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E adesso?

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Re: E adesso?

Messaggioda pianogrande il 08/05/2015, 21:40

Il fatto che il collegio uninominale equivale a un proporzionale rimane.

Inoltre, in Inghilterra non c'è il ballottaggio.
Infatti, la paura del "pareggio" era ben sentita prima delle elezioni.

E' andata bene così (dal punto di vista della governabilità, almeno).

Questo non significa che il collegio uninominale non sia un proporzionale a livello nazionale.

Sarebbe come dire che i fulmini non esistono perché oggi c'è il sole.
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Re: E adesso?

Messaggioda franz il 08/05/2015, 23:37

pianogrande ha scritto:Il fatto che il collegio uninominale equivale a un proporzionale rimane.

??? (ovvero: :?: )
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Re: E adesso?

Messaggioda pianogrande il 09/05/2015, 9:39

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Il fatto che il collegio uninominale equivale a un proporzionale rimane.

??? (ovvero: :?: )


E' maggioritario a livello di collegio ma i seggi a livello nazionale non assicurano la governabilità.
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Re: E adesso?

Messaggioda franz il 09/05/2015, 16:17

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Il fatto che il collegio uninominale equivale a un proporzionale rimane.

??? (ovvero: :?: )


E' maggioritario a livello di collegio ma i seggi a livello nazionale non assicurano la governabilità.

Ok, avevo inteso diversamente .... :o :lol: ... poi se ho tempo e interessa spiego cosa avevo mal interpretato :shock:

Intendiamoci subito.
Nessun sistema DEMOCRATICO parlamentare può GARANTIRE governabilità per l'intera legislatura.
Per "sistema parlamentare" si intende uno in cui il Parlamento vota fiducia e sfiducia al governo.
Se vuoi governabilità, intesa come garanzia che il governo governi senza essere ostacolato da altri (ma dobbiamo chiederci se questo sarebbe democraticamente auspicabile) allora devi separare i poteri (legislativo da esecutivo) e procedere con elezioni parallele.

Tuttavia alla fine anche l'esecutivo deve pur sempre essere sottoposto (per ovvi problemi di check and balance) ad altri poteri che lo controllani e limitano. Come nel Recall americano e svizzero o con la procedura di impeachment USA.

Ritorniamo al punto.
Chi cerca la governabilità tramite sistemi elettorali (che ripeto sono solo sistemi che trasformano voti in seggi) o è in malafede o è un imbecille. In entrambi i casi, persone pericolose per la democrazia.
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Re: E adesso?

Messaggioda annalu il 09/05/2015, 17:52

franz ha scritto:[...]
Chi cerca la governabilità tramite sistemi elettorali (che ripeto sono solo sistemi che trasformano voti in seggi) o è in malafede o è un imbecille. In entrambi i casi, persone pericolose per la democrazia.

I sistemi elettorali sono cosa di complessità enorme, le variabili sono moltissime, ogni legge elettorale presenta pregi e difetti che si palesano in genere solo in situazioni eccezionali; speriamo che da noi queste situazioni eccezionali non si verifichino, e si possa continuare a discutere di pregi e difetti senza che la democrazia sia in pericolo.
Anche la distinzione tra maggioritario e proporzionale mi comincia ad apparire un po' schemastica: ormai da nessuna parte esistono sistemi proporzionali o maggioritari "puri", ovunque ci sono correzzioni che collocano ogni sistema in una situazione intermedia, pur partendo dall'uno o dall'altro principio.

Detto questo, l'esperienza inglese mi ha sconcertato. Se da una parte non mi piace una maggioranza assoluta dei seggi ottenuta da un partito con meno del 40% dei voti, trovo inacettabile che un partito che ha quasi raggiunto il 30% dei voti possa aver ottenuto solo un paio di seggi (indipendentemente dal fatto che se Farange ha ottenuto pochi seggi non posso che esserne contenta).
Mi sembra che queste elezioni abbiano mostrato tutti i limiti dei collegi uninominali. Si tratta di un "maggioritario secco" di collegio, per cui in ogni collegio vince chi ha più voti, senza tener conto della percentuale dei voti a livello nazionale; mi sembra assurdo, normalmente esiste un cosidetto "calcolo dei resti" che attribuisce un certo numero di seggi sulla base dei voti a livello nazionale che non sono stati utilizzati in nessun collegio uninominale, in quanto dati ad un partito sempre minoritario su scala locale, ma rilevante su scala nazionale.
Questi però sono problemi tecnici, che semplicemente evidenziano la complessità di una legge elettorale.
Da un punto di vista personale, ho sempre avuto delle perplessità riguardo i collegi uninominali: io elettore non ho problemi se nel collegio in cui voto il rappresentante del partito che desidero vinca le elezioni è anche persona che rispetto e stimo; ma che succede se per caso il candidato del mio partito non mi convince, mentre stimo il candidato di un altro partito? Se il mio legame per il partito predomina, mi trovarò a votare un candidato che non stimo (come accade del resto nelle liste bloccate) mentre se voto per il candidato che stimo finisco per votare per un partito che non mi piace. La cosa diventa particolarmente grave se non ci sono correzioni di sorta su scala nazionale.

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Re: E adesso?

Messaggioda pianogrande il 09/05/2015, 20:26

La governabilità va ricercata in tutti i modi (quello di eccellenza, naturalmente, consiste nel governare bene).
Va comunque ricercata anche con il sistema elettorale.
La prima ricerca (secondo me) sta nell'evitare che l'elettore sia escluso proprio nella fase cruciale e cioè quando i partiti (ad elezioni finite) trattano per formare una maggioranza.
Sono comunque d'accordo anche io che il legislativo e l'esecutivo possano essere separati e interagire-condizionarsi molto meno di adesso.
Questo richiede anche una distinzione ben precisa tra quello che è legge e quello che è una disposizione/azione amministrativa/operativa.
Per esempio, una commissione parlamentare sulla RAI dovrebbe essere in mano al governo mentre anche la decretazione di urgenza andrebbe in mano al legislativo che non potrebbe più far cadere un governo.
Servirebbero, a questo punto, altre azioni idonee a far cadere un governo che non va bene (una specie di sfiducia sulla falsariga di un referendum).
Naturalmente tutte queste pensate non fanno di un cattivo governo un buon governo ma mi hanno sempre insegnato che se qualcosa già non funzione sulla carta figuriamoci se funzionerà nella pratica.
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Re: E adesso?

Messaggioda gabriele il 09/05/2015, 20:43

annalu ha scritto:Questi però sono problemi tecnici, che semplicemente evidenziano la complessità di una legge elettorale.
Da un punto di vista personale, ho sempre avuto delle perplessità riguardo i collegi uninominali: io elettore non ho problemi se nel collegio in cui voto il rappresentante del partito che desidero vinca le elezioni è anche persona che rispetto e stimo; ma che succede se per caso il candidato del mio partito non mi convince, mentre stimo il candidato di un altro partito? Se il mio legame per il partito predomina, mi trovarò a votare un candidato che non stimo (come accade del resto nelle liste bloccate) mentre se voto per il candidato che stimo finisco per votare per un partito che non mi piace. La cosa diventa particolarmente grave se non ci sono correzioni di sorta su scala nazionale.


E' per questo che un sistema uninominale di questo tipo deve prevedere un sistema di primarie.

Io trovo un po' anacronistico pensare che esistano ancora "candidati del mio partito" ma, tant'è, non si è obbligati a votare chi non ci piace, come non si è obbligati ad votare se fra i candidati non c'è nessuno che ci piace.

In un sistema uninominale di questo tipo, ancora di più quello americano, il candidato è molto più legato ai suoi elettori che al partito. Sì, certo, egli è parte di un partito ma in quel partito gli eletti sono tutti legati a filo stretto con il loro collegio e ciò fa sì di dare maggior spazio alle questioni locali oltre che alle nazionali, in un equilibrio politico del tutto assente nei sistemi proporzionali. Per questi ultimi si potrebbe parlare di annullamento delle responsabilità del singolo a causa di inevitabili livelli decisionali sovrapposti. La responsabilità infatti si nebulizza fino a scomparire dal momento del voto fino all'insediamento.

Un buon uninominale a mio avviso deve prevedere:
- primarie
- turno unico
- recall

nel caso un cui vi sia una netta suddivisione fra esecutivo e legislativo:
- avvicendamento graduale del parlamento (1/3 ogni 2 anni)
- possibilità di veti incrociati a maggioranza qualificata fra esecutivo e legislativo
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Re: E adesso?

Messaggioda pianogrande il 09/05/2015, 20:53

Io direi, allora:

- Primarie di collegio

- Turno unico di collegio

- Ballottaggio a livello nazionale (OK per la governabilità)

Per salvare la rappresentanza delle minoranze aggiungerei:

- Numero di collegi inferiore al numero di seggi

Un calcolo di resti a livello nazionale per l'assegnazione della differenza.

Non credo (almeno per le mie capacità di elaborazione) che si possa fare di più.

Tutto sommato, mi piace quando in qualche film americano sento dire "il mio deputato".
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Re: E adesso?

Messaggioda gabriele il 09/05/2015, 21:06

pianogrande ha scritto:Io direi, allora:

- Primarie di collegio

- Turno unico di collegio

- Ballottaggio a livello nazionale (OK per la governabilità)

Per salvare la rappresentanza delle minoranze aggiungerei:

- Numero di collegi inferiore al numero di seggi

Un calcolo di resti a livello nazionale per l'assegnazione della differenza.

Non credo (almeno per le mie capacità di elaborazione) che si possa fare di più.

Tutto sommato, mi piace quando in qualche film americano sento dire "il mio deputato".


D'Alema propose una cosa simile moooolto tempo fa.
Se non ricordo male:
90 % di seggi uninominali con doppio turno
10 % di seggi relativi alle liste che non si presentavano all'uninominale eletti con proporzionale puro
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Re: E adesso?

Messaggioda pianogrande il 09/05/2015, 21:18

Ma il doppio turno di collegio non risolve la governabilità.
Solo il doppio turno nazionale dà questo risultato.
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