scala nazionale.
Questi però sono problemi tecnici, che semplicemente evidenziano la complessità di una legge elettorale.
Da un punto di vista personale, ho sempre avuto delle perplessità riguardo i collegi uninominali: io elettore non ho problemi se nel collegio in cui voto il rappresentante del partito che desidero vinca le elezioni è anche persona che rispetto e stimo; ma che succede se per caso il candidato del mio partito non mi convince, mentre stimo il candidato di un altro partito? Se il mio legame per il partito predomina, mi trovarò a votare un candidato che non stimo (come accade del resto nelle liste bloccate) mentre se voto per il candidato che stimo finisco per votare per un partito che non mi piace. La cosa diventa particolarmente grave se non ci sono correzioni di sorta su scala nazionale.
Annalu