Il fatto di essere nomadi è una scelta e non può essere impedita a nessuno. Se ne ho voglia, posso passare la mia vita in un camper e andare dove mi pare. La demagogia portata avanti da Salvini (che quanto era consigliere comunale di maggioranza a Milano ha collezionato il record dei "campi rom" nella metropoli, tanto per capirci) riguarda lo stereotipo dello "zingaro" che campa rubando. Ora, è vero, esistono anche quelli (evidentemente una minoranza), ma il problema nel caso specifico non è affatto il "campo rom" che se legale e ben organizzato può anche diventare una buona cosa (basti pensare ai giostrai, che vivono spesso come "nomadi" ma con dignità e rispetto) oppure la scelta di favorire l'accesso agli alloggi popolari: il punto è che in un paese ad illegalità diffusa come il nostro i primi a non rispettare le regole sono i nostri papaveri (pure quelli leghisti) e questo genera un danno al Paese equivalente a parecchi punti di PIL, a differenza dei piccoli furtarelli dei nostri amici.
Al contrario la politica degli sgomberi coatti, improvvisi e demagogici produce un danno (tra gli altri) enorme: interrompe i percorsi scolastici dei bambini e dei ragazzi dei campi, che già sono "difficili da agganciare" per le scuole e i servizi sociali. In questo modo distrugge un percorso di evoluzione e crescita che potrebbe realmente determinare il salto di qualità per le nuove generazioni.